Uomo e donna, come varia il microbiota intestinale: studio dell’Università di Parma pubblicato su Nature Communications

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PARMA – È stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature Communications una ricerca dell’Università di Parma volta a comprendere la composizione del microbiota intestinale umano e la sua persistenza lungo le varie fasi della vita.

La pubblicazione, dal titolo Genetic strategies for sex-biased persistence of gut microbes across human life, ha evidenziato importanti differenze del microbiota intestinale legate al sesso dell’individuo e ha permesso l’identificazione di microrganismi che rimangono nell’intestino femminile fino all’età fertile per venire poi trasmessi dalla madre al bambino durante il parto. Questi ceppi fanno parte del genere Bifidobacterium, un gruppo di microrganismi molto studiato perché associato ad un impatto positivo sulla salute dell’ospite.

Si tratta del primo lavoro che, grazie all’impiego di tecniche metagenomiche e di genomica funzionale, non solo fornisce una immagine molto dettagliata della composizione delle comunità batteriche (microbiota) che risiedono nell’intestino dell’uomo e della donna, ma individua meccanismi attraverso i quali queste sono in grado di interagire con l’ospite in modo estremamente selettivo. Lo studio dimostra infatti come l’organismo femminile si sia evoluto per trasmettere al nascituro un corredo batterico specifico e vantaggioso. Il lavoro è stato interamente condotto da un gruppo di ricerca dell’Università di Parma coordinato dal prof. Marco Ventura e composto da un team di docenti, tra cui Francesca Turroni, Christian Milani, Gabriele Andrea Lugli, Leonardo Mancabelli, Ovidio Bussolati e Massimiliano Bianchi, oltre che da altri giovani ricercatori.

Lo studio si inserisce nell’ambito di una serie di ricerche sul microbiota e sulla sua interazione con l’essere umano e gli alimenti, che hanno prodotto diverse pubblicazioni, condotte dal Laboratorio di Probiogenomica e dal MRH, il Centro Interdipartimentale “Microbiome Research Hub”. Quest’ultimo è stato recentemente costituito al fine di integrare in una logica interdisciplinare gli studi sul microbiota portati avanti da studiosi e studiose di riconosciuto prestigio internazionale e di ottenere così progressi significativi verso una migliore comprensione delle basi molecolari responsabili dell’interazione microrganismi-ospite e delle possibili implicazioni positive o negative sulla salute umana.