‘Sulla Soglia’: nel Chiostro di San Paolo un viaggio per immagini attraverso la Ferrara più intima e nascosta

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Dal 31 ottobre all’8 dicembre 2019 mostra fotografica a ingresso libero

FERRARA – Un percorso fotografico attraverso scorci nascosti di Ferrara, per celebrare la riapertura del restaurato Chiostro di San Paolo. Con la mostra ‘Sulla soglia- Visioni in chiaroscuro di Ferrara’ la Fondazione Ferrara Arte, l’Associazione Riaperture e l’artista Andrea Forlani, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ferrara, riaprono le porte del rinnovato chiostro di piazzetta Schiatti, restituendolo alla curiosità dei visitatori, arricchito da una rassegna di immagini inedite della città. Autori degli scatti in mostra sono Giacomo Brini, Claudia Baldassarra, Maria Chiara Bonora, Daniela Calanca, Giorgia Jerace e Giacomo Stefani, ai quali si unisce Andrea Forlani con la video-installazione ‘Siface’.

Tutti i dettagli dell’iniziativa espositiva, che sarà inaugurata giovedì 31 ottobre 2019 alle 17 (con visita guidata) e resterà aperta al pubblico fino all’8 dicembre prossimo, sono stati illustrati martedì 22 ottobre alla stampa dal responsabile scientifico della mostra Giacomo Brini e dall’artista Andrea Forlani, assieme all’assessore comunale alla Cultura Marco Gulinelli e all’assessore ai Lavori pubblici Andrea Maggi. “Dopo mesi di lavori, che stanno continuando a interessare l’intero complesso dell’ex monastero di San Paolo – ha sottolineato Maggi – possiamo finalmente riaprire al pubblico questo primo chiostro, che è il più antico, ma anche il più moderno come aspetto e sicuramente il più affascinante. La riqualificazione che lo ha interessato è stata, tra l’altro, realizzata con accorgimenti che consentiranno l’uso degli spazi per le iniziative più diverse, la prima delle quali è proprio la mostra fotografica ‘Sulla soglia'”.

“Una mostra – ha dichiarato l’assessore Gulinelli – ricca di suggestioni che si fondano su un concetto, quello del fuori-dentro, che è peculiare di Ferrara. E ad amplificare la suggestione delle immagini fotografiche c’è l’opera in movimento di Andrea Forlani che accompagna i visitatori a scoprire una delle tante vicende seppellite, ma di straordinaria letterarietà, di cui è ricca la storia di Ferrara”. La vicenda, come spiegato da Andrea Forlani è quella del “cantante d’opera del ‘600 Giovanni Francesco Grossi, che perse il suo nome diventando famoso come ‘Siface’, e le cui ceneri sono sepolte proprio nella chiesa di San Paolo. Di lui non esistono rappresentazioni, quindi la video installazione si proporrà come una sorta di specchio immaginario che ce lo restituirà attraverso le persone che lo hanno incontrato”.

“Per noi è un onore – ha dichiarato Giacomo Brini – poter realizzare a San Paolo un’iniziativa nello stile di ‘Riaperture’, anche se in questo caso la riapertura non sarà solo occasionale e le foto in mostra saranno quelle realizzate dagli stessi componenti dell’associazione. Nella prima parte, saranno esposte foto a colori di interni di edifici monumentali o comunque storici di Ferrara, mentre nella seconda saranno presenti foto in bianco e nero di interni domestici, sempre caratteristici della nostra città e con un’apertura verso l’esterno”.

La mostra ‘Sulla soglia’ sarà aperta, gratuitamente, al pubblico dal 31 ottobre (inaugurazione alle 17) all’8 dicembre 2019, tutti i giorni: il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 14 e il martedì, giovedì, sabato e festivi dalle 9 alle 18.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori

Per celebrare l’inaugurazione del nuovo Chiostro di San Paolo, la Fondazione Ferrara Arte, l’Associazione Riaperture, e l’artista Andrea Forlani, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, Musei, Monumenti Storici e Civiltà Ferrarese del Comune di Ferrara, presentano Sulla Soglia – Visioni in chiaroscuro di Ferrara, dal 31 ottobre all’8 dicembre 2019, una mostra fotografica di Giacomo Brini, Claudia Baldassarra, Maria Chiara Bonora, Daniela Calanca, Giorgia Jerace e Giacomo Stefani. Completa l’esposizione, la video-installazione Siface di Andrea Forlani.

