Faenza

Teatro Masini, Faenza: dal 22 al 24 novembre Marco Foschi in “I due gemelli veneziani”

I due gemelli veneziani foto di Serena Pea

FAENZA (RA) – Per il nuovo appuntamento con la Stagione di Prosa 2022/23, il Teatro Masini di Faenza ospita uno dei capolavori della produzione di Carlo Goldoni, I due gemelli veneziani, una grande macchina di divertimento con un intreccio trascinante fatto di duelli, amori e disamori, fughe, prigioni, ritrovamenti, in cui svetta la magnifica invenzione dei gemelli identici ma totalmente opposti di carattere, uno sciocco l’altro scaltro.

Lo spettacolo, diretto da Valter Malosti – che ne ha curato anche l’adattamento insieme a Angela Demattè -, sarà in scena da martedì 22 a giovedì 24 novembre alle ore 21 ed è interpretato da Marco Foschi, Danilo Nigrelli, Marco Manchisi, Irene Petris, Alessandro Bressanello, Anna Gamba, Valerio Mazzucato, Camilla Nigro, Vittorio Camarota, Andrea Bellacicco.

Il testo è anche una farsa nera, eversiva, inquietante, sulla famiglia, l’identità, l’amore (anche brutale, violentemente erotico, incestuoso) e la morte. Così Valter Malosti ne concepisce e mette a punto le tinte registiche, compiendo con Angela Demattè un affascinante e autorevole viaggio nel laboratorio linguistico goldoniano, dove si attinge ai suoi lavori per musica e agli Intermezzi, regalando ai personaggi un caleidoscopio di sonorità inaspettate.

Lo spazio scenico ospita la casa, ma anche si sfalda in un labirinto di vicoli e prospettive misteriose, una strada a volte pericolosa dove avvengono assassini e ritrovamenti, dove si consuma una trama densa di colpi di scena e che si popola, pur laddove presentati con vena ironica, di personaggi ambigui.

La pièce è co-prodotta da ERT/Teatro Nazionale, TPE-Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile del Veneto e Teatro Metastasio di Prato.

Incontro con gli Artisti: gli interpreti della commedia incontreranno il pubblico mercoledì 23 novembre alle ore 18 presso il Ridotto del Teatro Masini (l’ingresso all’Incontro è gratuito).

Note di regia

Uno dei nodi centrali della mia ricerca è sicuramente il corpo a corpo con la nostra lingua, anzi meglio le nostre lingue. Ho compiuto un lavoro a ritroso, partendo da quelli che per me sono gli autori fondamentali nella costruzione di una lingua italiana per la scena: Giovanni Testori, Pier Paolo Pasolini, Carlo Emilio Gadda, Roberto Longhi. Ma ho incrociato anche Federico Fellini, Patrizia Valduga e Antonio Tarantino. Tre anni fa la prima sfida pirandelliana e ora il mio primo incontro con Carlo Goldoni.

Questo incontro è stata l’occasione per conoscere in profondità Goldoni, studiando con grande curiosità i Mémoires soprattutto ravvivati dalla mediazione di Strehler che lo trasforma in alter ego (fratello – specchio). Sul grande veneziano nel corso dei secoli si sono depositate, come con Pirandello, verità assolute poco supportate da fonti precise o stereotipi legati più alle invenzioni sceniche di grandi o meno grandi registi, che ad uno studio reale dei suoi testi.

Con Angela Demattè abbiamo immaginato di entrare nel laboratorio linguistico goldoniano utilizzando soprattutto il corpo dei suoi lavori per musica e gli Intermezzi in modo da regalare ai personaggi un italiano (ed anche un veneziano) più sporco, meno edulcorato, più ruvido più birichino, interessanti in particolare in questo senso Lucrezia Romana, La Birba e La bottega da caffè.

Ci ha molto interessato allargare la prospettiva dei personaggi, soprattutto quelli femminili un po’ trascurati qui da Goldoni, donandogli riverberi da altri loro consimili. Spesso le attrici e gli attori, infatti, interpretavano caratteri simili che passavano di commedia in commedia con minime sfumature e differenze.

