FERRARA – >> Il concerto di martedì 13 luglio 2021 è stato rinviato a data da destinarsi a seguito dell’allerta meteo regionale.
Nell’ambito di “Giardino per tutti”, il nuovo contenitore di eventi ai Giardini del Grattacielo di Ferrara, il Consorzio Wunderkammer, con il prezioso sostegno di ANCI e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, presenta “Tra colto e popolare – Generi Altrimenti Declinati” – Per un ascolto consapevole della musica moderna come sintesi di culture migranti. Tre concerti a ingresso gratuito a cura del Jazz Club Ferrara, rispettivamente martedì 13 (rinviato a data da destinarsi a seguito allerta meteo), mercoledì 21 e sabato 31 luglio 2021, animati da protagonisti assoluti quali Gabriele Mirabassi e Roberto Taufic, Yamandu Costa e Kevin Hays per un viaggio tra sonorità jazz e musica brasiliana.
I CONCERTI
Martedì 13 luglio, ore 21.30, (rinviato a data da destinarsi a seguito allerta meteo) Gabriele Mirabassi & Roberto Taufic
Gabriele Mirabassi, clarinetto
Roberto Taufic, chitarra
“Um Brasil diferente” è il titolo del progetto del clarinettista Gabriele Mirabassi e del chitarrista Roberto Taufic. Due viaggi in direzione opposta che si incrociano a mezza via, così si potrebbe definire l’incontro tra i due musicisti. Mirabassi, dopo mille scorribande in ambito classico e jazzistico, scopre il Brasile una quindicina d’anni fa e da allora lo frequenta con tale assiduità da farlo diventare un punto di riferimento della sua esperienza umana e musicale. Lasciato il Nord Est del Brasile (Natal) da ragazzo alla volta dell’Italia, Taufic ha compiuto il percorso inverso: ha fatto si che l’atteggiamento europeo nei confronti del jazz fecondasse il suo linguaggio musicale. Da tutto ciò nasce “Um Brasil diferente”, ovvero la rilettura di un repertorio costituito da canzoni e pezzi strumentali di varie epoche e stili, a cui si aggiungono alcune composizioni originali degli artisti.
Un Brasile profondo, che il duo ha scoperto di avere in comune, visto da un’angolazione peculiare: quel preciso punto di congiunzione generato dall’andata dell’uno e dal ritorno dell’altro.
Mercoledì 21 luglio, ore 21.30, Yamandu Costa
Yamandu Costa, chitarra sette corde
Lo strumento principe di Yamandu Costa è la chitarra a sette corde, di uso comune in Brasile in particolar modo nel choro e nel samba. Da buon gaucho cresciuto nella provincia del Rio Grande do Sul, Yamandu ne ha ampliato l’utilizzo includendo nel suo repertorio milonghe, tanghi e chamamé. Questa sua versatilità, unita ad una tecnica a dir poco stratosferica, lo ha reso uno dei maggiori fenomeni della musica brasiliana di tutti i tempi. Costa si è esibito praticamente in tutto il mondo raccogliendo consensi: oltre al Brasile, in America Latina, Europa, Russia, Medio Oriente, India, Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia, Stati Uniti ed Emirati Arabi. Poco prima della sua scomparsa, Paco de Lucía ha assistito ad un suo concerto esordendo, visibilmente emozionato, in una standing ovation. Oltre ai progetti in solo, duo e combo, segnaliamo quelli che vedono Costa come solista di prestigiose orchestre sinfoniche brasiliane ed europee quali l’Orchestre de Paris e l’Orchestre National de France diretta da Kurt Masur.
