MODENA – Il Consiglio comunale di Modena, nella seduta di giovedì 25 febbraio, ha respinto l’ordine del giorno, presentato da Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia), che chiedeva di attivare l’autosomministrazione dei tamponi rapidi anti-Covid nelle scuole superiori, affidando a studenti e personale la responsabilità di effettuare almeno ogni due settimane i test per determinare eventuali contagi, anche asintomatici, all’interno degli istituti.
La mozione aveva ottenuto il voto favorevole del proponente e di Lega Modena e Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia. Contrari i gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Modena civica, Verdi) e il Movimento 5 stelle, che hanno motivato il voto affermando che affidare questo compito direttamente agli istituti scolastici, già in difficoltà, li graverebbe di un ulteriore onere. La responsabilità di rilevare i contagi, inoltre, “deve rimanere in capo alla Sanità”.
Illustrando il documento, il consigliere Giacobazzi ha ricordato che, nonostante l’inizio della campagna di screening nelle farmacie, molti dei test antigenici acquistati dalla Regione sono ancora inutilizzati: “Sarebbe opportuno, quindi, destinare questi tamponi agli istituti superiori. La scuola diventerebbe così un luogo dove si previene la diffusione del virus puntando, inoltre, sulla responsabilizzazione dei ragazzi che diventerebbero tasselli nella cura e nella rinascita del Paese”.
La procedura, ha continuato il consigliere, permetterebbe di individuare in breve tempo i positivi asintomatici e circoscrivere la cerchia delle persone, studenti e docenti, con cui sono venuti in contatto. “Il Comune dovrebbe, perciò, sollecitare la Regione ad attivare questi screening, da effettuarsi operativamente con la regia dell’Azienda Usl”.
Pur riconoscendo la necessità di potenziare il tracciamento negli istituti scolastici, il Pd ha sostenuto che lo screening in autogestione sarebbe troppo complesso da gestire (“Si porrebbe un problema organizzativo, servirebbe un supporto esterno”, ha argomentato Vincenza Carriero). Inoltre, ha sottolineato Ferdinando Tripi, “per studenti e personale scolastico sono già previsti tamponi periodici in farmacia, in sinergia con l’Ausl”. Nel caso si sviluppasse un focolaio all’interno di una scuola, ha aggiunto Antonio Carpentieri, “allora occorrerebbe disporre immediatamente tamponi a tappeto, in modo da ridurre la portata dei contagi”.
Anche Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) ha sostenuto che “è impensabile chiedere agli istituti di gestire anche questa procedura, che deve essere coordinata da personale sanitario”. Mentre Paola Aime (Verdi) ha ritenuto “complicato che studenti, anche minorenni, possano farsi i test da soli come chiede l’ordine del giorno”.
Al contrario, per Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) “responsabilizzare i ragazzi sulle mascherine e sui test li renderebbe partecipi di un tema, quello del contrasto alla pandemia, dal quale si sentono esclusi”. Il miglioramento dei tracciamenti, inoltre, secondo la consigliera “consentirebbe un rientro in presenza degli studenti, questione che dovrebbe essere prioritaria e che, invece, non viene affrontata adeguatamente”.
Anche per Lega Modena l’ordine del giorno è funzionale a contenere il problema del Covid e bisogna accelerare le pratiche per l’immunizzazione, pure attraverso un incremento dei livelli di vaccinazione, al momento ancora bassi. “La strategia giusta – ha detto Giovanni Bertoldi – è quella è individuare un’area regionale, ‘sterilizzarla’ con tanti vaccini o quarantene e poi espandersi, coinvolgendo altri territori”.
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