Di seguito il suo intervento.
“Cari familiari delle vittime, cara presidente Daria Bonfietti, dopo 37 siamo qui, ancora e con tenacia, a ricordare quello che è accaduto nel cielo del mar Tirreno quella sera del 27 giugno 1980. E noi proviamo, ancora una volta, a trasmettervi il conforto e la vicinanza delle istituzioni. Un compito non semplice perché il tempo che passa accresce la sofferenza invece di diminuirla e alla verità su quello che è accaduto, una verità illuminata da diverse sentenze della magistratura, manca ancora, come sappiamo, il tassello fondamentale. Capire “chi ha sparato” come avete detto pochi giorni fa. Qual era la nazionalità dell’aereo che ha compiuto quell’atto di guerra in tempo di pace che ha spezzato 81 vite e cambiato irreversibilmente il vostro destino.
In questi anni avete avuto pezzi dello Stato non al vostro fianco ma che, con il loro comportamento, hanno ostacolato una compiuta ricerca della verità. Avete invece avuto altri pezzi dello Stato, come ad esempio il giudice Rosario Priore per fare un nome, non l’unico, che hanno camminato con voi e tuttavia, anche negli ultimi anni, quella speranza che avevate riposto nella procedura di desecretazione degli atti è andata delusa. Le dichiarazioni di Daria Bonfietti che ho letto anche ieri su un quotidiano hanno per tutti noi un sapore amaro, quasi un sapore di beffa. Come si fa a non essere delusi e sentirsi presi in giro quando tra i documenti dei servizi segreti si trovano gli elenchi dei giornalisti che hanno scritto su Ustica? In queste carte sono pochissimi i documenti depositati dal Ministero dei Trasporti, nulla dell’aviazione civile, né dello Stato Maggiore della Marina, in generale la documentazione presente è di nessuna utilità.
Insomma: uno scenario che non fa onore a quella volontà di trasparenza che la direttiva Renzi portava con sé, che ci intristisce ma che non ci deve lasciare in silenzio. Dobbiamo pretendere, dobbiamo esigere, per voi e per l’onore del nostro Paese, come ci ha ricordato il nostro Presidente della Repubblica, perché la ricerca della verità non ha scadenza.
Così è anche per la speranza che altri Paesi, e sottolineo Paesi amici nell’ambito della Nato, collaborino con la magistratura. Il tema è quindi sempre quello che voi, insieme alla vostra presidente Daria Bonfietti avete posto con particolare forza in questi ultimi anni. È necessario che il Governo del nostro Paese insista: alle rogatorie dei magistrati romani che stanno ancora indagando deve essere data una risposta o, in alcuni casi, è necessario che venga data la risposta più esaustiva possibile.
Colgo questa occasione per ricordare che quest’anno cade il decennale dell’apertura del Museo di Ustica, la splendida installazione ideata da Christian Boltanski. Il relitto del DC9 dell’Itavia che riposa nelle sale del parco della Zucca continuerà ad accogliere visitatori e scolaresche. Aumenteremo il nostro sforzo perché le classi di alunni possano non solo visitare il museo ma realizzare attività laboratoriali attraverso ulteriori spazi che si trovano nella vicinissima sede del quartiere Navile e che devono essere messi a disposizione. Mi fa particolarmente piacere annunciarlo qui, in questa occasione pubblica, come mi fa piacere pensare che tra poco, quando vi recherete come ogni anno al museo ci sarà anche un omaggio all’architetto Mazzuccato che con sapienza e capacità ristrutturò gli ex magazzini dell’Atc, come allora si chiamava l’azienda del trasporto pubblico.
