Sono intervenuti anche i tecnici di Arpae, che hanno eseguito campioni sulla sostanza oleosa. I risultati delle analisi svolte dal laboratorio dell’Agenzia confermano l’ipotesi della presenza di idrocarburi nelle acque, sebbene in concentrazioni ridotte.
Intanto proseguono le indagini sulla possibile origine dell’inquinamento in tutta l’area interessata.
Non sono emerse evidenze di contaminazione sull’asta del Reno a valle, sia in provincia di Ferrara che di Ravenna. Domani Arpae proseguirà il monitoraggio sulla qualità delle acque attraverso ulteriori rilevazioni che interesseranno diversi punti del territorio potenzialmente coinvolto, anche nell’area del canale Dosolo.
L’intervento
Un primo intervento, dopo la segnalazione da parte di un cittadino, è stato effettuato, il 6 gennaio, da parte dei tecnici della squadra di pronta disponibilità del Servizio territoriale di Ferrara, che ha riscontrato la presenza di chiazze iridescenti tipiche in presenza di idrocarburi. Sul posto erano presenti, oltre ai sindaci, la Protezione civile, i Carabinieri Forestali di Bondeno e di Sant’Agata Bolognese, la Polizia provinciale della Città metropolitana di Bologna e quelle locali di Cento e dell’ Unione Reno Galliera. Sono stati avvisati i Vigili del Fuoco, comando di Ferrara che ha inviato sul posto una squadra dalla stazione di Cento.
Il giorno successivo, i tecnici della squadra di pronta disponibilità del Servizio territoriale di Bologna si sono invece recati a Sant’Agostino, nel Comune di Terre del Reno, all’altezza delle chiuse con il Cavo Napoleonico dove la sera precedente i Vigili del fuoco avevano provveduto alla posa di alcune barriere galleggianti assorbenti per arginare lo sversamento. Altre due panne erano già state posizionate anche più a valle, a Galliera e a Poggio Renatico.
Sul posto erano presenti, oltre ai sindaci dei Comuni interessati, anche la Protezione civile, i Carabinieri Forestali, la Polizia provinciale Città metropolitana di Bologna, i Vigili del Fuoco e l’Autorità di bacino del fiume Reno.
Dall’argine era ben visibile un’estesa chiazza iridescente e dalle panne assorbenti cominciavano a evidenziarsi alcuni punti di trafilatura della sostanza oleosa presente in superficie, pertanto i tecnici Arpae hanno concordato con i Vigili del fuoco di predisporre un’ulteriore barriera di panne assorbenti per contenere la diffusione. In corrispondenza di tale barriera è stato eseguito un campionamento delle acque superficiali per caratterizzare la sostanza inquinante con analisi di laboratorio.
Un ulteriore campione di acqua superficiale è stato inoltre prelevato più a monte, a Sala Bolognese, nel punto in cui il canale Dosolo si immette nel Reno, a valle della Chiavica Sostegno, dopo che i volontari del corpo delle Guardie ambientali metropolitane, risalendo il corso del fiume verso Castello d’Argile e Sala Bolognese, avevano indicato una sospetta sorgente della chiazza oleosa.
I sommozzatori dei Vigili del fuoco hanno provveduto a scandagliare l’area anche mediante pale, non rinvenendo nulla sul fondale. Pertanto, in presenza del Consorzio della Bonifica Renana e dell’Agenzia regionale della Protezione Civile, si è deciso di procedere con l’utilizzo di un escavatore con le attività di scavo del terreno dell’argine e del fondale. Le operazioni sono proseguite fino a tarda serata, ma non hanno rilevato alcuna evidenza di una possibile origine dello sversamento della sostanza oleosa.
L’8 gennaio, i tecnici Arpae si sono nuovamente recati a Sala Bolognese, presso la Chiavica Sostegno, dopo che i tecnici del Consorzio della Bonifica Renana con l’Agenzia regionale di Protezione civile avevano rilevato la presenza di alcune chiazze iridescenti sul canale Dosolo in prossimità della chiusa. Sul posto è stato eseguito un campionamento delle acque sia a valle sia a monte della chiavica. Nel punto interessato è stata posizionata un’ulteriore barriera assorbente, ricomprendendo anche l’area di immissione del canale Dosolo sul fiume Reno.
Un ulteriore sopralluogo è stato effettuato nella mattinata di lunedì 9 gennaio. Il fiume Reno presentava una portata d’acqua più consistente e per questo non erano più riscontrabili chiazze iridescenti come nei giorni precedenti.
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