Un evento al Campus di Ravenna per scoprire la storia delle ricerche archeologiche e antropologiche che hanno caratterizzato il rinvenimento e lo studio dei resti scheletrici dell’uomo del Paleolitico superiore
BOLOGNA – Venerdì 23 giugno, alle 18.00, presso il Laboratorio di Antropologia fisica del Dipartimento di Beni culturali, (Via degli Ariani 1, Ravenna) si svolgerà l’incontro “L’uomo Paleolitico del Villabruna”, nell’ambito della rassegna “Aspettano la Notte dei ricercatori 2017”.
Il Prof. Stefano Benazzi del Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater e il prof. Marco Peresani del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, parleranno delle ricerche archeologiche e antropologiche che hanno caratterizzato il rinvenimento e lo studio dei resti scheletrici dell’uomo del Villabruna.
Lo scheletro appartiene a un individuo del Paleolitico superiore finale datato a 14,000 anni e scoperto nel 1988, presso il Riparo Villabruna (Dolomiti Venete – Nord Italia) dal team dell’Università di Ferrara. Recentemente, lo scheletro era salito agli onori della cronaca grazie a ricerche condotte dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna su una carie dell’uomo, che attestano la più antica evidenza archeologica di intervento dentale per trattare le lesioni cariose.
La scoperta suggerisce che nel Paleolitico Superiore finale l’uomo era consapevole degli effetti deleteri delle infezioni cariose e della necessità di intervenire sul tessuto malato per rimuoverlo e pulirlo in profondità.
L’incontro sarà l’occasione per raccontare queste ricerche e presentare il periodo culturale in cui si inserisce la sepoltura, il sito archeologico e una ricostruzione del profilo biologico dell’individuo basata sui resti scheletrici.
L’evento fa parte della rassegna “Aspettano la Notte dei ricercatori 2017” che si svolgerà il 29 settembre in tutta Europa.