Rimini

Torna a Rimini la “Madonna Diotallevi”

La straordinaria opera di Raffaello Sanzio da venerdì 16 in esposizione negli spazi del Museo della Città

RIMINI – Torna a Rimini la “Madonna Diotallevi”, la straordinaria opera di Raffaello Sanzio” appartenuta fino all’Ottocento alla collezione del riminese Audiface Diotallevi da cui prende il nome. E torna in occasione del Festival del Mondo Antico, contribuendo a ispirarne anche nel titolo, “Magnifiche Ossessioni”, la XXII edizione che prenderà avvio negli spazi del Museo della Città domani, mercoledì 14 ottobre, dalle ore 15,30 con l’avvicendarsi degli interventi di Alessandro Vanoli, Maurizio Bettini, Piero Meldini.

Ma sarà nel pomeriggio di venerdì 16 ottobre che il capolavoro di Raffaello sarà presentato al pubblico e potrà tornare ad essere ammirato con l’apertura della mostra “Raffaello a Rimini. Il ritorno della Madonna Diotallevi” nelle sale del Museo della Città, dove rimarrà in esposizione fino al 10 gennaio prossimo. Dopo il momento inaugurale la mostra potrà essere visitata prenotando sul sito museicomunalirimini.it a iniziare da giovedì 15 ottobre.

Un momento straordinario che sarà introdotto dall’intervento del curatore Giulio Zavatta e dalla conferenza di Costantino D’Orazio sulla figura dell’artista urbinate. La mostra è incentrata su uno dei capolavori della produzione giovanile di Raffaello Sanzio che nell’Ottocento appartenne alla collezione del riminese Audiface Diotallevi e che oggi è esposta a Berlino. La splendida tavola, oltre a consentire di ammirare un frutto ancora acerbo ma già carico di promesse dell’arte di Raffaello, si rivela un mezzo straordinario tramite il quale raccontare la Rimini dell’Ottocento, i suoi più eminenti personaggi, le collezioni che svelano una ricchezza artistica finora insospettata che apre idealmente all’Europa e poi al mondo.

Nell’originale allestimento al Museo della città, ideato da Cumo Mori Roversi Architetti, la tavola del pittore urbinate sarà affiancata da due capolavori della Scuola del Trecento riminese – il Crocifisso di Giovanni da Rimini e l’Incoronazione della Vergine di Giuliano da Rimini – conservati al Museo della Città, già della famiglia Diotallevi.

Così come per le iniziative del Festival programmate, anche questi momenti si dovranno svolgere nel rispetto delle procedure e delle misure di controllo anti Covid-19 per una fruizione ottimale in sicurezza, comportando un naturale contenimento dei presenti e la necessità di prenotare la partecipazione a tutti gli eventi.

Come noto l’esposizione di Madonna Diotallevi di Raffaello Sanzio torna a Rimini grazie ad un prestito temporaneo della Gemäldegalerie di Berlino, frutto di un lungo percorso di rapporti e relazioni internazionali. Di grande interesse anche la storia collezionistica di questo capolavoro, rimasta pressoché sconosciuta dopo che la sua vendita avvenuta tra il 1841 e il 1842 ha fatto calare un manto di oblio sulla provenienza riminese. Al centro dell’attenzione anche l’intera collezione di Audiface Diotallevi che annoverava, tra gli altri, dipinti del Trecento riminese quali il Crocifisso di Giovanni da Rimini e il polittico con l’Incoronazione della Vergine di Giuliano da Rimini, oggi al Museo della Città. La mostra offrirà inoltre l’opportunità di approfondire il profilo dell’ultimo proprietario, che fu anche Gonfaloniere della città, committente dell’architetto Luigi Poletti per il teatro (e per la propria dimora di campagna, l’attuale Villa Mattioli) e di Francesco Coghetti, col quale tenne personali rapporti per la realizzazione del sipario.

Il ritorno a Rimini dopo 178 anni della Madonna che fu dei Diotallevi è dunque un’operazione espositiva identitaria di recupero della memoria di un dipinto a lungo ammirato in città fino alla sua vendita, e un’occasione di studio assai proficua per meglio conoscerne la storia prima del suo ingresso nel museo di Berlino.

La mostra sarà ospitata al Museo della Città “Luigi Tonini” e sarà aperta al pubblico dal 17 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021, ponendosi tra i momenti celebrativi internazionali dei cinquecento anni dalla morte del grande artista urbinate.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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