Decisivo nella nostra idea di drammaturgia è stato infine elevare Pancrazio a ruolo di co protagonista, una sorta di Tartufo goldoniano. Ha paura delle donne come fossero streghe. Nello stesso tempo ne è attratto. La donna ha in sé il doppio, anzi in lei il doppio si riunisce per questo fa paura. Se è santa e bella è attraente e quindi porta alla perdizione.

Qui penso che Goldoni si ricordi di quel bigotto che l’aveva quasi convinto a diventare frate. Come, e sempre per restare all’ombra dei Mémoires, il dottore che è pronto a svendere la figlia ricorda da vicino il finto conte Leopoldo Scacciati e la finta figlia Margherita Biondi (la giovane e bella Veneziana) che egli vende per denaro, e che insieme truffano più volte il giovane Carlo.

Con Nicolas Bovey abbiamo immaginato una scena che parte dalla casa e si sfalda in un labirinto di vicoli e prospettive misteriose. La strada è molto presente nel testo, una strada a volte pericolosa come quella appena fuori Verona dove si consuma il prologo dell’assassinio della madre dei gemelli e della ritrovata sorella, raccolta proprio, come la Marianna di Marivaux, da una pozza di sangue e quasi schiacciata, ma cosi salvata, dal corpo della madre. E anche in questo caso i Mémoires ci sono d’aiuto per comprendere la pericolosità dei viaggi, dal momento che Goldoni stesso rievoca un assalto subito da dei banditi da cui sfugge miracolosamente, praticamente in mutande, unico sopravvissuto alla strage.

Sempre nei Mémoires, Goldoni nel bellissimo brano in cui rievoca il primo incontro con D’Arbes, per cui scriverà I due gemelli veneziani, rivela la sua fascinazione per il carisma di un attore imponente e istrionico e la forte determinazione di questi (una determinazione sua soltanto) che lo spinge alla ricerca di un autore ‘onorato’ che sappia aiutarlo a riscattarsi dalle giovanili intemperanze da scavezzo dimostrandosi, davanti alla famiglia e alla patria, un attore altrettanto onorato.

Non è difficile, in passaggi come questo, dove il fascino per gli attori sembra distrarre Goldoni dal fuoco della riforma, leggere un implicito riconoscimento di autorialità degli stessi attori; riconoscimento tanto più concepibile, agli occhi dell’autore, per la rimodulazione di un soggetto logoro in una commedia concertata con chiari intenti promozionali dell’abilità del protagonista.

Tant’è vero che, quando, alla Comédie-italienne, l’autore ritroverà Collalto, il sostituto di D’Arbes nei Gemelli dalla carriera altrettanto brillante, e assisterà al grande successo dei suoi Trois jumeaux, non sentirà il bisogno di rivendicare alcun diritto sull’idea primigenia del testo, confermando così definitivamente, se ce ne fosse stato bisogno, l’assoluta centralità del gioco dell’attore nell’equilibrio complessivo della commedia.

Biglietti

Prevendite da lunedì 21 novembre dalle ore 10 alle ore 13 presso il botteghino del Teatro Masini.

Prenotazioni telefoniche (0546 21306): dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle ore 13.

Biglietti online: Vivaticket

Prezzi: da 29 a 16 euro + ddp

Info: 0546 21306 e www.accademiaperduta.it

TEATRO MASINI
FAENZA

Prosa

Martedì 22, mercoledì 23 e giovedì 24 novembre 2022 ore 21

Emilia Romagna Teatro ERT Teatro Nazionale – TPE Teatro Piemonte Europa

Teatro Stabile del Veneto – Teatro Metastasio di Prato

MARCO FOSCHI         DANILO NIGRELLI

I due gemelli veneziani

di Carlo Goldoni

adattamento di Angela Damattè e Valter Malosti

e con Marco Manchisi, Irene Petris, Alessandro Bressanello, Anna Gamba,

Valerio Mazzucato, Camilla Nigro, Vittorio Camarota, Andrea Bellacicco

regia di Valter Malosti

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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