Oggi in videoconferenza la presentazione del documento preliminare a Terzo settore, sindacati, Università, Cooperative, Anci ed esperti. Parole chiave ascolto e concertazione, per approvare entro il 2022 un documento condiviso
BOLOGNA – La costruzione del nuovo Piano sociale e sanitario regionale dell’Emilia-Romagna è partita: con la presentazione del documento preliminare al mondo del Terzo settore, Università, Organizzazioni sindacali, Centrali cooperative ed esperti, è stato avviato oggi il percorso di ascolto che porterà alla costruzione, insieme al territorio, del testo finale.
Un primo appuntamento a cui ne seguiranno altri, con l’obiettivo di approvare il Piano, nonostante l’emergenza sanitaria, entro il 2022.
Tre sono le parole chiave del Piano: partecipazione, ascolto e concertazione. E se queste sono le modalità attraverso le quali il Piano vedrà la luce, sono già definiti alcuni obiettivi prioritari, illustrati questa mattina dalla vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, e dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffale Donini.
Tra questi, equità e lotta alle disuguaglianze, che la pandemia ha acuito; capacità di intercettare persone fuori dal radar dei servizi, spesso ai margini del territorio, per garantire parità di accesso e coesione sociale; individuazione di nuovi strumenti per rispondere ai nuovi bisogni di benessere individuale; e ancora, massima flessibilità e intersettorialità tra sfera sociale e sanitaria, con il coinvolgimento di tutte le forze in campo, dalle associazioni di volontariato alle Aziende sanitarie, dagli Enti locali alle organizzazioni sindacali, al Terzo settore.
“Oggi avviamo un percorso che vogliamo partecipato e articolato sul territorio, perché siamo davanti a una sfida cruciale, che possiamo affrontare soltanto insieme- hanno affermato Schlein e Donini-. Il Piano sociale e sanitario è uno strumento di programmazione essenziale che conta già su un’esperienza consolidata e affinata nel corso degli anni, ma che ora è chiamato a un ulteriore salto di qualità: occorre riorientarlo ai nuovi bisogni emersi durante la pandemia, alle mutate esigenze di cura e presa in carico. L’emergenza ha dimostrato la grande capacità di adattamento, auto organizzazione e supporto che le comunità hanno saputo offrire nonostante le difficoltà, ma ha anche fatto emergere la necessità di integrare le politiche sanitarie con quelle sociali”.
“Pensiamo- hanno aggiunto vicepresidente e assessore- a una presa in carico sempre più ‘rotonda’ e intersettoriale, con una rinnovata attenzione alla prossimità, alla domiciliarità, alla vicinanza tra medicina del territorio e ospedaliera. Guardiamo a un welfare universale di comunità e prossimità, che volga verso una dimensione emancipatoria delle persone, per dare loro gli strumenti per rimettersi in piedi e riuscire a superare le difficoltà che questa pandemia ha aggravato. Siamo una Regione abituata ad alzare sempre più l’asticella anche a partire dai punti di vulnerabilità- hanno concluso Donini e Schlein -. Lo faremo anche questa volta, certi di poter costruire insieme al territorio, alle cittadine e ai cittadini un Piano forte e innovativo, per un welfare e una sanità pubblica e universalistica che non lasci indietro nessuno”.