ROMAGNA — Legacoop Romagna sta seguendo con interesse il dibattito sull’andamento della stagione turistica nella riviera romagnola, che sta animando le pagine degli organi di informazione.
Vorremmo aggiungere alcune considerazioni, dal punto di vista di un’associazione che organizza pezzi significativi dell’offerta di questo territorio.
La prima è che l’italiano “a reddito fisso”, cioè chi vive del suo stipendio o della sua pensione, negli ultimi due anni ha visto diminuire il proprio potere di acquisto di ben più di una mensilità a causa dell’inflazione. Quindi sta più a casa, spende meno soldi e se ha dei risparmi li tiene nel cassetto.
La crescita dei prezzi spinge gli italiani a tirare la cinghia e a limare tutte le spese. Così si rinuncia ad acquistare una camicia o un paio di scarpe, si mangia pesce e carne una volta in meno, riducendo pure frutta e verdura. E poi niente film al cinema e si dice no all’abbonamento della palestra.
L’attenzione per le bollette di luce e gas, causa dell’ultimo anno di impennata dei costi, è diventata maniacale. È un modello di vita che diventa una strada obbligata per quasi 6 italiani su 10, secondo l’ultima indagine firmata Legacoop-Ipsos. Non solo. Secondo i dati Auditel elaborati da Datamediahub, a giugno per la prima volta crescono gli ascolti Tv delle principali fasce orarie rispetto allo stesso mese del 2022. Meno consumi, più tempo davanti allo schermo, meno vacanze.
La seconda considerazione è che l’alluvione ha avuto un impatto sul turismo locale, che a noi pare essere stato troppo sottovalutato. I danni subiti da migliaia di famiglie e di imprese nei giorni dell’alluvione di maggio e poi durante i fenomeni meteorologici estremi delle ultime settimane — sommati, purtroppo, alla spinta fuori controllo subita dai tassi dei mutui — hanno ridotto anche la voglia e la possibilità di passare una giornata fuori porta o in spiaggia.
Di fronte a questo stato di cose, l’incertezza è il primo nemico da combattere, nel turismo e non solo. E serve forse evitare la scorciatoia di risposte tutte orientate su presunti limiti della promozione turistica o dell’organizzazione di eventi in Romagna, poiché i problemi sono, purtroppo, di ben altra portata.
Non neghiamo di essere molto preoccupati, perché è a rischio la tenuta di un sistema sociale basato su di un equilibrio stabile da molti anni e che invece oggi sappiamo messo in discussione.
L’incertezza penalizza un sistema di imprese come il nostro, tendenzialmente propenso all’innovazione e all’investimento. E che oggi, invece, nella gran parte dei casi è fermo ai nastri di partenza.
Da parte sua la cooperazione romagnola nei giorni dell’alluvione è scesa direttamente in campo a sostegno di cittadini, imprese e Comuni. Lo sta facendo anche oggi con le proprie campagne benefiche: fino ad ora abbiamo raccolto e in gran parte distribuito, soprattutto ai Comuni, 4,3 milioni di euro. Abbiamo presentato proposte concrete di revisione dei provvedimenti governativi.
Ma la Romagna attende ancora risposte certe su risorse e tempi per la ricostruzione. La copertura del 100% dei danni subiti durante l’alluvione di maggio, non può essere realizzata con i 4,5 miliardi del Decreto appena approvato dal Parlamento. Ci auguriamo che il Commissario Generale Figliuolo sappia colmare il gap tra le aspettative dei romagnoli e la capacità di reazione del Governo e dei Ministeri.
Non siamo tranquilli e ci auguriamo che queste ultime settimane d’estate servano per dispiegare appieno le forze messe in campo. Servono risposte per restituire tranquillità a tutto il sistema economico, compreso il turismo.