XX Piacenza Jazz Fest

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L’edizione numero venti partirà il 4 marzo per chiudersi il 18 aprile

PIACENZA – Nel cartellone principale Michel Portal, Mike Stern, il duo Enrico Rava e Fred Hersch, quello di Bill Frisell con Thomas Morgan, gli italiani Fasoli, Petrin e Giammarco e molto altro ancora.

Al netto di tutto, vent’anni fanno un bel po’ di vita. Sono più di cinquecento concerti moltiplicati per tanti più musicisti passati da qua, molti dei quali si sono rivelati anche incontri con persone di grande valore, non solo dal punto di vista artistico.

Senza contare le emozioni, perché quelle davvero non si possono quantificare in nessun modo ma rimangono nel ricordo di chi c’era e di chi le porterà sempre con sé, perché la bella musica riesce a fare quell’effetto e rimane a lungo impressa nella memoria.

Ciò che più conta, a questo ventennale il Piacenza Jazz Club, l’associazione culturale che è dietro l’ideazione e organizzazione dell’evento, arriva con una progettualità sempre in fermento e lo sguardo rivolto al futuro. Lungi dal riposare sugli allori dei molti bei risultati conquistati nel tempo, si pensa a intessere nuove collaborazioni e a imbastire nuovi progetti.

Pubblicazioni, mostre, nuove collaborazioni fino a un concerto prodotto in proprio sono solo alcuni degli sforzi organizzativi più importanti che vanno al di là del cartellone principale dei concerti – peraltro ricco, ricchissimo di grandi nomi – con l’attenzione a coinvolgere sempre la più ampia porzione di tessuto cittadino. Un festival diffuso, in grado di arrivare capillarmente ben al di fuori del contesto tradizionale dei teatri e delle sale concerto, in mezzo alla gente, nelle scuole, per le strade, nei pub, nei centri commerciali, nel carcere, per portare il suo messaggio di festosa contaminazione e integrazione.

Vitale per il Piacenza Jazz Fest è la Fondazione di Piacenza e Vigevano, ente sostenitore fin dalla prima ora e main sponsor della manifestazione, che ha aderito fin da subito all’idea progettuale con grande partecipazione e attenzione. Fondamentali per la buona riuscita del festival sono anche gli altri enti sostenitori, come la Regione Emilia-Romagna e il Ministero della Cultura, tramite il FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) e il Comune di Piacenza tramite il patrocinio. In questo anno particolare il festival potrà inoltre fare affidamento sulla “Fondazione Donatella Ronconi – Enrica Prati”, che ha aderito in particolare agli obiettivi legati al coinvolgimento del mondo della scuola e Confindustria Piacenza. Non fanno inoltre mancare il loro sostegno alcune realtà private che hanno deciso di investire in questo grande evento.

IL CARTELLONE PRINCIPALE

Per questo ventennale sono due le traiettorie principali che si intersecano scorrendo il programma dei main concert: i grandi nomi internazionali da un lato e dall’altro i musicisti italiani di alto lignaggio, quelli che hanno contribuito a creare la storia del jazz nel nostro Paese.

Per festeggiare in grande stile questo anniversario, il classico concerto di anteprima offerto alla città in occasione della presentazione del festival vedrà protagonista Musica Nuda, l’affiatato duo formato dalla voce di Petra Magoni e dal contrabbasso di Ferruccio Spinetti, che celebra anch’esso i vent’anni di sodalizio.

A inaugurare questa speciale edizione sarà invece un omaggio al Maestro Giuseppe Parmigiani, mancato lo scorso anno, con un concerto della “sua” Sugar Kitty Band, che non solo fu la prima big band di Piacenza ma anche delle province limitrofe e che fu da lui ideata e condotta. L’orchestra fu attiva per diversi anni esibendosi regolarmente in festival e rassegne, oltre che nelle piazze e nei teatri della provincia di Piacenza (da segnalare l’esibizione ad Hannover in occasione dell’Expo 2000). Valente musicista, compositore e arrangiatore, Giuseppe Parmigiani ha lasciato un segno indelebile non solo nel panorama della musica piacentina, ma è stato una figura di spicco anche nella scena musicale dell’alta Italia, un precursore che ha infuso in tanti suoi allievi e ammiratori l’amore in particolare per il Jazz.

