BOLOGNA – Il Consiglio comunale di Bologna, in apertura della seduta odierna, ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Dario Fo, scomparso il 13 ottobre scorso. Il discorso di commemorazione, promosso dall’Ufficio di Presidenza, è stato pronunciato dal Vice Presidente del Consiglio comunale, Marco Piazza.
“L’Italia ha perso un grande artista, un grande intellettuale, una grande personalità, un grande cuore. Difficile descrivere in pochi minuti la figura del premio Nobel Dario Fo che per molti decenni ha mandato messaggi al mondo attraverso il teatro e l’arte in generale. Possiamo dire che l’Italia ha perso un monumento all’arte. Arte che metteva al servizio delle masse, per far pensare attraverso la risata, per dare uno strumento di elevazione culturale accessibile e fruibile da tutti.
Per stare in contatto con la gente aveva preferito il teatro alla televisione e spesso rinunciava anche al tetro in favore delle piazze, delle case del popolo, delle fabbriche, insomma di posti dove poteva raggiungere anche i meno abbienti, anche chi non aveva molte opportunità di accesso ai teatri e alla cultura.
La sua arte era soprattutto per loro come descrive alla perfezione la motivazione del premio Nobel alla Letteratura che gli fu assegnato nel 1997: “Dileggia il potere restituendo dignità agli oppressi”.
E la gente lo ha ricompensato con grande amore. Nel suo ultimo spettacolo a Bologna, il teatro Duse ha fatto il record di presenze.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente. Era incredibilmente energico, con un intelletto vivacissimo ricolmo di cultura e conoscenze che sapeva trasmettere in modo semplice e comprensibile. Stare con lui trasmetteva voglia di vivere con gioia, ma anche voglia di impegnarsi, di avere sempre un pensiero attento e critico. La sua vita è stata tutta un impegno: politico, sociale, civile, antifascista, culturale e questo trasmetteva con il suo esempio: impegnarsi rifiutando nettamente ogni compromesso.
Ho avuto anche la fortuna di assistere ad una prova di un suo monologo. Ogni parola era ripetuta e calibrata nell’intonazione di ogni singola sillaba finché non si incastrava perfettamente creando un ritmo in cui le parole scorrevano fluide eppure cariche di messaggi vestiti di ironia. Si aveva l’impressione di ammirare un burattinaio incredibilmente abile che pilotava le parole con i fili incastrandole tra loro senza imperfezioni. Quella perfetta prosa non era solo un piacere ascoltarla, ma riusciva a veicolare messaggi che attivavano la mente costringendoti a riflettere.
Il Maestro era capace di miscelare parole, ritmo, ironia e significati importanti tutti insieme e perfettamente dosati. Vere opere d’arte!
Caro Dario, oggi ti pensiamo di nuovo riunito alla tua amatissima Franca, tutte le volte che ti ho incontrato avevi sempre qualcosa di lei con te. Ti immaginiamo e ti ricorderemo sempre sorridente con quell’ironia geniale che usavi per denudare la realtà e renderla comprensibile a tutti.
Oggi perdiamo un Maestro che era in grado di far crescere tutti culturalmente e socialmente usando uno strumento insolito: la risata e l’ironia.
Grazie Dario per tutto quello che hai dato al nostro Paese”.