BRISIGHELLA (RA) – Grande successo di pubblico per l’iniziativa organizzata dall’Associazione Accademia Del Melo Silvestre a Brisighella, che ha aderito a Vajonts 23 il nuovo progetto di Marco Paolini, il noto attore che anni fa con il suo monologo catturò l’attenzione di milioni di telespettatori sulla Rai e ne emozionò altrettanti in teatro. A fianco dei grandi teatri di tradizione o dello Strehler di Milano, è stato protagonista il Teatro Pedrini di Brisighella, ovvero il Foyer, in attesa che l’imminente progetto di restauro della struttura, riaccenda le luci su un palcoscenico vuoto da troppi anni.
Il progetto prevedeva in occasione dei sessant’anni dal disastro del Vajont, uno dei più gravi della storia italiana ,un’azione teatrale in contemporanea in oltre duecento teatri italiani ed europei:”Ciascuno realizzerà un proprio allestimento di Vajonts 23 a partire dalle peculiarità del suo territorio. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna franò nella diga”. Secondo Paolini e La Fabbrica del Mondo che promuovono l’iniziativa, si tratta di una vera e propria Orazione Civile Corale con l’obbiettivo di dare voce a un’azione di Teatro che affronti la sfida della crisi climatica. A Brisighella l’orazione civile è stata consacrata in un’opera scritta per l’occasione dai fratelli Gianni e Paolo Parmiani, i quali raccogliendo l’idea lanciata dai promotori di utilizzare il progetto come un canovaccio: “ci sarà chi lo metterà in scena integralmente, chi lo userà come uno spunto e lo legherà alle tante tragedie annunciate che si sono succedute dal 1963 a oggi”, hanno collegato il dramma del Vajont all’alluvione in Romagna. Infatti il mulino che non c’è più era proprio il luogo dell’anima della loro infanzia, spazzato via dalla rotta del Santerno. Il racconto è stato inframmezzato da alcuni brani musicali inerenti al rapporto dell’uomo con l’ambiente, proposti da un gruppo di grandi musicisti, composto da Franco Randi (basso e chitarra),Giancarlo Gallegati, Ugo Farolfi (chitarra e voce) e dalla cantante Stefania Cattani. Il momento di massima suggestione che ha commosso i presenti è stato raggiunto alle 22:39, orario preciso del disastro, dove sul palco si sono raccolti i fratelli Parmiani, assieme ai musicisti ed al presidente dell’Accademia del Melo Silvestre Raffaello Bellavista, per ascoltare in silenzio i rintocchi della vecchia campana del campanile di Longarone, che fu subito recuperata dalle macerie, e che ogni anno ricorda l’evento. l’ora in cui la montagna franò nella diga”. Riuscita appieno l’iniziativa nell’intento di rendere immortale il ricordo di questa tragedia attraverso le emozioni che sanno muovere le persone e che possono divenire il motore di un mondo migliore.