Voglio infine ricordarvi che domenica abbiamo inaugurato il progetto culturale speciale dedicato proprio a Christian Bolstanski. Una mostra nel nostro Mambo e altre testimonianze nei quartieri della città fino a quegli occhi che ci guardano con intensità dai grandi cartelli sulle nostre strade. È significativo che il Comune abbia promosso questo percorso culturale a dieci anni di distanza da quell’emozionante viaggio con cui i relitti del DC9 risalirono l’Italia per arrivare a Bologna. L’arte di Boltanski non si estranea dalla vita, dai luoghi e dalla storia e ci emoziona. Credo che questo sia il merito più grande di un artista che la nostra città ringrazia con affetto, che ha un profondo legame con la città, grazie anche alla vostra associazione. Io credo, come ho detto, che ci sono pezzi dello Stato che devono fare la loro parte. Sono molto contento, e lo saluto a nome vostro, che ci sia il presidente della Regione Bonaccini, perché’ questo ci ricorda, e lo ricorderemo anche insieme al presidente del Consiglio Gentiloni, che la nostra Costituzione non parla di Stato e basta, parla della Repubblica che è formata da regioni, comuni e Stato e quindi è bene che le istituzioni che sono a voi più vicine aiutino le istituzioni nazionali a recuperare quella fiducia e quella credibilità che è necessaria. Consentitemi infine di darvi ancora una volta l’abbraccio mio, di tutto il consiglio comunale e di tutta la comunità bolognese e di questo, so che ne siete certi, che sarà sempre al vostro fianco”.
Di seguito l’intervento della presidente dell’associazione Familiari delle Vittime della Strage di Ustica, Daria Bonfietti.
“Signor Sindaco, Autorità tutte.
È sempre con grande emozione che i Parenti delle Vittime della Strage di Ustica si trovano in questa sala.
Sentiamo il suo valore simbolico e sentiamo le tradizioni di vita democratica di questa città, che è stata colpita e insanguinata dalla stragi,ma che sempre ha reagito e sempre ha aiutato a reagire.
Anche per la strage di Ustica, i Parenti delle Vittime hanno conosciuto l’impegno della città, della sua gente, delle Istituzioni, delle forze politiche, della società tutta.
Abbiamo sentito fraternità, amicizia e condivisione da questa terra, dai rappresentanti degli Enti Locali – e qui rivolgo un particolare ringraziamento per tutti – e al Presidente della Giunta che oggi è qui con noi Stefano Bonaccini.
Da questa sala chiediamo ancora con forza la piena verità su quella tragica notte, quando un aereo civile, il DC9 Itavia Bologna – Palermo è stato abbattuto sul mare di Ustica e la vita di 81 innocenti cittadini italiani è stata spezzata, 81 cittadini sono stati uccisi, i confini della Patria sono stati violati.
Forte deve essere il grido per affermare che siamo davanti ad uno sfregio, un vulnus profondo della nostra dignità nazionale.
Dopo che il giudice Priore ha affermato che:”“l’incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento, il DC9 è stato abbattuto, con un’azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti”, dopo le sentenze delle Corti civili di Palermo, che hanno indicato le responsabilità dei Ministeri dei Trasporti e della Difesa, per non aver tutelato i cittadini e poi per aver ostacolato la verità, dopo le dichiarazioni del Presidente emerito della Repubblica che ha indicato nei francesi i responsabili della strage, crediamo fermamente che non si possa più accettare questo trascinarsi delle cose.
Constatiamo invece dolorosamente che le indagini della Magistratura languono per la mancata collaborazione internazionale. Non giungono risposte adeguate alle rogatorie, è quindi evidentemente insufficiente l’azione diplomatica che il Governo sarebbe tenuto comunque a fare; perché non dobbiamo mai dimenticare che ci troviamo davanti ad un fatto che intacca profondamente la dignità nazionale per la evidente violazione dei confini nazionali.
Manca dunque la documentazione adeguata e in questo anniversario, denunciamo anche con forza come si stia rivelando estremamente deludente la operazione di trasparenza che era stata promessa con la direttiva Renzi, che obbligava le varie Amministrazioni dello Stato a rendere pubblica senza vincoli, la documentazione riguardanti le stragi di questo ultimo cinquantennio.