Quest’autunno, Riaperture e Andrea Forlani invitano a varcare le soglie di un luogo in perpetua metamorfosi che risorge dalla polvere del suo passato. Il Chiostro di San Paolo, interessato da un recentissimo restauro, si fa oggi soggetto e cornice di nuove storie, in dialogo con le visioni della città che sfilano tra i suoi archi. Sulla Soglia accompagna il Chiostro verso un nuovo percorso, esaltandone l’eleganza candida e la storia secolare, restituendolo allo sguardo di ogni spettatore curioso, tessendo nuove trame nell’intimo dei suoi visitatori.

Sulla Soglia illumina le sfumature della Ferrara più intima, dall’interno delle sue mura agli esterni dei suoi giardini, dei suoi balconi, delle sue vie, dei suoi cieli. È un viaggio tra le stanze del quotidiano, tra dettagli dai sapori antichi e spazi quasi dimenticati, polverosi e monumentali.

Riaperture, per l’occasione, esce dal suo ruolo e diventa collettivo fotografico, con un lavoro site-specific: la mostra espone la personalissima ricerca e i lavori dei componenti dell’Associazione, il cui studio si articola sul doppio filone della visione interna ed esterna, del punto di vista oggettivo e soggettivo, dell’impatto e della sensazione intima. Le stanze private diventano camere oscure, sipari che si aprono su scenari e spezzati di vita ferrarese, orchestrandosi tra le tinte delle sue facciate e le sfumature delle sue mille anime. Le case, gli angoli del quotidiano, si aprono ai loro nuovi ospiti, invitandoli ad interrogarsi su punti di vista inediti e panorami cari alla memoria. Sulla Soglia invita a oltrepassarla, a entrare dentro Ferrara, a perdere e ritrovare la città nota, con desiderio di guardarla nel profondo. Una Ferrara privata, in bianco e nero; le suggestioni a colori di un passato glorioso; una visita preziosa che supera i confini fisici del privato ma anche quelli dell’intima visione del fotografo stesso.

A completare il percorso espositivo, la video-installazione Siface di Andrea Forlani. Un libero omaggio ad un uomo divenuto prigioniero della propria enorme fama, un uomo passato alla storia perdendo il suo vero nome. Siface, infatti, fu lo pseudonimo del noto cantante evirato Giovanni Francesco Grossi, nato nel 1653 nel Granducato di Toscana. Ammirato come uno dei più grandi cantanti d’opera del suo tempo, ebbe il soprannome in seguito alla memorabile interpretazione che diede di questo personaggio nell’opera Scipione Africano di F. Cavalli.

Siface fu acclamato per le sue emozionanti performance musicali, ma divenne tristemente famoso anche per la sua tragica vita amorosa. Per lungo tempo al servizio di Francesco II d’Este a Modena, nel corso della sua carriera si guadagnò la stima e l’ammirazione del mondo musicale, fu tra i cantanti prediletti dalla regina Cristina di Svezia, che a Roma lo volle più volte ospite della sua Corte. La fama del suo talento e del suo virtuosismo vocale superò i confini dell’Italia, e fu amato soprattutto in Inghilterra: a Londra si esibì con successo, su invito della regina Maria Beatrice d’Este, sorella del duca di Modena, alla corte del re Giacomo II Stuart.

Il 29 maggio 1697, mentre si recava a Bologna per le prove di un’opera, fu assassinato poco fuori Ferrara. I mandanti erano i fratelli di una vedova, appartenente alla famiglia Marsili Duglioli, rinchiusa in un convento, con la quale intratteneva una relazione amorosa. Giovanni Francesco Grossi fu sepolto nella Chiesa di S. Paolo a Ferrara.

Di Giovanni Francesco Grossi non esiste nemmeno un’immagine; di fatto Siface attraversa il tempo, come un’ombra, e proprio come tale viene rappresentato.

La video-installazione di Andrea Forlani ricostruisce l’arte e la vita del contralto castrato, attraverso i ritratti di alcuni personaggi storici che Giovanni Francesco Grossi incontrò nella sua vita (Francesco Cavalli, Alessandro Scarlatti, Francesco II, Maria Beatrice D’Este, Giacomo II Stuart, Maria Maddalena Marsili Duglioli, Henry Purcell). L’opera artistica contiene il brano Dormi o fulmine dall’album Siface: L’amor castrato, edito da Glossa, composto da Alessandro Scarlatti ed eseguito da: Filippo Mineccia, Controtenore; Javier Ulises Illán, Direttore; Ensemble Nereydas, Orchestra.