A loro rivolgo un pensiero pieno di gratitudine, ma al tempo stesso – di fronte alle più recenti notizie che arrivano proprio dall’area del sisma – mi permetto di fare un invito: per favore, non sottovalutiamo le indicazioni dei Sindaci dei Comuni terremotati e della Protezione civile nazionale. Lo straordinario impegno collettivo registrato in questi giorni ha consentito di mettere rapidamente a disposizione dei terremotati grandi quantitativi di generi alimentari e di primo conforto, confermando la capacità di reazione della nostra rete solidale locale e nazionale. Ma oggi, soddisfatto il primo fabbisogno, il rischio è di inviare beni non necessari che, anziché costituire un aiuto, potrebbero creare ulteriori difficoltà, per l’impossibilità di essere gestiti e stoccati adeguatamente. E sarebbe un peccato che lo slancio di solidarietà di queste ore si rivelasse vano, mentre nei prossimi mesi, nei prossimi anni, quando serviranno altri aiuti, bisognerà essere pronti a rispondere con la stessa generosità.
Non a caso, è questo il senso dei vari appelli lanciati in queste ore dai Sindaci e dalla Protezione civile, che stanno già pensando al dopo. E cioè al momento – che ci auguriamo prossimo – in cui si dovrà pensare anche alla ricostruzione. E forse, allora, il modo migliore per aiutare chi è sopravvissuto e rendere omaggio alle vittime, sarà di impegnarsi per favorire il ricostituirsi di quelle comunità nei loro luoghi di appartenenza, là dove fino a pochi giorni fa sorgevano i loro bellissimi paesi. E’ quanto affermato più volte, con semplice sensatezza, dal Ministro Graziano del Rio ed io concordo totalmente quell’impostazione.
Ma, per raggiungere con rapidità quest’obiettivo bisognerà mettere a disposizione delle comunità terremotate soprattutto due cose: risorse finanziarie e la disponibilità di posti letto, indispensabili per ospitare temporaneamente i terremotati, specialmente durante la stagione fredda.
Per rispondere a quest’ultima esigenza si stanno muovendo comunità naturalmente più strutturate, come quella di Cesenatico, grazie all’impegno diretto di Albergatori e Comune. A noi tocca invece di non sottovalutare il tema del reperimento di fondi utili alla rapida ricostruzione. In tal senso, toccherà principalmente al Governo ed all’Unione Europea impegnarsi, ma un plus di risorse forse dovrà giungere anche dalle nostre comunità. A Cesena ci siamo mossi in questa direzione già nel 2012, in occasione del terremoto che ha colpito l’Emilia. In quel caso – molti lo ricorderanno – le raccolte di fondi si sono susseguite per mesi, coinvolgendo l’Amministrazione comunale, il mondo della scuola, quello del volontariato, dell’Associazionismo culturale, sportivo, le imprese.
Lo ripeto: non sottovaluto in alcun modo lo sforzo straordinario di questi giorni, ma ritengo opportuno convogliare il nostro impegno collettivo verso un obiettivo più avanzato, cominciando fin dalle prossime settimane a lavorare per raccogliere fondi – il cui utilizzo dovrà essere naturalmente verificato e certificato – grazie ai quali la ricostruzione di quanto distrutto dal terremoto possa rapidamente divenire una certezza.”
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