Mercoledì 4 aprile, alle 18.30, all’Officina Arti Audiovisive incontro con il co-autore Marcello Anselmo
PARMA– Si parlerà dei magliari, i venditori erranti che spesso cercavano fortuna al di fuori dell’Italia, mercoledì 4 aprile alle 18.30 all’Officina Arti Audiovisive (Via Mafalda di Savoia 17/a), dov’è in programma la presentazione del libro “Storie di magliari: Mestieranti napoletani sulle strade d’Europa. L’arte del commercio e il genio dell’imbroglio” (Donzelli editore).
All’incontro, organizzato dall’Università di Parma con l’Officina Arti Audiovisive, parteciperà Marcello Anselmo, docente al Corso di Alta Formazione in Cinema e Documentario e Sperimentale promosso dall’Università di Parma, storico, ricercatore, documentarista radiofonico, autore del volume insieme al regista Pietro Marcello.
L’appuntamento è a ingresso libero.
Scheda del volume – dal sito www.donzelli.it
Giovani che per sottrarsi alla miseria e alla precarietà esistenziale provavano ad ascendere la gerarchia sociale attraverso una pratica del commercio senza fissa dimora che li trasformava in piccoli imprenditori cosmopoliti: questo erano i magliari.
Si trattava di un modo d’arrangiarsi fattosi mestiere, un mestiere pressoché scomparso nel breve volgere di mezzo secolo. I primi magliari, soprattutto napoletani, avevano avuto l’orizzonte del Sud America, poi era stata la volta dell’Europa industriale del secondo dopoguerra, soprattutto l’area industriale e mineraria compresa tra Belgio, Francia e Repubblica federale tedesca, sulle orme dei flussi migratori degli operai italiani. La storia dei magliari è infatti strettamente intrecciata a quella della migrazione italiana in Europa nel secondo dopoguerra, nonché a quella della mutazione antropologica che ha traghettato le società occidentali verso una trasformazione della cultura materiale e l’avvento del consumo di massa. Per ricostruire pratiche e itinerari di un mestiere informale, senza sedi e traiettorie ufficiali, tutto affidato all’abilità commerciale dei singoli e alla loro fulminea capacità di adattamento, i due autori ne hanno ripercorso le orme tra Italia e Germania, registrando le loro narrazioni in presa diretta. Come in un romanzo, da queste testimonianze emergono la fisionomia, i tic, le manie, i percorsi e i contesti di una categoria di «venditori» che facevano del proprio mestiere uno stile di vita, di cui curavano in modo ossessivo ogni dettaglio: l’abito faceva il magliaro, che non conosceva sciatteria nell’aspetto e nell’eloquio. Attraverso un sapiente montaggio narrativo, gli autori ci presentano personaggi con soprannomi pittoreschi – Mezzalingua, Bella ’Mbriana, Merdazzella –, chiudendo la loro ricognizione con una testimonianza del regista Francesco Rosi, autore nel 1959 di un memorabile film che immortalò il magliaro nei panni di un irresistibile Alberto Sordi.