FERRARA – Giovedì 28 gennaio alle ore 16.30 nella cornice della Sala Agnelli e del Teatro Anatomico della Biblioteca Ariostea (via Scienze, 17), si terrà il secondo appuntamento con il ciclo di Anatomie della Mente, le conferenze dei Giovedì di Psicologia a cura di Stefano Caracciolo, Ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara, giunto quest’anno all’ottava edizione e con accesso libero e gratuito per tutta la città.
“Uno, nessuno e… de Chirico”. E’ questo il titolo della conferenza che sarà tenuta da Adello Vanni, psichiatra e pittore e da Stefano Caracciolo, che esploreranno il percorso psicobiografico di de Chirico, con una rilettura psicologica delle pagine dedicate a Ferrara delle Memorie della mia vita (1945).
E sono gli stessi relatori ad offrirci un’anticipazione… “De Chirico ha attraversato molte fasi artistiche, alcune giudicate profonde e altre superficiali. Queste fasi sono scandite da vari eventi della sua vita: dalla relazione con la madre e il fratello Savinio, dall’incontro con le opere di Nietzsche e Schopenhauer, dalle relazioni sentimentali con le proprie compagne poi divenute mogli, Raissa ed Isabella. Il ciclo pittorico della Metafisica (1909-1918), può considerarsi il prodotto finale della elaborazione del lutto paterno, della collaborazione invidiosa con il fratello Alberto e della lettura di Nietzsche; il ciclo dei Gladiatori (1926-1929) è la manifestazione artistica della conflittualità con il fratello Savinio, divenuto pittore anche lui; i Mobili nella valle (1926-1929) rappresentano il richiamo agli stressanti spostamenti di residenza decisi dalla madre per inseguire il successo musicale del fratello Alberto; il ciclo dei Bagni misteriosi (1934), la velata riflessione sulla propria omofilia. Le altre fasi pittoriche sono sintetizzabili nel concetto del ‘ritorno alla tradizione e al mestiere’. Dal 1930 in poi ricordiamo il periodo classico-romantico, quello barocco, quello impressionistico, quello neometafisico ed infine anche quello delle polemiche dei ‘quasi falsi’, quadri dipinti da lui stesso, ma retrodatati. Quando de Chirico riesce ad esprimere i propri conflitti interiori di uomo le sue opere sono profonde ed emanano una stimmung di tipo metafisico; quando decide di seguire la strada del ‘pictor optimus’, di volersi arricchire a tutti i costi, allora diventa superficiale ed apollineo”.
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