“In suspensus” è la prima mostra del 2024 della Fondazione Sabe, aperta nel 2021 da Norberto Bezzi e Mirella Saluzzo, con l’obiettivo di diffondere l’arte contemporanea con un occhio di riguardo per la scultura. E non solo: è anche la prima di tre mostre dedicate alla fotografia lungo tutto il corso dell’anno. «Indagheremo sulla fotografia in rapporto alla scultura e allo spazio – spiega il direttore artistico Pasquale Fameli –. Focus di questa prima mostra è, in particolare, la relazione tra foto e natura morta. Nella successiva esposizione, che vedrà protagonista Claudio Marra, prenderemo invece in considerazione il rapporto tra foto e paesaggio. Nella terza e ultima mostra, verso fine anno, con Federica Muzzarelli ci sarà poi la possibilità di entrare nel vivo dei temi di genere e delle pratiche sociali anche identitarie».
A spiegare, con emozione, come è maturato il progetto della nuova mostra e il rapporto con la curatrice Modorati, è stato Norberto Bezzi, presidente della Fondazione Sabe per l’Arte. «Questo è un lavoro che mi coinvolge molto – racconta –. Con la curatrice ci lega un ricordo particolare della giornata in cui venne a trovarci e a fare insieme un bel giro in bicicletta, una cosa semplice ma che ci ha avvicinato molto. Da allora ci siamo sempre tenuti in contatto, vedendoci in particolare a Milano. C’è poi un secondo elemento personale che tengo a ricordare: la presenza delle opere di Cattaneo, grande artista che ha fotografato molte delle opere di mia moglie Mirella Saluzzo a Milano. Anche se non è più con noi, lo è nello spirito. Per questo rivolgo un ringraziamento speciale a tutti i componenti del comitato scientifico che hanno subito approvato il progetto».
A entrare nel vivo di ‘In suspensus” è poi la curatrice stessa. «Mettere insieme tre artisti diversi non è mai facile – spiega –. Fil rouge della mostra è il concetto di imitazione che, in qualche modo, ricorre in tutti loro. Penso per esempio alla fotografia di Benvenuto relativa alla biografia di David Hockney che non ha nessuna pretesa di veridicità, con al suo fianco un dado e una moneta di finto oro. Oppure al suo bicchiere che in realtà è una scultura in vetro di Murano. La prima con cui ho parlato del progetto è l’amica Elena Modorati, con cui condivido la passione per Giorgio Morandi. Adoro le sue teche in cui accosta la copia e la realtà. Il pubblico può ammirare inoltre la sua finestra-installazione con dentro degli oggetti, tipo vasi, o la tavola imbandita con la tovaglia della nonna e un gruppo di ciotole. Anche Enrico Cattaneo è stato un amico, un 4uomo molto intelligente, che ha saputo guardare a Morandi, nelle sue opere per l’appunto definite ‘Morandiane’, sempre con un tocco personale. Alla fine, nel complesso, mi è parso che il dialogo tra i tre artisti funzionasse».
La mostra, che proseguirà fino al 7 aprile, sarà accompagnata da un catalogo edito da Danilo Editore e arricchita da altri eventi organizzati nel periodo di apertura. Apertura al pubblico il giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 16 alle 19. Ingresso libero. Informazioni: info@sabeperlarte.org e www.sabeperlarte.org.
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