Sabato 22 aprile alle 10.3 in via del Gambone 15 in occasione della XIV Giornata Nazionale del Giardino. Iniziativa promossa da Garden Club e Comune di Ferrara
FERRARA – In occasione della XIV Giornata Nazionale del Giardino UGAI 2017, sabato 22 aprile alle 10.30 presso la Corte del Monastero di S. Antonio in Polesine (via del Gambone 15), si terrà un percorso guidato a partecipazione gratuita dal titolo “Il Monastero di S. Antonio in Polesine e i giardini del paradiso”, nell’ambito del quale gli esperti Francesco Scafuri e Filippo Piccoli illustreranno la storia del luogo e le caratteristiche botaniche degli spazi verdi collegati.
A conclusione dell’evento è prevista la visita alla Chiesa e al suggestivo Primo Chiostro del Monastero di clausura, dove si potrà vedere l’antico giardino e beneficiare del profumo del roseto annesso. Interverranno la presidente del Garden Club Ferrara Gianna Foschini Borghesani e l’assessore ai Lavori Pubblici e Beni Monumentali Aldo Modonesi, che ha fortemente voluto e sostenuto il progetto.
La manifestazione è promossa dal Garden Club Ferrara (che ha così voluto richiamare il tema nazionale UGAI 2017 “Paesaggio che unisce e racconta”) in collaborazione con il Comune di Ferrara e la Comunità Monastica Benedettina. In rappresentanza di quest’ultima interverrà la madre abbadessa del Monastero Maria Ilaria Ivaldi che illustrerà ai presenti, seminascosta dalle grate, le vicende straordinarie e gli aspetti spirituali legati al luogo sacro.
L’iniziativa si avvale del patrocinio dell’associazione De Humanitate Sanctae Annae.
Per l’occasione, nella corte del monastero sarà allestita una piccola mostra curata dal Garden Club Ferrara e dall’Ufficio Ricerche Storiche del Comune, dove saranno esposte alcune riproduzioni di iconografie storiche e rare immagini del Novecento legate al cenobio benedettino, che consentiranno di conoscere com’era il complesso nei secoli scorsi.
L’iniziativa è stata illustrata nella mattinata di venerdì 14 aprile nella residenza municipale dal responsabile dell’Ufficio comunale Ricerche Storiche Francesco Scafuri e dalla presidente del Garden Club Gianna Foschini Borghesani.
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – Com’è noto, ancora oggi una piccola comunità religiosa di monache benedettine custodisce i preziosi ambienti di clausura del Monastero di Sant’Antonio in Polesine, ravvivando giorno per giorno una presenza che trae la propria origine addirittura nel XIII secolo. Si tratta di un luogo appartato, in cui sabato 22 aprile i visitatori potranno vivere attimi di tranquillità e pace interiore.
Nei giorni scorsi i giornali hanno dato risalto alla fioritura primaverile del ciliegio giapponese, che è stato messo a dimora nel 2011 dal Comune di Ferrara nel giardino della corte d’accesso al Monastero, accanto allo storico esemplare della stessa specie (prunus serrulata) che, a causa dell’invecchiamento naturale, dopo poco ha esaurito la sua vita.
La circostanza della splendida fioritura, divenuta ormai un simbolo di rinascita e un ulteriore richiamo per molti visitatori, ha rafforzato nell’idea di organizzare un percorso guidato nell’ambito del quale raccontare la storia e l’arte del Monastero e nel contempo gli aspetti legati alle essenze arboree che si possono osservare in due aree collegate con il luogo di clausura. Si tratta della Corte (o Cortile) d’ingresso al monastero e del Primo Chiostro di clausura, dove i visitatori avranno la possibilità di vedere l’antico giardino e beneficiare del profumo del roseto annesso, dopo aver fatto una breve visita alla Chiesa esterna. Proprio nelle adiacenze della zona di clausura, si potrà scorgere la cappella dedicata a Beatrice II d’Este; un suggestivo luogo di visita, perché vi si conserva il sepolcro della Beata, dal quale trasuda ogni anno (tra ottobre e marzo) un liquido definito miracoloso, che la fede vuole siano le lacrime della monaca benedettina estense. Un evento che, comunque la si pensi, rimane inspiegabile, tenendo vivo nello stesso tempo il ricordo di una donna straordinaria.
Durante la visita verrà pertanto raccontata la storia del Monastero di Sant’Antonio in Polesine, a partire dal 1257, quando la Beata Beatrice II d’Este, figlia di Azzo VII d’Este (marchese di Ferrara) e di Giovanna di Puglia, fondò il complesso, utilizzando le strutture di un antico convento che si trovava già sull’isola formata dal Po di Ferrara (poi denominata di Sant’Antonio), alla confluenza di quelli che nel medioevo erano i due rami principali dell’antica asta fluviale (cioè il Primaro ed il Volano).
Ma si parlerà anche dei fatti prodigiosi legati alla Beata, del suo corpo che rimase incorrotto per 250 anni, delle vicissitudini e delle trasformazioni che interessarono il monastero e la chiesa adiacente, con un accenno agli aspetti architettonici ed artistici che fanno di questo cenobio benedettino uno dei luoghi più suggestivi e interessanti della città.
Il tutto senza dimenticare che la storia del monastero è connessa con lo sviluppo urbanistico della zona meridionale di Ferrara, e quindi spunto per citare anche la cosiddetta “Addizione di Borso d’Este”, realizzata a partire dal 1451: a quell’epoca, in seguito al parziale inaridimento del Po di Ferrara, l’antichissima isola di Sant’Antonio, sulla quale erano ubicati il nostro monastero e altre abitazioni, fu inserita all’interno della città anche grazie alla costruzione di nuove mura.
Infine lo storico Francesco Scafuri condividerà un episodio curioso, e per certi aspetti insolito, accaduto qualche mese fa all’interno del Monastero di clausura e del quale è stato testimone insieme ad una collega e alla stessa madre Maria Ilaria Ivaldi, che lo ha autorizzato a raccontarlo pubblicamente.