Sabato 31 luglio, ore 21.30, Kevin Hays
Kevin Hays, pianoforte e voce
Formatosi alla Manhattan School of Music, Kevin Hays inizia la propria carriera professionale non ancora maggiorenne nella band di Nick Brignola. Negli anni ’80 affina il suo pianismo da jazzman di razza – soprattutto in qualità di sideman – con Bob Belden, gli Harper Brothers e Benny Golson. Il decennio successivo ne sancisce la consacrazione internazionale sia grazie alla partecipazione in studio e in tour a fianco di Sonny Rollins, Joshua Redman e Eddie Herderson, sia con la creazione di quello che diverrà il suo storico trio (alla ribalta da oltre vent’anni) con gli inossidabili Doug Weiss e Bill Stewart. Degni di nota anche le collaborazioni con Seamus Blake, Lionel Loueke ed il piano duo con Brad Mehldau. Negli ultimi anni Hays alterna performance in piano solo, in cui si cimenta spesso con autori classici (nota la sua predilezione per Robert Schumann), all’attività in trio assieme a Rob Jost e Greg Joseph. Ed è proprio il lavoro con questo nuovo trio che lo ha portato ad affrontare un’ulteriore sfida: quella del compositore e interprete di canzoni originali da cui scaturisce l’apprezzatissimo album New Day.
LA RASSEGNA
Il poeta e diplomatico brasiliano Vinicius De Moraes diceva spesso che “la vita è l’arte dell’incontro”. Non è un caso che la sua vicenda umana sia sempre andata a braccetto con la sua attività cantautorale, a tal punto che non sarebbe stato per nulla sorprendente se avesse affermato che la musica è l’arte dell’incontro. Non si tratta solamente del potere aggregante o dell’interazione tra artisti e pubblico, ma in senso più ampio, di musica intesa come incontro tra culture.
Come la lingua, anche la musica muta costantemente assorbendo le influenze centripete provenienti dall’esterno. Si parla di processi generalmente lenti, anche di centinaia d’anni, ma più ci si avvicina ai giorni nostri, più queste dinamiche accelerano con esiti spesso più rapidi della capacità di comprensione degli stessi da parte della comunità.
Un ambito che ci aiuta a capire quanto affermato è la genesi delle musiche moderne che il Continente Americano ha saputo esprimere attraverso la sintesi tra colto e popolare nel corso degli ultimi centocinquant’anni. Per colto intendiamo, semplificando, la musica eurocolta, ovvero quella di matrice classica, per popolare quella tradizionale, o folclorica, non necessariamente eseguita da musicisti in grado di leggere le partiture e tramandata attraverso la pratica della stessa.
Si pensi ad esempio al jazz che nasce nel Continente Nord Americano come incontro tra musica eurocolta e cultura popolare africana nelle sue accezioni poliritmiche e nelle sue strutture, anche di ambito rituale. In soli cinquant’anni, nel suo percorso partito dal Sud agricolo e schiavista, approdato al Nord industriale di Chicago e coronatosi nella costa Est degli Stati Uniti, il jazz è mutato dalla sua primigenia natura di musica di intrattenimento e da ballo, a quella di musica di ricerca ed emancipazione. Un fenomeno che dimostra quanto lo spostamento degli individui e la loro interazione in differenti contesti sociali sia direttamente proporzionale all’evoluzione dei linguaggi musicali.
Proprio sul termine “linguaggio” gioca l’acronimo GAD: “Generi altrimenti declinati”. La definizione di genere, in ambito musicale, ha più a che vedere con la necessità di categorizzare e commercializzare, mentre il termine linguaggio è probabilmente la migliore declinazione per definire i tanti e complessi mondi espressivi che attraversano la storia della musica moderna.
Questa premessa ci aiuta a comprendere le ragioni alla base della scelta dei tre progetti musicali proposti.
DOVE – Parco Marco Coletta/Giardini del Grattacielo, viale Cavour, 175 – 44122 Ferrara
COSTI E ORARI – Ingresso gratuito. È fortemente consigliata la prenotazione tramite app Eventbrite
Apertura ore 20.30. Inizio concerti ore 21.30
Per info: www.jazzclubferrara.com
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