Sul fronte internazionale si spazia dall’Europa agli USA. Quando si parla di musica afroamericana nel Vecchio Continente, uno dei primi nomi che si cita è senza dubbio Michel Portal, il compositore, sassofonista e clarinettista francese in prima linea sin dalla fine degli Anni Sessanta nel mescolare il linguaggio del jazz con elementi della cultura europea, sia colta che popolare. Michel Portal, che con i suoi 87 anni conserva uno spirito fresco e una vitalità assolutamente contagiosa, spicca per personalità, per estro e per essere sempre stata una delle figure meno riducibile a semplici schemi e appartenenze. Vanta sia un rimarchevole repertorio classico, sia contributi nella creazione della musica contemporanea, avendo partecipato al movimento delle avanguardie. Al festival si presenterà con un quintetto che ha introdotto nuova linfa creativa, grazie alla miscela di forti personalità provenienti da stili molto diversi, tra i quali anche Bruno Chevillon al contrabbasso.

Dagli Stati Uniti quest’anno sono in arrivo due chitarristi di assoluta eccellenza, che con la loro storia musicale incarnano due differenti facce dell’America: l’energica atmosfera metropolitana da un lato e le grandi praterie dall’altro. Difatti grande attesa attorno a Mike Stern (che farà anche una masterclass a quindici, fortunati chitarristi) accompagnato da una super band di cinque elementi in cui spicca il batterista Dennis Chambers. Figura di riferimento tra i batteristi, è molto rinomato per tecnica, velocità e groove, specialmente nell’ambito del funk e della fusion. Il concerto sarà un viaggio musicale attraverso l’eclettica e innovativa discografia di Stern. La sua costante sperimentazione tecnica e stilistica ne hanno fatto uno dei chitarristi contemporanei più influenti, come testimoniamo le cinque nomination ai Grammy Awards ricevute.

La speciale edizione del ventesimo anniversario del festival, chiuderà in grande stile con il ritorno di un chitarrista che è già leggenda: Bill Frisell. Il musicista, che col suo lavoro ha cambiato il suono della musica americana – come recita il sottotitolo della sua recente biografia – sarà protagonista di un indimenticabile concerto, condividendo il palcoscenico di questo recente progetto con il contrabbassista Thomas Morgan. I due hanno entrambi collaborato all’interno di varie formazioni fin dagli Anni Novanta e insieme hanno inciso due album per ECM, frutto di alcune registrazioni dal vivo al Village Vanguard di New York. In questi album, ma ancor più nelle loro esibizioni dal vivo, il duo trasmette tutta la forza magnetica del loro interplay, oltre ad una buona dose di poesia, elemento da sempre caratteristico della musica di Frisell.

Sull’altra traiettoria, in omaggio al grande jazz italiano, viene schierato un terzetto di assoluta fuoriclasse, a cominciare dal sassofonista, compositore e docente Claudio Fasoli, che fin dai suoi esordi negli Anni Settanta nel Perigeo insieme a Franco D’Andrea e Giovanni Tommaso e, a seguire, con i numerosi progetti di cui è stato leader e animatore, si è ritagliato un posto sul podio degli innovatori. Il Quartetto Samadhi, con cui si presenta al festival, è la situazione ideale per ascoltarlo in quanto garantisce forti emozioni sul piano dell’intensità espressiva, oltre all’imprevedibilità degli sviluppi tematici e improvvisativi. Spazio anche a Umberto Petrin in trio che presenterà nel cartellone del ventennale il suo ultimo progetto “Everybody Dance”, un lavoro che coniuga il Jazz con la Disco Music, in particolare quella con un approccio più soul-funk, e che lo ha fatto conoscere sotto un’altra luce, lontano dai cliché che lo vedono dipinto come un intellettuale compassato, un compositore difficile la cui musica si nutre da sempre di filosofia, letteratura e arte. Altro protagonista presente tra i big, sarà Maurizio Giammarco. Il sassofonista (nato a Pavia, ma romano d’adozione) è un grande strumentista, un valente didatta e saggista – suo un magnifico volume su Sonny Rollins del 1997 – nonché uno dei maggiori compositori jazz europei.  In occasione del festival, Giammarco presenterà diverse sue nuove composizioni, appositamente pensate per il gruppo Halfplugged Syncotribe,  ovvero una versione del solido e navigato trio Syncotribe allargato a quintetto.

