Trentadue anni fa la strage del Pilastro

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Oggi la commemorazione dei Carabinieri Mauro Mitilini, Andrea Moneta e Otello Stefanini, uccisi nel 1991 dalla banda della Uno Bianca

logo regione emilia romagnaBOLOGNA – Mauro Mitilini, Andrea Moneta, Otello Stefanini. Sono i nomi dei tre carabinieri poco più che ventenni uccisi barbaramente a Bologna, al Pilastro, nella sera del 4 gennaio 1991 dai killer della banda della Uno Bianca dei fratelli Savi, che seminò il terrore tra il 1987 e il 1994 tra Emilia-Romagna e Marche. Una scia di sangue che lasciò lungo il suo percorso criminale ventiquattro morti e più di cento feriti.

Un anniversario che ogni anno Bologna ricorda con una cerimonia insieme all’Associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca, alla Legione dei Carabinieri Emilia-Romagna, al Comune e alle istituzioni cittadine. Domani, alla deposizione delle corone al monumento in memoria delle vittime, in rappresentanza della Regione sarà presente l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori.

“Sono passati 32 anni dalla morte di Mauro, Andrea e Otello, i tre giovani servitori dello Stato assassinati mentre erano in servizio, in un agguato vigliacco e feroce- afferma il presidente Stefano Bonaccini-. L’intera comunità regionale non dimentica e si stringe ai loro familiari, a quelli di tutte le vittime della banda della Uno Bianca e a Rosanna Rossi Zecchi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime”.

“Continuiamo a essere al loro fianco per difendere i valori della giustizia e della legalità. E per fare memoria, un dovere che abbiamo anche nei confronti delle nuove generazioni. Il nostro impegno rimane immutato, ogni giorno, nel perseguire sempre la verità e rafforzare così la democrazia e la civile convivenza”.

Il 13 ottobre 2021 è stata consegnata la prima parte dei documenti per la digitalizzazione degli atti del processo con l’obiettivo di rendere la documentazione accessibile a tutti e disponibile a ricerche e analisi in grado di chiarire ogni aspetto della vicenda criminale.

Le operazioni, sotto la supervisione dell’Archivio di Stato, sono finanziate dalla Regione Emilia-Romagna.