Lo spettacolo tra campanilismi, secessioni e geopolitica racconta la grottesca indipendenza di un paesino italiano. A Teatri di Vita…per prepararsi alla Festa della Liberazione?
BOLOGNA – E se nel nel cuore d’Italia nascesse uno stato autonomo? In un piccolo paese di provincia si svolge un referendum per decidere l’indipendenza, con conseguenze inaspettate. “Piccola Patria” è il nuovo spettacolo di CapoTrave su vecchi campanilismi e nuova geopolitica, sempre più drammaticamente attuali, che qui rimbalzano in un’atmosfera paesana e italica, tra commedia e paradossi. Una storia bizzarra, ma ispirata a un incredibile e dimenticato fatto storico vero, che si presenta come uno stimolo in occasione della Festa della Liberazione. Lo spettacolo, diretto da Luca Ricci, che lo ha scritto insieme a Lucia Franchi, è in scena a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; www.teatridivita.it), sabato 23 aprile alle ore 20 e domenica 24 aprile alle ore 17. In scena sono Simone Faloppa, Gabriele Paolocà, Gioia Salvatori, e con la partecipazione in video di Alessandro Marini. Scene e costumi di Alessandra Muschella, disegno luci di Pierfrancesco Pisani.
Anche “Piccola patria”, prodotto da CapoTrave – Infinito con il sostegno di Comune di Sansepolcro, Regione Toscana e Ministero della Cultura, è nell’ambito della stagione “Fuori, casa” di Teatri di Vita, realizzata in convenzione con il Comune di Bologna e con il contributo della Regione Emilia Romagna.
È ancora tempo di votazione, ma questa volta molto speciale: un referendum con cui gli abitanti di una cittadina di provincia dovranno decidere l’eventuale autonomia dall’Italia. Benvenuti nella “Piccola Patria”, emblema dell’egoismo campanilista e politico del nostro Paese. Lo spettacolo di CapoTrave ci porta nei giorni del voto, in un vorticoso climax di tensione innescato dall’imminente scelta politica, che fa emergere le contraddizioni individuali, familiari e sociali. Gli autori Lucia Franchi e Luca Ricci si sono ispirati alla vicenda storica della Repubblica di Cospaia: un lembo di terra lungo 2 km e largo 500 metri tra Umbria e Toscana, che fu Repubblica indipendente dal 1440 al 1826 a causa di un errore di tracciamento dei confini da parte dei geografi della Repubblica di Firenze e dello Stato Pontificio. Per anni quella striscia di terra, che non doveva pagare tasse a nessuno, senza esercito, né carceri, ha conservato uno spirito indipendentista pieno di diffidenze verso l’esterno.
In questi anni politicamente particolari per l’Italia, caratterizzati da referendum di iniziativa popolare come quello sull’eutanasia legale, fino ad arrivare alle recenti elezioni comunali che hanno portato a galla il sempiterno problema dell’astensionismo, “Piccola Patria” è uno spettacolo teso che riflette proprio su uno dei fenomeni più caratteristici del nostro tempo: la frammentazione in piccole patrie e l’incapacità della politica di dare risposte alle reali necessità dei cittadini. E fornisce ulteriori spunti di riflessione in queste ultime settimane in cui venti di secessione e indipendentismo hanno contribuito all’esplodere di un conflitto armato in Europa.
CapoTrave è una compagnia teatrale fondata da Mirco Ferrara, Enzo Fontana, Lucia Franchi e Luca Ricci. Il gruppo è nato nel gennaio 2003, e dal 2009 ha sede a Sansepolcro presso il Teatro alla Misericordia. Nel corso della sua attività, CapoTrave ha ideato e organizzato Kilowatt, uno dei più importanti festival italiani dedicato ai nuovi linguaggi della scena contemporanea, che nel 2010 si è aggiudicato il Premio Ubu. “Piccola Patria” (2019) è il più recente dei 13 spettacoli prodotti ad oggi.