Il materiale di partenza dello spettacolo consiste in decine e decine di interviste condotte con persone di diversi caratteri, età, manie, in numerosi centri ricreativi dell’Emilia intorno a Bologna.
Il punto d’arrivo è uno spettacolo di teatro d’attore e di nostalgia canaglia, che ha il ritmo forsennato del rock d’antan e insieme il passo cadenzato di melodramma e di melassa del liscio da balera. Un lavoro che intende dar vita a sapori, odori, suoni, stili e colori. Uno spettacolo composto di quadri e ritratti che hanno per soggetto tipi umani e luoghi caratteristici, nei quali passato e presente si mescolano, e si interrogano per capire se mai domani verrà. A rappresentare questo caleidoscopico intreccio di storie e sapori, la collaudata esperienza di un gruppo di attori che rinnova la collaborazione tra Teatro dell’Argine e Teatro delle Temperie.
«C’era una volta il popolo. Era un popolo ottimista, che credeva in sé e si impegnava in attività improduttive, tipo costruire ‘case’ dove ritrovarsi tutti insieme a fare cose ricreative, per esempio ballare o giocare a carte. Anche oggi c’è il popolo: di solito viene evocato, ridotto a puro suono, nei dibattiti politici o nei comizi di piazza. Ma da qualche parte, come residuo di un mondo in via di estinzione, si aggira ancora un’umanità dedita al liscio, al burraco, ai quartini di vino e alle liti furiose per una giocata di briscola finita male. Vive in luoghi dove ci sono tavolini, banconi di bar, campi di bocce e tavole calde che sfornano enormi piatti di tagliatelle. Sverna e villeggia lì, giorno dopo giorno, anno dopo anno, mentre un altro popolo, più moderno ed efficiente, marcia con sicurezza nei corridoi di nuovi luoghi ricreativi, chiamati ipermercati. Non a questi ci siamo dedicati, ma ai primi, rubandone voci, storie, dialoghi, atmosfere: per capire se il popolo abbia ancora una casa dove poter abitare. Ci siamo chiesti fin da subito che diritto avessimo di parlare di case del popolo. Con quale competenza ci prendessimo la responsabilità di raccontarne i meccanismi, le pulsioni, gli attriti e le contraddizioni. E magari anche di giudicare. Luoghi per lo più alieni alla nostra generazione di quarantenni eppure ancora oggi capaci di esercitare su di noi una potente attrazione, non certo ideologica. Ed eccoci dunque qui, a chiederci dove sia finito quello spirito, quel comune sentire, in quale recondito angolo delle nostre viscere, in quale meandro delle nostre città si è andato a nascondere? Perché sentire il bisogno di costruire un luogo inclusivo, aperto, capace di creare valore dall’ascolto e dall’azione comune è un’utopia incredibilmente vicina ad altre utopie a noi molto care e che guidano quotidianamente la rotta delle nostre due compagnie. Idee capaci di farsi luogo, spazi di cultura capaci di farsi casa. E se oggi per ritrovare quello spirito dobbiamo entrare in un teatro, poco male. Proveremo ad essere all’altezza». (Andrea Paolucci)
BIGLIETTI
Prevendite diurne presso la biglietteria del Teatro Diego Fabbri (Corso Diaz 38/1) dal martedì al sabato dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 18 (festivi esclusi).
Prenotazioni telefoniche (0543 26355) negli stessi giorni dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 18. Biglietti online su Vivaticket.
Prezzi: 15 € (intero); 10 € (ridotto under 29).
Sui biglietti acquistati online sarà applicata una maggiorazione da parte del fornitore del servizio (Vivaticket).
Biglietteria serale presso Teatro Piccolo a partire dalle ore 20 (tel. 0543 64300).
Info: 0543 26355 – 0543 64300 – www.accademiaperduta.it
Giovedì 26 ottobre 2023 ore 21
TEATRO DELL’ARGINE
Casa del popolo
spettacolo realizzato in collaborazione con il Teatro delle Temperie
di Nicola Bonazzi
con Lorenzo Ansaloni, Micaela Casalboni, Giovanni Dispenza
regia di Andrea Paolucci
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