Aperto all’Università di Parma il convegno “Liberarsi dalla necessità del carcere”. Quattro giorni di riflessione e confronto
PARMA – Quattro giorni nel nome di Mario Tommasini, nel segno del suo pensiero e della sua fecondità. Questa l’idea di fondo del convegno Liberarsi dalla necessità del carcere (1984-2024). L’attualità del pensiero di Mario Tommasini, che si è aperto stamattina nella sede centrale dell’Università di Parma.
Organizzata dai docenti e dalle docenti dell’Ateneo Fabio Cassibba, Antonio D’Aloia, Maria Inglese, Vincenza Pellegrino, Chiara Scivoletto e Veronica Valenti, l’iniziativa vuole innanzitutto ricordare il convegno che, proprio quarant’anni fa, Mario Tommasini organizzò all’Università e che a livello nazionale rimane tutt’oggi una testimonianza indelebile della forza del suo pensiero: del suo impegno sociale e culturale a tutela dei diritti delle persone più fragili ed emarginate della società, del suo agire per arrivare a un cambiamento culturale e giuridico rispetto alle dimensioni delle cosiddette “Istituzioni totali”, anche attraverso un modello di azione politica e sociale in grado di superare la distanza tra Istituzioni e cittadinanza e di costruire un ponte permanente tra “il dentro” e “il fuori” del carcere.
Il convegno si è aperto stamani con i saluti istituzionali del Rettore Paolo Martelli, del Sindaco Michele Guerra, di Maria Rosaria Nicoletti in rappresentanza dell’Ordine degli Avvocati, del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e internazionali Giovanni Francesco Basini, della Direttrice del CIRS dell’Università di Parma Chiara Scivoletto, della Responsabile scientifica dell’Osservatorio Permanente Legalità Monica Cocconi e del Presidente del Borgo Riccardo Campanini. La proiezione del docufilm di Fabio Cavalli Viaggio in Italia: la corte costituzionale nelle carceri, in cui sono raccolti i dialoghi tra i giudici della Corte costituzionale e le persone ristrette e che anche da un punto di vista giuridico rappresenta un vero e proprio spartiacque, è stata seguita dagli interventi di Mauro Palma, già Presidente del Collegio del Garante nazionale dei diritti delle Persone private della libertà personale, e Samuele Ciambriello, Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali.
Nel pomeriggio la sessione In ricordo di Mario Tommasini, con docenti, garanti, volontari e volontarie, psichiatre e psichiatri, operatori e operatrici sociali e del Terzo settore che hanno condiviso lo spirito e le battaglie di Mario Tommasini.
Il convegno prosegue fino al 21 novembre.
Martedì 19 novembre la mattinata sarà dedicata a una riflessione interdisciplinare, con studiose ed esperte della materia, sulla giustizia riparativa, sullo stato dell’arte della “Riforma Cartabia” e sulla necessità di superare la visione carcero-centrica che caratterizza il sistema di esecuzione penale. Il pomeriggio sarà invece dedicato all’importanza della cura dell’affettività in carcere, partendo da una riflessione a più voci sui contenuti e sulle conseguenze della sentenza della Corte costituzionale n. 10 del 2024 (che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della disposizione che non consente lo svolgimento in carcere di incontri intimi e riservati) e su alcuni contenuti del “DDL sicurezza” in grado di incidere sullo status delle madri-detenute e delle loro bambine e bambini.
Mercoledì 20 novembre il tema della mattina saranno il disagio psichico in carcere e le problematiche legate all’organizzazione delle REMS (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza). Sono previste anche la lettura di alcuni scritti di detenuti, studenti del Polo Universitario Penitenziario di Parma, raccolti dalla redazione della Rivista “Cerchioscritti” e la proiezione di alcuni video realizzati da Liberi dentro Eduradio &TV. Nel pomeriggio focus sul contributo che le neuroscienze, l’IA e l’etnopsichiatria possono dare per migliorare la condizione detentiva e sull’importanza di creare ponti fra la città e il carcere.
Il convegno si chiuderà nella mattinata di giovedì 21 novembre con una riflessione sull’importanza della cura del tempo in carcere (e fuori dal carcere) e delle attività lavorative, di studio, culturali, teatrali per il reinserimento sociale, e con un ulteriore approfondimento sul teatro in carcere.
L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Parma, dalla Fondazione Mario Tommasini, dalla Conferenza dei Garanti territoriali, dal CIRS, dall’Osservatorio Permanente Legalità dell’Università di Parma e dal Circolo culturale Il Borgo, ed è realizzata con il sostegno della Fondazione Cariparma.