Caratteristiche della sperimentazione
Il Trasporto Scolastico Complementare è un servizio flessibile di trasporto, complementare a quello organizzato mediante le reti attive di trasporto scolastico e trasporto pubblico locale, operante con mezzi “leggeri” quali autovetture con un massimo di nove posti ed organizzato in collaborazione con soggetti del terzo settore da individuare tramite istruttoria pubblica.
Scopo del servizio è quello di accompagnare a scuola alunni singoli o aggregati in piccoli gruppi (in genere non superiori a 5 unità) che vivono in zone che non è possibile servire con le linee di trasporto scolastico o di trasporto pubblico locale. Il servizio ha natura sperimentale ed al termine del primo anno di durata sarà effettuata una valutazione sui risultati raggiunti in termini di efficacia e di impatto.
Zone interessate e caratteristiche dell’utenza
Le zone interessate dalla sperimentazione sono Corpolò, per il collegamento con la scuola di Spadarolo, il territorio vicino al confine di Stato con Dogana – RSM – e la zona di via Covignano in connessione con l’Istituto Marvelli. I bambini interessati al trasporto sono costituiti da gruppi molto piccoli, di 6 alunni. Nell’ultimo biennio si è infatti registrata una riduzione significativa di iscrizioni in alcuni plessi di scuola primaria del forese (in particolare Montecieco e Corpolò), con la conferma della concentrazione di iscritti in favore delle scuole collocate logisticamente in zone facilmente raggiungibili e che erogano un tempo scuola congeniale alle famiglie che hanno esigenze di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. Non solo, con questa sperimentazione sarà possibile anche garantire trasporti personalizzati in favore di quei studenti disabili che abitano in queste zone.
“Una sperimentazione innovativa – commenta Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini – con cui confermiamo un principio basilare; ogni quartiere, ogni zona della nostra città deve poter contare sui servizi pubblici fondamentali. Tra questi, la scuola è quello più importante, perché si occupa non solo di didattica ed educazione ma anche di socializzazione. Il calo demografico trasversale in tutta Italia, sta cominciando a mostrare i primi effetti anche nelle scuole. Si calcola che tra un anno sarà, a livello nazionale, di più di un milione il calo di bambini in età scolare. Questo implica un ripensamento nella gestione dei servizi educativi e nella logistica del sistema di diritto allo studio, partendo però da un principio sacrosanto, ovvero che nessuno deve essere escluso. Pone il tema del tempo pieno, per il quale ho già avviato il confronto con i dirigenti scolastici, e della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, in una società che ha già superato gli schemi storici a cui eravamo stati abituati da decenni. Un lavoro, il nostro, partito da gennaio, insieme a genitori e dirigenti scolastici e che è un piccolo ma importante tentativo di accogliere questa complessità attraverso la dinamicità di un servizio nuovo e sperimentale al servizio di quelle famiglie che, oggettivamente, riscontrano maggiori difficoltà logistiche nell’esigere un diritto fondamentale come quello alla scuola e all’educazione dei propri figli”.
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