A unire queste due anime, italiana e internazionale, ci penserà idealmente il duo di Enrico Rava, vera icona del jazz italiano, insieme a Fred Hersch, il pianista che ha fatto dell’innovazione il suo elemento distintivo. Un duo nuovo ma tutt’altro che acerbo, amore a prima vista nato al tempo giusto, come capita solo ai grandi amori, che ha trovato i due musicisti in uno stato di grazia. Infatti quello che doveva inizialmente essere un unico concerto è diventato anche un disco (“The Song Is You”, uscito lo scorso autunno per ECM) che si è trasformato in un tour che purtroppo ha subito una sosta tecnica lo scorso anno, ma che il Piacenza Jazz Club ha voluto confermare non appena le condizioni lo hanno reso possibile. L’assoluta valenza della proposta, è testimoniata dall’interesse dell’emittente francese “Arte”, che riprenderà e trasmetterà addirittura in diretta il concerto.

Sempre speciale il concerto che il festival programma nella spiritualità infusa dall’antica Basilica di S. Savino. Quest’anno, per la prima volta, sarà assoluto protagonista in solitudine Gianni Azzali, sassofonista e flautista, nonché direttore del festival. Nel titolo “Peke Yako”, che in Swahili significa “da solo”, il richiamo alla finalità benefica della serata, il cui ricavato andrà all’associazione “L’albero di Joshua” che sostiene le attività in Kenya della dottoressa piacentina Francesca Lipeti.

Ogni anno il Concorso Bettinardi per Giovani Talenti del Jazz Italiano dà l’occasione ai vincitori delle tre categorie in cui è suddiviso – Solisti, Gruppi e Cantanti – di esibirsi nel cartellone principale dell’anno successivo, dato che uno dei premi più ambiti e interessanti è l’ingaggio al festival per i primi classificati. Per aumentarne la visibilità, i loro concerti in sono programmati in doppio set con musicisti più popolari. È così che Donatella Montinaro canterà alla testa di un suo quintetto nella stessa sera del Claudio Fasoli Samadhi Quartet, il flautista Aldo Di Caterino si esibirà in trio prima del progetto di Umberto Petrin e il gruppo Michele Sannelli & The Gonghers li ascolteremo prima dei Syncotribe di Maurizio Giammarco.

BIGLIETTI E ABBONAMENTI

Per il terzo anno consecutivo il costo dei biglietti è rimasto immutato, come segnale per non appesantire troppo sui bilanci familiari, vista la situazione di pesanti rincari di molti settori cruciali.

Il singolo biglietto costa dunque 22 euro intero e 18 euro ridotto (le riduzioni sono valide per gli over 65, gli under 20, i soci del Piacenza Jazz Club e possessori della JazzIt Card.

Gli studenti di Piacenza e provincia fino alla secondaria superiore e con elenco inviato dalla segreteria della scuola ad ogni evento, potranno usufruire di un ingresso privilegiato a € 5 fino ad esaurimento posti disponibili (solo per i concerti in abbonamento).

I biglietti, senza nessun diritto di prevendita, si potranno acquistare a partire dal 20 febbraio sia presso la sede del Piacenza Jazz Club in via Musso, 5 a Piacenza passando di persona dal lunedì al venerdì dalle 15:00 alle 19:30 e al sabato dalle 10:30 alle 12:30 oppure online sul sito vivaticket.it, in questo caso le commissioni di servizio saranno pari al 10% del costo del biglietto. Tutte le info per abbonamenti e biglietti scrivendo a biglietti@piacenzajazzclub.it

Per continuare a tenersi aggiornati e informati sul Piacenza Jazz Fest si consiglia di consultare il sito piacenzajazzfest.it e di seguire i canali social dedicati su Facebook, Instagram e Twitter. Per avere maggiori informazioni basta chiamare uno dei seguenti numeri: 0523/579034 – 366/5373201 o scrivere una mail a info@piacenzajazzclub.it