MODENA – Sabato 6 febbraio dalle 16 alle 19 esplorazioni didattiche per bimbi e ragazzi all’insegna del gioco tra le sale dei Musei civici; domenica 7, invece, un incontro con Ilaria Pulini nell’ambito della mostra “Modena-Tirana. Andata e ritorno” dedicato all’Albania nelle immagini dei fotografi.
Sono le proposte per il fine settimana dei Musei civici di Modena a Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino. Le prime del nuovo ciclo 2016 della rassegna “Metti la primavera in Museo. Inediti percorsi tra arte, archeologia, storia”, che come ogni anno, da febbraio ad aprile, mette in programma iniziative varie e rivolte a pubblici diversi con l’obiettivo di avvicinare i musei alla città e i cittadini ai musei approfondendo le mostre in corso e le raccolte di arte e archeologia.
Sabato 6 febbraio, la partecipazione è libera e gratuita, dalle 16 alle 19 i Musei civici al terzo piano del Palazzo si mettono in gioco e invitano bambini e ragazzi a trasformarsi in… “Cacciatori di forme!”. Esplorando le sale del Museo, i giocatori dovranno riconoscere opere e reperti solo a partire dalla loro forma o da parte del contorno. Ceramiche, dipinti, tessuti, statue, strumenti musicali, reperti di migliaia di anni fa e oggetti provenienti da paesi lontanissimi. Un gioco divertente ed educativo da fare individualmente oppure in gruppo. E per tutti i bambini partecipanti è prevista una sorpresa alla Caffetteria di Palazzo dei Musei!
Domenica 7 febbraio alle 17 nella Sala dell’Archeologia al terzo piano di Palazzo dei Musei, a inaugurare gli incontri dei Musei collegati alla mostra “Modena-Tirana. Andata e ritorno” sarà Ilaria Pulini, che quando era ancora direttrice del Museo ha dato l’avvio al progetto, ed è cocuratrice dell’esposizione insieme a Rossella Ruggeri e Cristiana Zanasi. Proprio con Pulini, il Museo archeologico Etnologico ha acquisito, tra le altre, anche la raccolta delle stampe originali di Pietro Marubbi, esposte nella mostra. Proprio all’attività di questo fotografo è dedicato l’incontro di domenica, dal titolo “Il primo fu Pietro Marubbi. L’Albania nelle immagini dei fotografi”. Garibaldino, esule dalla nativa Piacenza, non ancora ventenne, Pietro Marubbi aveva scelto Scutari, in Albania, per aprire quello che sarebbe diventato uno dei più noti studi fotografici dei Balcani, celebrato per i ritratti di personaggi e famiglie locali e per le serie di soggetti albanesi creati per il mercato europeo. La sua eredità, raccolta nei primi decenni del Novecento da una generazione di fotografi attivi in Albania, viene oscurata nel quarantennio di dittatura comunista da un uso dell’immagine rivolto esclusivamente alla celebrazione del regime, ma torna di nuovo prepotentemente alla ribalta come memoria dell’identità’ albanese con l’avvento della democrazia.
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