RIMINI – Il 6 maggio prenderà il via l’intervento di restauro di uno dei simboli identificativi della città, risalente alla prima metà del ‘500. Partiranno infatti i lavori del tempietto di S. Antonio da Padova in piazza Tre Martiri, monumento storico che nel corso dei secoli ha subito vari interventi di manutenzione, ristrutturazione e restauro in seguito a degradi dovuti al tempo ed in seguito ad eventi naturali e che ora si appresta ad un’opera di restauro sia interno che esterno grazie all’impegno congiunto del Comune di Rimini, della Soprintendenza e dell’imprenditore riminese Bonfiglio Mariotti, che finanzierà l’intervento attraverso il contributo Art Bonus.
Lo studio di fattibilità per la manutenzione, protezione e restauro del tempietto era stato approvato lo scorso aprile dall’Amministrazione, per poi essere sottoposto alla Soprintendenza Belle Arti Archeologia e Paesaggio che lo scorso settembre ha dato l’autorizzazione ai lavori di restauro. La Giunta Comunale ha quindi approvato il progetto definitivo ed esecutivo nel mese di dicembre 2023. Nei primi mesi dell’anno sono state effettuate le procedure di selezione della ditta che realizzerà i lavori. Nel mese di marzo sono stati affidati i lavori alla ditta ETRA specializzata in restauro di beni storici e tutelati. I lavori saranno consegnati alla ditta di restauratori il 6 maggio e avranno una durata stimata di sei mesi. Saranno svolti sotto la direzione dei tecnici del Comune e sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Il Progetto è stato redatto dai tecnici del Comune di Rimini e sottoposto al nulla osta della Soprintendenza che ha approvato l’intervento.
Il progetto ha un valore complessivo di 200mila euro, finanziato per 150 mila euro attraverso il contributo del privato.
Si tratta di interventi che interesseranno sia la parte esterna, sia la parte interna, oltre alle parti impiantistiche. L’esterno sarà restaurato grazie ad un consolidamento e una pulitura complessiva della Pietra d’Istria e della pietra di San Marino; anche la copertura sarà revisionata e restaurata così infissi, fregi e parti metalliche. Internamente si interverrà nelle parti in pietra e nella volta intonacate, gli affreschi interni, la scultura lignea e l’adeguamento degli impianti.
Risalente alla prima metà del Cinquecento, il Tempietto di Sant’Antonio ha subito nel corso dei secoli vari interventi di manutenzione, ristrutturazione e restauro in seguito a degradi dovuti al tempo ed in seguito ad eventi naturali. Luigi Tonini documenta che il tempietto fu iniziato nel 1518, eretto a ricordo del miracolo della mula, che la leggenda vuole operato dal Santo di Padova verso il 1227, e ultimato probabilmente nel 1532. Nel 1672 a seguito del terremoto che colpì la città il tempietto crollò, rimanendo integra solo una limitata porzione della parete posteriore. Ricostruito utilizzando gran parte del materiale recuperato dal crollo, a partire dal 1678 comincia la completa ricostruzione con l’impiego di nuovi e pregiati marmi di pietra bianca d’Istria. Al suo interno sotto l’altare è conservata la colonna con capitello romanico, conosciuta come colonna del miracolo, sulla quale secondo la storia salì Sant’Antonio per effettuare il miracolo della mula. Danneggiato con il terremoto del 1916, fu in seguito sottoposto ad altri interventi nel corso del Novecento: negli anni Venti in seguito ai danneggiamenti e crolli parziali subiti a seguito al terremoto del 1916, negli anni Cinquanta con alcuni lavori di restauro portati a termine dal genio civile e infine negli anni Ottanta, per il consolidamento della cupola. Al fine di conoscere il bene nella sua interezza e nelle sue condizioni e progettare il complessivo restauro, l’Amministrazione ha condotto un rilievo 3D con laser scanner e sono state realizzate delle indagini stratigrafiche e diagnostiche con termocamera.
“Il 2024 sarà l’anno che consentirà di restituire alla città e ai visitatori un monumento restaurato dal grande valore artistico e identitario a cui i riminesi sono molto affezionati – sottolinea l’Amministrazione Comunale –. Un intervento che è stato reso possibile grazie al sostegno dei privati in una collaborazione virtuosa che speriamo possa essere un modello anche per future sinergie con il mondo delle imprese attente a valorizzare il territorio in cui si inserisce la loro attività. Un anno importante per le tante opere che riguardano i beni culturali cittadini, la loro valorizzazione e restauro per renderli non solo più belli, ma anche più fruibili e accessibili. Apriamo questo fine settimana, con una grande festa dell’arte, le porte del Museo della città con il completamento del progetto di valorizzazione del percorso del Trecento riminese. Avanzano gli interventi di riqualificazione architettonica del primo piano e del sottotetto del Palazzo del Podestà che ospitano i Palazzi Arte Rimini. Procede l’intervento di restauro conservativo della porzione di ‘mura federiciane’ da via Bastioni Settentrionali a Corso Giovanni XXIII per la valorizzazione della cinta muraria che conduceva alla porta di accesso da mare al centro storico. Prossima tappa di questo cammino di riappropriazione e cura del patrimonio monumentale riguarderà il bimillenario Ponte di Tiberio: entro il mese di aprile sottoporremo alla Soprintendenza il progetto di pulizia di questo simbolo della città e il potenziamento e il miglioramento della sua illuminazione. Ancora un ringraziamento all’impegno dell’imprenditore Bonfiglio Mariotti che ha contribuito a dare concretezza a questo percorso di riappropriazione dei nostri gioielli cittadini”.
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