Ricordo che proprio in quest’aula, negli scorsi anniversari ci siamo rivolti all’allora Presidente Renzi, che aveva messo in atto la apprezzabile iniziativa, per la trasparenza sui documenti riguardanti le stragi nel nostro Paese, chiedendo un impegno attento e coerente, affinché la direttiva fosse effettivamente rispettata in tutti gli ambienti, sia dei Ministeri che dei Servizi, per mettere a disposizione ogni genere di documentazione in giacenza presso Ministeri e altre Istituzioni dello Stato.
Quell’impegno è stato sempre più trascurato e il nuovo Governo non ha neppure nominato un Sottosegretario di riferimento.
E allora oggi per quanto riguarda Ustica, sento di poter esprimere un giudizio ampiamente negativo sull’applicazione della Direttiva, ma io credo che sia un giudizio ampiamente condiviso anche dalle altre Associazioni.
Per quanto riguarda Ustica, sono messi a disposizione documenti in gran parte già noti, manca quasi totalmente la documentazione coeva ai fatti.
Emergono situazioni inaccettabili da ogni punto di vista: ad esempio la mancanza quasi assoluta di documentazione del Ministero dei Trasporti, rilevare che lo Stato Maggiore della Marina non ha documentazione per gli anni 80-86, fino a scendere, in un panorama sempre più negativo, alla Prefettura di Bologna che non ha depositato nessuna documentazione per Ustica.
Oggi dunque, a 37 anni da quella tragedia, non possiamo non continuare il nostro impegno, la nostra lotta, per la verità; Una lotta che deve essere sempre più impegno per la ricerca di documentazione, sia a sostegno dei giudici sia in definitiva per la Storia di questo Paese.
È chiaro che si deve fare i conti con la realtà disastrosa degli Archivi delle Amministrazioni dello Stato, sui quali forse, varrebbe la pena gettassero un occhio anche il Parlamento e la Magistratura, perché le leggi ci sono, ma non sono assolutamente rispettate.
Signor Sindaco, quest’anno con particolare emozione saremo al Museo per la Memoria di Ustica, a dieci anni dalla sua inaugurazione , per quello che è stato e continua a essere il luogo per la memoria e per l’impegno civile.
Partendo dalle figure di Gian Paolo Mazzucato e Christian Boltanski. Il primo, a partire da una idea di memoria viva, che già lo aveva portato a realizzare il Monumento ai Martiri di Sabbiuno, con le sue capacità professionali e la sua passione civile è stato protagonista con l’Associazione prima di tutta la fase della ideazione, poi della progettazione e infine della realizzazione, venendo malauguratamente a mancare proprio a pochi mesi dall’inaugurazione. A lui nel Giardino della Zucca fra poco dedicheremo un particolare “Omaggio” a cura di Raffaela Bruni e Elena Pirazzoli.
Christian Boltanski, con il suo intervento di straordinario spessore artistico, ha dato futuro alla memoria dei nostri cari con un’operazione “immensa e indimenticabile” ed è di nuovo a Bologna, con “Anime. Di luogo in luogo”, una serie di eventi che accompagnerà l’anniversario e si prolungherà fino a novembre.
Mi piace qui ricordare, Signor Sindaco, la particolare emozione che ci prese quando Boltanski, il 6 settembre data del suo compleanno, ci mostrò la sua disponibilità a tornare a Bologna a dieci anni dal Museo, per continuare assieme a noi questo rito civile del ricordo.
Il Museo è stato in questi anni punto di incontro della memoria con le giovani generazioni, con le scuole ed è significativo che, nel programma delle iniziative di quest’anniversario, figurino tre spettacoli che si riconducono al Protocollo che l’Associazione ha voluto siglare con il Ministero dell’Istruzione per “Iniziative didattiche e formative volte ad approfondire il tema del terrorismo e a conservare tra i giovani la memoria di tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale e delle stragi di tale matrice”.
