Bologna

Via Zamboni è Rock, la Commissione Europea premia il progetto di Comune e Università di Bologna

BOLOGNA – Il progetto Rock – acronimo per Regeneration and Optimization of Cultural heritage in creative and Knowledge cities – presentato da Comune di Bologna in collaborazione con l’Università di Bologna, è risultato primo classificato del bando europeo Horizon 2020, nell’asse Climate – Greening the Economy in risposta alla call: Cultural Heritage as a driver for sustainable growth. Con la lettera inviata dalla Commissione Europea si avvia il processo che condurrà alla sottoscrizione del contratto che vale complessivamente 10 milioni di euro di cui 2 destinati al progetto bolognese.

Alla call internazionale hanno partecipato l’Area Cultura e Rapporti con l’Università, l’Ufficio Relazioni Internazionali, il settore Ambiente, Urbanistica e Agenda Digitale del Comune di Bologna con l’Urban Center e l’Università di Bologna, in particolare con i progettisti del Dipartimento di Architettura, guidati dal Prof. Giovanni Leoni, e con attività previste anche per i Dipartimenti di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali, di Sociologia e diritto dell’economia e di Storia, culture, civiltà.

“Questa notizia ci dà ancora più entusiasmo nel lavoro che stiamo portando avanti rispetto alla zona universitaria – dichiara il Sindaco di Bologna Virginio Merola – e ci consente di guardare con fiducia alla possibilità di rigenerare una parte della città tanto bella e importante quanto critica. Proprio la rigenerazione urbana tramite la cultura e la co-progettazione rappresenta una delle parole chiave delle nostre linee di mandato e, per questo, l’annuncio che abbiamo ricevuto dall’Europa ci rende particolarmente orgogliosi”.

“L’Ateneo è molto soddisfatto di questo risultato, ottenuto con uno sforzo congiunto che ha unito Università e città – dichiara il Rettore Francesco Ubertini – Grazie a ROCK potremo ora proseguire con enorme slancio nel programma di riqualificazione di via Zamboni, già avviato negli scorsi mesi con una serie di iniziative studiate insieme. Un progetto che potrà realizzarsi grazie al coinvolgimento di tutte le anime dell’Ateneo in modo trasversale e multidisciplinare con un approccio che va dalla sostenibilità alle nuove tecnologie, dalla promozione di eventi culturali alla creazione di laboratori con obiettivi tematici specifici”.

Il concept
Il progetto intende dimostrare come i centri storici delle città europee possano essere considerati straordinari laboratori viventi dove sperimentare nuovi modelli di rigenerazione urbana guidata dal patrimonio culturale (tangibile ed intangibile), nonché meccanismi di finanziamento innovativi e non convenzionali, in un’ottica integrata, condivisa, sostenibile, multi-culturale e multi-attoriale.

Gli obiettivi
Il progetto che a Bologna si concentrerà sulla zona universitaria attorno a via Zamboni, prolungando la propria area di interesse fino a Piazza Maggiore si propone di sostenere una trasformazione sistemica di centri storici degradati o poco vivibili, attraverso la generazione di nuovi processi ambientali, sociali, economici e sostenibili. In linea con due i concetti-guida di città creativa (che riconosce cioè la creatività come fattore strategico per lo sviluppo sostenibile, così come definito come definito dall’UNESCO) e città della conoscenza (ovvero caratterizzata da un’economia basata sulla conoscenza, utilizzata come punto di riferimento primario e come motore per le dinamiche socio-economiche e tecnologiche), Rock si propone di testare nuove formule di rigenerazione e nuove modalità di accesso ai beni culturali, di promuovere una nuova percezione della proprietà collettiva come patrimonio comune e condiviso e quindi di sostenere la coesione sociale, sperimentando soluzioni per attrarre residenti, studenti, turisti, attività, eventi e operatori culturali, trasformandoli in motore per la qualità economica, sociale, culturale ed ambientale delle città.

La metodologia
Rock prevede tre anni di attività più due di monitoraggio. 7 città modello, con i loro diversi profili, offriranno un ventaglio di esempi e soluzioni che verranno trasferiti a 3 città replicanti, definendo così una specifica agenda di rigenerazione, in un processo in cui gli elementi chiave del patrimonio culturale (edifici, monumenti, spazi aperti, strade, spazi culturali) diventano la colonna portante e allo stesso tempo il motore della rigenerazione permanente di aree specifiche.
In questo modo verranno a crearsi veri e propri protocolli collaborativi tra città modello e città replicanti che assicurernno il processo di affiancamento, la trasferibilità delle attività e la disseminazione dei risultati attraverso i network degli stakeholders del progetto.

Le città coinvolte
Lione, Torino, Liverpool, Vilnius, Cluj, Atene, Eindhoven sono le città modello che hanno già sviluppato azioni di rigenerazione attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e creativo e che esporteranno le proprie conoscenze e competenze a 3 città replicanti Bologna, Lisbona, Skopje attraverso workshops, attività innovative di raccolta dati, mentoring, comunicazione, city branding e strumenti per la rigenerazione urbana che verranno adattati, implementati e condivisi.

Gli stakeholders locali di Rock
A livello locale è già attiva una rete di interlocutori pubblici e privati per collaborare alla realizzazione delle attività, fra cui: Regione Emilia-Romagna, Teatro Comunale di Bologna, Accademia delle Belle Arti, Pinacoteca Nazionale, Conservatorio Martini, Fondazione MAST, Fondazione Marino Golinelli, Fondazione del Monte / Unicredit Banca con le collezioni Palazzo Magnani, Genus Bononiae, Fondazione Cineteca, CDH – Centro Documentazione Handicap di Bologna, Circuito dei musei che aderiscono alla Card Musei Metropolitani Bologna, Tper, Hera, Viabizzuno, Nowhere Srl, Associazioni economiche di categoria, operatori e associazioni culturali.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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