BOLOGNA – L’apertura delle scuole nel settembre scorso, a causa della pandemia del coronavirus, era subordinata alle attività e ai lavori mirati a rendere gli spazi adeguati al rispetto delle misure di distanziamento. Oltre ai numerosi interventi di edilizia leggera realizzati l’estate scorsa per allargare le aule, il Comune di Bologna ha promosso conferenze di servizi coinvolgendo tutte le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione, che hanno dovuto eliminare numerosi arredi per risistemare l’allestimento degli spazi e posizionare i nuovi arredi, per la maggior parte banchi monoposto, acquistati dal commissario straordinario per l’emergenza sanitaria e dal Comune in vista della prima campanella di settembre. Alcuni arredi, come banchi a due posti e sedie, acquistati di recente e quindi sicuri e in buono stato, sono stati conservati per un eventuale utilizzo successivo nelle scuole, quando sarà possibile ricollocarli. Ci sono però degli arredi, come banchi troppo grandi per gli standard imposti dalla pandemia, armadietti, tavoli mensa, mobiletti e sedie, che non servono più alle scuole ma che potrebbero avere una nuova destinazione, con l’obiettivo da un lato di ridurre i rifiuti e dall’altro di soddisfare esigenze di altri soggetti, come strutture comunali e associazioni senza fini di lucro che svolgono attività in città.
Per queste ragioni, la Giunta guidata dal Sindaco Virginio Merola ha approvato il progetto “Buone pratiche di gestione degli arredi scolastici dismessi” per riutilizzare quegli oggetti in buono stato di conservazione e quindi in grado di essere utili e avere una seconda vita. L’Amministrazione comunale ha gestito sia le operazioni di ritiro e dismissione degli arredi rotti, usurati o malmessi che quelle di stoccaggio dei beni che possono essere riutilizzati. Il centro del riuso “Second Life”, capofila del progetto, iscritto alla rete regionale dei centri comunali per il riuso, gestirà le attività per il riuso degli arredi scolastici.
Il progetto si articola in quattro fasi. Nella prima vengono raccolte le richieste da parte delle scuole sugli arredi non più utilizzabili, oltre a quelle già gestite nei mesi scorsi compreso lo stoccaggio degli arredi ritirati. Saranno poi identificati i potenziali portatori di interesse per le azioni di riuso, sia interni che esterni all’Amministrazione comunale: oltre al centro del riuso comunale “Second Life”, l’area Nuove cittadinanze, i Quartieri, l’Istituzione Bologna Musei, le biblioteche comunali, Hera, Asp Città di Bologna, le Libere Forme Associative. Nella terza fase si procederà a prelievo, organizzazione e stoccaggio dei beni dismessi. Infine l’ultima fase riguarda il monitoraggio dei beni ricevuti e conferiti. Il progetto ha una durata di quattro mesi nella fase di implementazione. Una volta a regime, è prevista una ricognizione periodica dei beni stoccati.
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