In viaggio tra i lager’ (Ciesse, 2017). Dialogherà con l’autrice lo storico Davide Guarnieri.
Il libro racconta la storia di un soldato di Treviso che parte per combattere in Croazia la guerra voluta da Mussolini e dal suo regime. Una guerra che il nostro paese, disorganizzato, impoverito sempre di più da un regime che aveva fatto della corruzione e della clientela un vero e proprio modo di esistere, aveva affrontato priva di risorse militari e logistiche. Una guerra voluta da un regime che aveva condannato alla morte ed alla prigionia decine di migliaia di giovani, strappati, spesso alla vita tranquilla, anche se a volte povera, della provincia italiana.
Quella di Alfredo Zaros è la storia di uno di questi uomini, spesso molto giovani, che, dopo l’8 settembre, si ritrovarono senza direttive, in balia dei nazisti che, a quanti si opponevano all’arruolamento nelle fila nazi-fasciste, prepararono senza indugi la via verso i campi di concentramento.
E’ la storia dell’altra Resistenza, quella che anche ad Alessandro Natta, futuro segretario del Pci ed allora giovane ufficiale che la visse sulla propria pelle, fu a lungo impossibile raccontare, perché i militari, nel dopoguerra, vennero a lungo considerati, in casi come questi erroneamente, conniventi con il regime.
Alfredo pagò il suo “no” con la deportazione nel Terzo Reich e circa venti mesi di prigionia e lavoro coatto nei lager nazisti, con la qualifica di Internato Militare Italiano, voluta da Hitler per non riconoscere le garanzie della Convenzione di Ginevra, così come accadde ai russi.
E’ una vicenda individuale che ripropone in maniera drammatica la scelta difficile e sofferta degli Imi: la loro fu una scelta di Resistenza non armata, uno dei molteplici aspetti di opposizione al nazifascismo che non ha avuto adeguata valorizzazione.
Oggi molto si sta facendo perché questa storia che è dei singoli, ma anche dell’intero Paese, torni a casa. Il Museo da diversi anni, assieme all’Anpi provinciale, lavora perché attraverso ricerche, mostre, conferenze, presentazioni, queste vicende diventino patrimonio comune, nella convinzione che questo possa aiutarci a proteggere la democrazia, oltreché a comprendere che, per quanto imperfetta e migliorabile, ci ha garantito più di settant’anni di pace e di diritti diffusi.
L’incontro, aperto liberamente a tutti gli interessati, rientra nel calendario delle iniziative di commemorazione e cultura storica organizzate dal Comitato cittadino per le Onoranze, in occasione degli anniversari degli eccidi fascisti e nazisti a Ferrara del 15 novembre 1943 e 17 novembre 1944.
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