PARMA – Pareti verdi, pergole bioclimatiche, raccolta dell’acqua piovana a scopi irrigui, produzione di energie rinnovabili. All’Università di Parma sarà un Campus Scienze e Tecnologie più green quello che scaturirà dai lavori di miglioramento sismico in corso negli edifici di Ingegneria. Il Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo ha infatti approvato nei giorni scorsi una perizia di variante (senza modifica dell’importo di contratto) volta a indirizzare gli interventi verso i temi della sostenibilità ambientale, strategici per l’Ateneo.
L’obiettivo del progetto è quello di reimpiegare i fondi derivati dalla mancata installazione dei “pannelli di mascheramento” in fibrogesso, previsti dal progetto iniziale, e di sfruttare la carpenteria metallica lasciata a vista per perseguire un approccio bioclimatico e sostenibile, assicurando un miglioramento ambientale delle facciate e delle aree circostanti e prevedendo la creazione di nuove aree outdoor per studentesse e studenti, con lo scopo ultimo di dare il via a un vero e proprio Living Lab.
Non si abbandona quindi l’obiettivo del miglioramento sismico, primo fine del progetto originario, ma nel perseguirlo si adottano anche soluzioni verdi tutte improntate alla sostenibilità.
Dopo un’attenta disamina che l’Ateneo ha condotto avvalendosi delle competenze dell’Area Edilizia e Infrastrutture e dei delegati del Rettore Barbara Gherri (delegata per l’Edilizia sostenibile) e Alessandro Petraglia (Delegato per la Sostenibilità ambientale), si è proposta una soluzione integrata e interamente finanziabile tramite la quota risparmiata dall’eliminazione delle pannellature esterne.
“Abbiamo voluto connotare in una chiave di sostenibilità interventi di miglioramento sismico già deliberati, scegliendo un taglio green e smart e volendo fare del nostro Campus Scienze e Tecnologie un vero e proprio laboratorio verde e una palestra d’innovazione. Quella della sostenibilità è una strada che l’Ateneo ha imboccato con decisione e che costituisce una delle linee d’azione prioritarie di questi anni, e anche questi interventi ne sono testimonianza concreta. In questo modo, e ci tengo a sottolinearlo, l’Università non lavora solo per sé e per la propria comunità accademica ma anche per la città e per il territorio, mettendo a disposizione competenze e buone pratiche, proponendo modelli di intervento e anche, nel caso specifico, contribuendo in maniera significativa a ridurre inquinamento e impatto ambientale”, spiega il Rettore Paolo Martelli, che aggiunge: “L’Università per sua stessa natura deve fare proprio questo: proporre modelli, essere di esempio, sperimentare e innovare. Questo è un buon esempio di quanto l’Ateneo possa fare nel e per il territorio, come soggetto attivo, come motore d’innovazione e di sviluppo sostenibile”.
Il progetto approvato dal CdA garantisce la “leggibilità” dell’intervento di miglioramento sismico e la preservazione delle proporzioni architettoniche originali, offrendo a studentesse e studenti l’occasione di testare, osservare e monitorare benefici e funzionamento di ciascun sistema che si inserirà sulle facciate e negli spazi di pertinenza.
Sarà adottata una serie diversificata di tecnologie bioclimatiche da apporre in facciata, tra cui pareti verdi in aderenza, pareti verdi realizzate tramite essenze rampicanti puntuali e pergole bioclimatiche nella corte interna, le cui esigenze di irrigazione (effettuate tramite dispositivi di smart irrigation) saranno totalmente garantite da un sistema integrato di raccolta dell’acqua piovana (a servizio del plesso e del vicino Boschetto del Ringraziamento) il cui fabbisogno elettrico sarà sostenuto da un impianto fotovoltaico dedicato posto in copertura.
Il sistema previsto si colloca appieno nelle scelte dell’Ateneo di perseguire soluzioni sostenibili e rigenerative, volte a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, per offrire spazi vivibili e fruibili, realizzando soluzioni replicabili, monitorabili e implementabili, nella volontà di realizzare un Living Lab diffuso.
Recupero dell’acqua piovana, produzione di energie rinnovabili, biodiversità e tecnologie smart sono messe a sistema in un intervento finalizzato a diminuire progressivamente l’impatto ambientale e climatico dell’Ateneo, sfruttando il cantiere già in essere nella sede didattica di Ingegneria. Allo stesso modo, valutazioni simili saranno nei prossimi mesi condotte anche per gli edifici di Scienze della Terra.
“Mi piace sottolineare – aggiunge il Rettore – che tutto questo è stato pensato e progettato con risorse interne: i nostri docenti hanno messo a disposizione le proprie competenze e hanno lavorato insieme all’Area Edilizia a un progetto innovativo non solo per l’Università. La strada su cui vogliamo muoverci è proprio questa, e l’auspicio è che questa possa essere la prima di tante occasioni nelle quali unire competenze presenti in Ateneo che, con obiettivi chiari di sostenibilità, possano contribuire, con altre sperimentazioni propositive da declinare e adattare ad altri plessi, a perseguire il percorso dell’Università verso un minor consumo di risorse non rinnovabili e soprattutto a migliorare la qualità della vita a Parma”.
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