Verso il nuovo PUG, a Palazzo Farnese prende vita la “casa del Piano”

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palazzo-farnesePIACENZA – Enti, istituzioni, associazioni, gruppi di vicinato, comitati di cittadini, atenei universitari, categorie economiche e ordini professionali: sono tante e composite – “come le tessere di un mosaico”, ha sottolineato l’assessora all’Urbanistica Adriana Fantini – le prospettive a confronto nella giornata che ha visto Palazzo Farnese animarsi come “casa del Piano”, nell’ambito del percorso partecipato che condurrà alla stesura del PUG.

Quattro i gruppi in cui sono stati suddivisi i presenti, chiamati a immaginare, con il coordinamento degli architetti Fabio Ceci e Luca Pagliettini, degli urbanisti Alex Massari e Andrea Panzavolta, i possibili scenari negativi e positivi guardando alla Piacenza del 2033, lungo il filo conduttore di quattro temi chiave: ambiente, lavoro, attrattività e sicurezza. “Un momento importante di condivisione, su cui costruire la programmazione del futuro”, ha rimarcato in apertura la sindaca Katia Tarasconi, annunciando che un analogo percorso di ascolto verrà avviato con le scuole, “per coinvolgere anche bambini e ragazzi nel delineare il profilo della città futura”.

Dalle aule didattiche al 1° piano a quella adiacente la collezione delle ceramiche, sino alla Cappella Ducale, teatro delle sessioni plenarie di apertura e chiusura, Palazzo Farnese è stato il fulcro, rimarca Adriana Fantini, “di un dibattito costruttivo, fatto di tante voci diverse, che costituisce la base imprescindibile da cui partire per il nuovo Piano urbanistico generale. Nel frattempo, le associazioni interessate ad avanzare proposte possono continuare a scrivere a pug@comune.piacenza,it inviando progetti e idee, mentre resta online fino al 31 marzo sul sito web comunale il questionario rivolto a tutti i cittadini, disponibile anche in cartaceo nelle sedi delle biblioteche, al Quic di viale Beverora, alla biglietteria dei Musei di Palazzo Farnese e alla portineria di Palazzo Mercanti”.

La fase pomeridiana di restituzione collettiva – in attesa del report più dettagliato che verrà reso disponibile nelle prossime settimane – si è focalizzata sugli scenari positivi, facendo emergere obiettivi comuni a categorie diverse: la promozione di forme di mobilità leggera ed eco-friendly (ad esempio introducendo le cargo-bike per la consegna di merci in centro storico, implementando la rete delle piste ciclabili e i servizi rivolti alle due ruote), il recupero e la rigenerazione urbana di aree dismesse – anche nell’ottica dell’azzeramento del consumo di suolo e dell’incremento degli spazi pubblici – e la mitigazione dell’impatto dell’autostrada, ma anche la riqualificazione del comparto Nord-Est del territorio urbano e del Lungo Po, la realizzazione del Polo del Ferro come elemento fondamentale sia in termini di sostenibilità ambientale, sia per il miglioramento dei servizi interni al Polo logistico.

Tra le altre questioni trasversali ai gruppi di lavoro, la valorizzazione della vocazione e dell’identità di Piacenza come città universitaria, incrementando i servizi destinati innanzitutto agli studenti fuori sede e creando nuove opportunità di lavoro qualificato; l’economia circolare, intesa sia come prospettiva capace di considerare e gestire i rifiuti come risorsa, sia come terreno fertile per nuove professionalità specializzate; le infrastrutture verdi – dai parchi agricoli a quelli fluviale e di cintura, lavorando per rendere sempre più fruibili le aree già esistenti – e quelle idriche: la città del futuro dovrà essere in grado di tutelare le proprie vie d’acqua, non solo grazie a una gestione integrata che garantisca una crescente efficienza, sia in grado di confrontarsi con l’emergenza della siccità e con le nuove frontiere del riuso per un intelligente ciclo dell’acqua che contrasti gli sprechi.

Guardando al 2033, è parsa prioritaria l’esigenza di conciliare la promozione delle realtà d’eccellenza storicamente consolidate – dal comparto agroalimentare a quello della meccatronica – con l’attrattività esercitata verso nuove imprese tecnologicamente avanzate. A questo proposito, è emerso tra gli obiettivi anche quello di favorire un pendolarismo in ingresso, sia grazie a investimenti in termini di crescita occupazionale (ad esempio mettendo a disposizione spazi per il co-working, facilitando il contatto tra aziende e tessuto scolastico/accademico), sia puntando su interventi di tutela e miglioramento del decoro urbano che restituiscano il quadro di una qualità di vita a misura di cittadino. La Piacenza del domani dovrà essere, secondo i partecipanti, inclusiva, accogliente, capace di ascoltare e supportare le fragilità, consolidando la rete dell’associazionismo e dei servizi sociali, potenziando le strutture sanitarie – per quanto sul nuovo ospedale si siano evidenziate posizioni discordanti – anche grazie alla nuova Facoltà di Medicina in lingua inglese e a una sempre più stretta correlazione con il nosocomio, nonché attraverso la telemedicina.

Tra gli altri macro-obiettivi, lo sviluppo costante delle potenzialità legate alla cultura, con l’organizzazione di almeno una grande mostra o evento ogni anno, nonché la ristrutturazione delle scuole e all’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati.

Ringraziamento finale a tutti i presenti affidato all’assessora Fantini e alla sindaca Tarasconi, che hanno ribadito come il percorso avviato oggi prosegua e che proprio dall’incontro tra opinioni e punti di vista diversi – come è inevitabile che accada quando si coinvolge nel modo più ampio possibile il territorio, nasce la ricchezza dei contributi ascoltati e raccolti.