DIS-INTEGRAZIONE è il tema di quest’anno. Verrà articolato durante il festival con approfondimenti su tematiche interdipendenti: guerre e conflitti, cambiamento climatico, intolleranze e razzismi, resistenze e movimenti sociali, rifugiati e migrazioni
L’edizione di quest’anno si concentra sul tema DIS-INTEGRAZIONE per denunciare la rapida disintegrazione della società e di tutti i suoi valori, e per ricordare: guerre e conflitti che riducono in polvere intere città e la vita delle persone; il cambiamento climatico che sta distruggendo la Terra; la frammentazione dei diritti dei lavoratori in un sistema capitalistico sfrenato che ha portato alla disintegrazione di ogni sicurezza; l’attuale dis-umanità che ispira machiavelliche misure di repressione e respingimenti alle frontiere ignorando milioni di persone in fuga da guerre e povertà.
In parallelo, il Festival si concentra sul valore positivo della parola ‘Integrazione’ per rivalorizzarla e discutere del suo reale significato, analizzando criticamente la distorsione di tale concetto attuata anche dalle politiche implementate dai Governi. Si è andati, di fatto, verso un‘assimilazione unilaterale (gli altri si devono integrare con noi) piuttosto che verso una vera integrazione, intesa come unione in un tutt’uno diverso e plurale, uno scambio circolare e dinamico, in una nuova società non polarizzata al suo interno. Il tema sarà sviluppato insieme a studiosi, attivisti e artisti nella Conferenza Visuale di apertura del festival che si terrà lunedì 7 maggio dalle 14.30 all’Università di Bologna (Palazzo Poggi, Dipartimento di Storia Culture Civiltà, Aula 1 – Via Zamboni, 33).
Oltre 30 film sui diritti umani – documentari e fiction, quasi tutti anteprime – accompagnate da incontri con registi, produttori, attivisti e ONG. Il festival inaugura il 5 maggio al MAST.Auditorium con il bellissimo film Untitled, opera postuma che raccoglie le ultime immersioni visuali di Michael Glawogger nel mondo, tra Italia, Balcani e Africa, seguito da uno sguardo sulle condizioni disumane di lavoro in Cina – Complicit – e nel Qatar – The Workers Cup. (MAST.Auditorium, Via Speranza 42).
Al Cinema Lumière il Festival apre il 9 maggio con il coraggioso film The Rape of Recy Taylor di Nancy Bruiski, prodotto da Martin Scorsese. Il ricco programma di cinema prosegue sino al 13 maggio offrendo varie rappresentazioni dello stato di ‘dis-integrazione’ della nostra società – tra cui Naila and the Uprising (sulla Palestina), Whose Streets? (sul movimento Black Lives Matters), Face to Face with ISIS, Radio Kobani, City of Ghosts e Last Man in Aleppo (sui conflitti in Medio Oriente), Granma, Strangers in Paradise e Violent Borders (sulla migrazione). La memoria è infine intimamente ritratta dal film di chiusura The Other Side of Everything, che sarà anticipato dalla premiazione HRNs Award / Doc.it al miglior film documentario per i diritti umani. (Cinema Lumière, Piazzetta Pier Paolo Pasolini, Via Azzo Gardino).
Un approfondimento sull’etica degli accordi draconiani tra Italia e Libia per il respingimento dei migranti alle frontiere dell’Europa, sarà affrontato all’Università di Bologna, insieme al regista Andrea Segre, in occasione della proiezione del suo ultimo film L’Ordine delle Cose. Le connessioni tra traffici, droga e conflitti in Sahel verranno invece discussi alla Biblioteca Amilcar Cabral insieme al regista Hassan El Bouharrouti di Sahel & Sahara – Connexions, con un’introduzione al contesto storico e politico di Anna Maria Gentili.
Youth HRNs Forum – la matinee delle scuole del festival – invita ad una discussione attiva sul tema diversità e integrazione stimolato dalla visione del pluripremiato A Ciambra di Jonas Carpignano, espressione della creatività di un nuovo cinema italiano plurale.
Come sempre concerti, installazioni di arte e rotografia accompagneranno il festival con reportage visuali e sonorità musicali dal mondo e da Bologna in vari luoghi della città. Le mostre di fotografia che accompagnano il festival quest’anno riflettono le esperienze di migranti e rifugiati in Europa e nel mondo, con gli Sguardi Complici su Calais di Mattia Fiore, i ritratti HIPO dei rappers di Salerno di Gaetano Massa, le Images beyond of Naf River Basin sulle comunità Rohingya rifugiata in Bangladesh, raccolte da Lokoyog e Film 4 Peace Foundation, e le opere presentate al concorso Global Campus Vision Contest quest’anno dedicato al tema Diversity & Inclusion. Il ruolo della fotografia per la rappresentazione dei diritti umani sarà poi discusso all’incontro Images and Human Rights insieme a George Urlich (EIUC), Bruna Seu (Birbeck University) e Viviana Carlet (Lago Film Fest).
Infine la musica, qui esempio di integrazione positiva, sincretismi e scambi creativi plurali, identità intrecciate che danno vita a esplosioni di energia artistica musicale – dalle sonorità brasiliane del Duo Odara, al Kalafreeka Sound System di Cico e Jakinta al reggae di Downbeat, Babatunde e Pier Tosi, sino al meraviglioso concerto finale della Classica Orchestra Afrobeat – MercatiVivo accompagnato dal sound di Dj Lugi.
Il Mercatino Verde del Mondo seguirà il festival dal 1 giugno al Giardino Parker-Lennon (San Donato, Via del Lavoro/Via Vezza) con assaggi delle cucine gourmet del mondo, concerti, performance, danze, giochi per i bimbi. Delizie culinarie dal Senegal alle Filippine, dalla Thailandia al Messico, ma anche tortellini e lasagne. Il cibo non solo da gustare ma anche come espressione di cultura, identità ed empowerment.
Tutte le proiezioni ed eventi organizzati dal Festival Human Rights Nights sono ad ingresso gratuito. Per l’inaugurazione al MAST.Auditorium il 5 maggio e le proiezioni il 6 maggio, si prega di registrarsi sul sito www.mast.org.
Human Rights Nights è un’organizzazione no profit che opera da oltre 15 anni a livello locale e globale per la promozione di una cultura dei diritti umani e la valorizzazione delle diversità culturali, attraverso Festival, campagne di comunicazione, interventi sociali e cooperazione internazionale.
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