Finora esposto presso il Museo di Storia di Bologna, il ritratto di Giovanni II Bentivoglio – tra i più preziosi dipinti della Quadreria dell’Università di Bologna – arricchirà le prestigiose collezioni del Museo di Palazzo Poggi
Finora esposto a Palazzo Pepoli, presso il Museo della Storia di Bologna di Genus Bononiae, dove era stato collocato su richiesta del Prof. Roversi Monaco per avviarne la valorizzazione, torna nella sua sede originaria presso il Museo di Palazzo Poggi dell’Università di Bologna.
L’opera sarà esposta a partire dal 7 giugno, secondo gli orari del Museo, e sarà inaugurata mercoledì 6 giugno, alle 12.30, alla presenza del Rettore Francesco Ubertini.
Il ritratto troverà una collocazione permanente all’interno di una nuova sala espositiva del Museo, curata dall’arch. Cesare Mari e dalla ditta Tosetto. Accanto all’opera saranno inoltre esposti due esemplari di medaglie in bronzo dedicate allo stesso Giovanni II – gentilmente concesse in deposito dal Museo Civico Archeologico di Bologna – realizzate dallo scultore mantovano Sperandio.
Per l’ultimo signore della città si tratta di un doppio ritorno a casa: nelle collezioni dell’Alma Mater e nel quartiere di famiglia, quello che si estendeva da S. Giacomo alla Palazzina della Viola, oggetto delle distruzioni e della damnatio memoriae successive alla conquista pontificia. La straordinaria fioritura artistica e culturale dell’area avrebbe poi rigenerato le rovine e i “guasti” connessi alla fine drammatica del casato e alla grande ferita urbana che ne seguì. Della quale via Zamboni resta la visibile e meravigliosa cicatrice.
Così Roberto Longhi descriveva il ritratto nel 1940:
“A mezza figura un po’ men grande del vero, ma torreggiante per l’enorme colmata del torso sotto la zimarra verde-smeraldo a rovesci e soppanni bruni e oro; e così sollevata ancora e arretrata la testa a guardarci invincibilmente dall’alto, con tremendo supercilio, roteando la pupilla nell’angolo dell’orbita: ecco il tipo più eccelso dello «high-brow» italiano del Quattrocento. Un simile risultato può richiamarsi soltanto a paragone del Condottiero del Louvre o al ritratto Trivulzio di Antonello; anche perché, similmente, la fermezza interiore non chiede alla materia che l’incarna di irrigidirsi e di simulare incorruttibilità, anzi si avvantaggia di certe sfinature di modellato; di delicatezze, persino, nella zazzera chiarissima che s’apre sui lati del viso a guisa di cortina lieve, su cui un dito, provandosi, scivolerebbe come sui crini teneri e fusi dell’archetto di un violino”.
Inaugurazione
Mercoledì 6 giugno, ore 12.30
Museo di Palazzo Poggi
Via Zamboni, 33 – Bologna
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