Modena

Tenera è la luce: Sorgato, protagonista del chiarismo

In concomitanza col Festivalfilosofia, venerdì 13 settembre alle 18 ai Musei civici inaugura la mostra dell’artista modenese che lavorò a Milano negli anni Trenta

MODENA – Inaugura venerdì 13 settembre alle 18 a Palazzo dei Musei in largo S. Agostino a Modena, tra ritratti, paesaggi e racconti, la mostra “Oscar Sorgato. Tenera è la luce. Un protagonista del chiarismo”, promossa da Musei civici e Collezione Koelliker di Milano, in occasione del Festivalfilosofia 2019 sul tema “persona”.

L’esposizione, curata da Stefano Sbarbaro e Cristina Stefani, ricostruisce e pone all’attenzione dei visitatori la vicenda umana e artistica del pittore di origini modenesi, Oscar Sorgato (Modena, 1902 – Milano, 1941) che svolse la sua breve carriera pressoché tutta nel fervido clima artistico della Milano degli anni Trenta.

L’artista è testimone del delicato passaggio che porta al superamento dei canoni plastici del Novecento italiano a favore di un rinnovato approccio pittorico, caratterizzato da una pennellata tenue e sciolta di matrice neoimpressionista che si organizzò nel movimento del chiarismo intorno al critico Edoardo Persico.

Un ruolo, quello giocato dal pittore modenese a Milano, che è ora possibile comprendere pienamente grazie all’importante nucleo di oltre trecento opere acquisito dalla Collezione Koelliker, che ha proposto ai Musei civici di Modena, che possiedono alcuni lavori giovanili dell’artista, di realizzare in collaborazione una mostra a lui dedicata.

Il censimento delle opere avviato in occasione della mostra ha consentito una congrua ricollocazione storica, ristabilendo il ruolo del pittore nel tessuto connettivo culturale del capoluogo lombardo, soprattutto nel suo relazionarsi con il territorio e i gruppi o movimenti toccati dalla pittura di luce in quel complesso e drammatico decennio che precede lo scoppio del secondo conflitto mondiale.

La produzione di Sorgato si concentra su due temi fondamentali, la pittura di paesaggio e il ritratto, restituendoci, per il secondo, uno spaccato sociale della complessa stagione del Ventennio e inquadrando le aspirazioni, le fragilità e i turbamenti della borghesia milanese del tempo, con una particolare attenzione nei confronti della condizione femminile che ne favorisce il collegamento con il tema “persona” affrontato dal Festivalfilosofia.

Un’atmosfera che sarà evocata in mostra anche dai racconti sonori composti per l’occasione dagli scrittori Andrea Vitali e Roberto Barbolini che, ispirandosi ad alcuni ritratti, proietteranno nella dimensione della finzione letteraria alcune delle figure dipinte da Sorgato, risvegliandole così dalla loro immobilità, per diventare personaggi e interpreti delle loro storie.

Il percorso espositivo, introdotto da un video sulla figura dell’artista, si snoda lungo le principali tappe che segnano l’evoluzione stilistica del suo linguaggio: dall’appartenenza ad una famiglia di importanti imprenditori fotografi, agli esordi modenesi nell’ambito dell’Istituto d’Arte “Venturi”, alle esperienze condotte a Roma e a Pavia, fino al passaggio dell’artista a Milano segnato da crescenti consensi di pubblico e critica, registrati in occasione di importanti rassegne espositive a Padova (1931), alle varie sindacali e sociali a cui partecipò per oltre un decennio alla Permanente di Milano (che tra l’altro gli dedicò nel 1942 una mostra postuma), alla Quadriennale di Roma (1931, 1935, 1939) e alla Biennale di Venezia (1936, 1940).

Il catalogo della mostra, edito da Silvana Editoriale, conterrà una presentazione di Elena Pontiggia, i saggi critici dei curatori e i racconti ispirati ad alcune opere di Oscar Sorgato a firma degli scrittori Andrea Vitali e Roberto Barbolini. Nel suo testo, Pontiggia, che è grandissima esperta di Novecento e chiarismo, a proposito della mostra di Modena scrive: “Oggi gli studi compiuti con profonda passione gettano luce – una luce, questa, per nulla incerta – su un artista come Oscar Sorgato che partecipa al clima chiarista. È una gioia constatare che, in tempi in cui si prediligono i grandi nomi e, per così dire, le griffe dell’arte, due giovani studiosi, dei Musei civici di Modena e di Collezione Koelliker, riscoprano invece un ‘petite maître’ significativo e dimenticato”.

La mostra si può visitare gratuitamente fino al 10 novembre ai Musei civici al terzo piano di Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino a Modena (tel. 059 2033101 o 2033125). Nei tre giorni del Festival filosofia gli orari saranno estesi: venerdì 13 settembre dalle 9 alle 23; sabato 14, dalle 9 alle 24; domenica 15 dalle 9 alle 21.

Dal 17 settembre tornano i consueti orari dei Musei civici: da martedì a venerdì, dalle 9 alle 12; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.

Informazioni online (www.museicivici.modena.it).

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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