Bologna

Tecnopolo di Bologna. Le imprese aggiudicatarie si riorganizzano per accelerare i lavori.

Obiettivo, evitare ritardi: consegna prevista a maggio 2020. Piena osservanza delle regole, scelta condivisa con il Centro Meteo e il Ministero degli Affari Esteri

BOLOGNA – Per evitare qualsiasi ritardo, da gennaio si lavora 20 ore su 24 all’interno del Tecnopolo di Bologna per la completa realizzazione della nuova sede del data center del Centro Meteo. L’opera, di rilievo internazionale, dovrà essere completata e consegnata entro il 2 maggio 2020, a due anni dalla comunicazione di approvazione definitiva del progetto da parte del Centro, avvenuta il 2 maggio 2018. Lo precisa la Regione Emilia-Romagna, intervenendo per puntualizzare lo stato dell’arte della struttura che accoglierà il Data center.
Nelle scorse settimane, infatti, le imprese vincitrici della gara costituite in associazione temporanea d’impresa, hanno ritenuto di procedere ad una riorganizzazione tra loro nella ripartizione dei lavori, nella piena osservanza delle loro qualificazioni.
La Regione Emilia-Romagna, che a suo tempo ha proceduto in tempi rapidissimi all’espletamento della gara e all’affidamento delle opere, ha ora acconsentito a questa riorganizzazione delle attività, utile per accelerare i tempi del cantiere.
Ogni decisione dall’inizio del procedimento, e quindi anche questa, è stata condivisa nel Board del progetto che vede la presenza di esponenti della Regione e del Centro Meteo e portata a conoscenza del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, che ha ratificato da parte del Governo italiano l’accordo internazionale necessario per eseguire l’appalto.
Le due varianti approvate nel corso dei lavori rientrano all’interno del quadro economico già previsto per l’opera a seguito dell’aggiudicazione dei lavori.
Vista la complessità della realizzazione che vede un immobile importantissimo come la Manifattura Tabacchi progettata dall’Ingegner Pier Luigi Nervi ospitare uno dei più grandi Data center al mondo, il Governo nel decreto cosiddetto “Milleproroghe” ha riconosciuto alla Regione Emilia-Romagna la possibilità, per completare l’opera, di adottare anche “modalità attuative facilitanti”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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