Avremo poi, il tradizionale appuntamento de “La notte di San Lorenzo” che collegherà ancora una volta, a partire dai versi del “X agosto” di Giovanni Pascoli, con le immagini della poesia, il dramma del volo interrotto del DC9 di Ustica ai tanti viaggi e alle tante vite spezzate durante i viaggi dell’immigrazione.
Sarà una grande momento di riflessione laica per tutta la città, con i versi scelti da Niva Lorenzini, che avrà al suo interno anche una riflessione di Monsignor Matteo Zuppi , Arcivescovo di Bologna, il quale non può essere con noi in questa mattinata ma ci manda questo messaggio:
Carissimi, purtroppo non posso essere presente fisicamente tra voi, così come avrei desiderato. Ma lo sono con tutto me stesso. La strage di Ustica è infatti una delle ferite della nostra città, forse quella più invisibile e proprio per questo più profonda e tragica. Sono scomparsi. La loro memoria è conservata, delicatissima, nel bellissimo Museo per la Memoria, uno dei luoghi di maggiore umanità di Bologna, con le luci che si accendono e si spengono.
81, come le vite spente da quello sciagurato avvenimento. Sono accese perché da credente li affido tutti alla luce di Dio. Ma anche da credente chiedo che si faccia tutto il possibile – e non è stato fatto ancora tutto il possibile – perché si faccia luce su quanto è avvenuto. Se la menzogna, le coperture, le complicità sono sempre insostenibili e inaccettabili, ancora di più quando la verità è nascosta proprio dalle istituzioni che sono chiamate a garantirla. Sono vicino a tutti i parenti e con affetto porto con me il loro dolore, che, come accade, anche se sono passati tanti anni, non è affatto “passato”. Certamente la verità aiuterebbe a trasformarlo. Dio vi benedica, Lui che accoglie nel suo cielo di amore i vostri cari la cui vita è stata spezzata dagli uomini.
Sono riconoscente a questa città che ci abbraccia con la sua anima civile e religiosa, questa città che si stringe attorno al Museo per la memoria di Ustica, un museo della periferia che è cresciuto per le sue attività nella considerazione dei cittadini ed è diventato punto di riferimento anche per il turismo.
Si dice che il segno di un amore di una città per i suoi Musei stia nella tenuta dei luoghi che li circondano e nel metterli in condizione di svolgere al meglio la loro “missione”, missione che in questo caso è educativa e di memoria.
Signor Sindaco, proprio con il suo impegno abbiamo firmato una convenzione Associazione e Comune per la vita del Museo, poniamola come punto di partenza per il nuovo decennio!
Impegno per la verità, impegno per la memoria.
Oggi dunque impegno per la verità che deve essere sempre più impegno per la documentazione, come impegno per la storia, come ripetiamo spesso.
E qui, mi sento di rivolgere anche un appello all’Università di Bologna perché sempre più senta la responsabilità di approfondire ricerche e studi sulle vicende tragiche che hanno colpito le nostre popolazioni.
Signor Sindaco, ribadiamo qui di voler continuare questa nostra battaglia non solo per la realizzazione giusta e sacrosanta degli interessi morali e materiali dei nostri cari, ma è anche come vera e propria “lotta per il diritto”, atto insieme di fede nelle Istituzioni dello Stato e di impegno a fare quanto necessario perché esse funzionino, specie in un campo essenziale alla convivenza civile, quale è quello della giustizia.
E per concludere voglio citare il Presidente Mattarella che ringrazio ancora per il suo messaggio:
“Alla domanda di giustizia le Istituzioni hanno il dovere di dare risposte, percorrendo fino in fondo la strada della verità e facendo onore alla professionalità e alla dedizione di uomini dello Stato che sono riusciti ad aprire questo cammino superando ostacoli e difficoltà”.
Mi piace questo riferimento a chi è stato e ha saputo essere dalla parte giusta, dalla parte del Diritto, dalla parte della lotta per la verità, perché è un riconoscere che si poteva fare, si poteva anche non stare dalla parte della menzogna e o dell’indifferenza. È importante credetemi, dopo 37 anni, almeno non sentirsi soli!”
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