Martedì 7 febbraio, alle 11.00, presso la Sala VIII Centenario, Rettorato in via Zamboni, 33
BOLOGNA – Martedì 7 febbraio, alle 11.00, presso la Sala VIII Centenario, Rettorato (via Zamboni, 33), sarà presentata l’Academy of Global Humanities and Critical Theory, un nuovo network di ricerca internazionale, frutto di un accordo tra l’Università di Bologna, la Duke University e la University of Virginia, in collaborazione con altri centri e istituti di ricerca come il Wiser di Johannesburg, il Centro sul Sud Globale di Buenos Aires e il Center for the Study of Slavery and Justice della Brown University.
Gli ambiti di intervento dell’Academy sono, fra gli altri, le trasformazioni della politica mondiale, i media and communication studies, le health humanities declinati in chiave interdisciplinare. Per suo tramite, l’Università di Bologna si candida a diventare un nodo centrale di una rete transnazionale di studiosi e ricercatori delle principali università internazionali.
Oltre alla Summer school in Global Studies and Critical Theory, che è stata all’origine della nascita dell’Academy e che è giunta quest’anno alla sua quarta edizione, dimostrandosi un punto di riferimento internazionale per gli studi globali con oltre 300 domande di partecipazione provenienti da più di 40 paesi in tutto il mondo, l’Academy coordina il lavoro di numerosi gruppi di ricerca che indagano il valore concettuale dell’idea di “umano” all’interno del pensiero critico contemporaneo, che intendono verificare il senso del concetto di “internazionalismo” nel centenario della Rivoluzione di Ottobre, che esplorano i significati diversi e contraddittori che la nozione di Sud globale ha assunto negli ultimi anni e che puntano a ridefinire i concetti politici alla luce delle trasformazioni sociali e culturali imposte dalla globalizzazione.
L’Academy promuove, inoltre, la mobilità accademica attraverso grants, borse di studio e bandi competitivi. Con il sostegno dell’Academy giovani studiosi, ricercatori e docenti strutturati hanno infatti l’opportunità di avviare progetti di ricerca, di partecipare a gruppi di lavoro e laboratori transnazionali, di confrontarsi con colleghi delle università partner attraverso un breve periodo di studio all’estero (short residencies) e di ricevere un supporto finanziario per i loro soggiorni di studio e di ricerca.