Commozione innanzi ai simboli di eroismo, coraggio e sacrificio di generazioni
ROMA – “Fin dalla sua ideazione inizia nel 1878, per arrivare poi alla sua inaugurazione del 4 giugno 1911 e alla successiva elevazione ad Altare della Patria con la tumulazione del Milite Ignoto del 4 novembre di dieci anni dopo, il complesso monumentale del Vittoriano è un complesso armonico di allegorie architettoniche tra i più ricchi ed emblematici della nostra storia, in cui si specchiano idealmente i luminosi e imperituri esempi di ingegnosità, eroismo, coraggio, generosità e sacrificio di generazioni di Italiani.” — ha dichiarato ieri il Sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli, in occasione della visita presso il Vittoriano di Roma.
“Ammirare questa studiata sintesi dei valori civili del popolo italiano suscita sempre una grande emozione, offrendo innumerevoli spunti di riflessione sulla storia Patria, quest’anno particolarmente indirizzati alle celebrazioni del centenario dello Ignoto Militi, emblema dei tanti militari caduti in guerra di cui non si conosce nome o luogo di sepoltura che assurge più in generale a metafora dei sacrifici e delle sofferenze di un intero popolo.
Proprio dal ricordo della Grande Guerra possiamo trarre utili ammaestramenti sui momenti difficili già superati con la forza della coesione e la volontà di guardare avanti.” – ha proseguito il Sottosegretario.
“Dopo poco più di 50 anni dalla nascita dello Stato Italiano, proclamato il 17 marzo 1861, la nostra giovane nazione fatta di genti così differenti per dialetti e culture, trovò la sua unità nelle sofferenze della trincea.
Da nord a sud, milioni di ragazzi si strinsero l’un l’altro, come fratelli, per difendere la Patria sul fiume Piave, divenuto estremo baluardo di difesa, mentre tutta la cittadinanza contribuiva dall’Alpi a Sicilia a sostenere l’ingente sforzo bellico. E proprio nell’ora più buia, con l’avanzare delle truppe dell’impero Austroungarico che sembrava inarrestabile, la generazione del ’99, chiamata alle armi non ancora diciottenne, rispose “presente!”: nel 1917, dopo le sorti avverse di Caporetto, in un momento di gravissima crisi per l’Italia e per l’Esercito, rinsaldarono le file sul Piave, del Grappa e del Montello, contenendo l’avanzata avversaria e poi ribaltando le sorti con una controffensiva che nel 1918, ad un anno di distanza, porterà alla fine vittoriosa del conflitto per l’Italia nella decisiva battaglia di Vittorio Veneto.
Il loro sacrificio fu determinante per giungere all’Italia così come la conosciamo oggi: unità nello spirito prima ancora che nella geografia.
Di generazione in generazione, dopo più di 100 anni, ancora oggi ricordiamo e onoriamo questi giovani che immolarono la loro gioventù sull’altare della Patria. Chi vive nel ricordo, non muore mai!” – ha concluso il Sottosegretario Pucciarelli.