Ferrara

Stefano Benni torna a Ferrara per evidenziare il valore dell’immaginazione

Ariosto “pop”, dal fantastico al fantasy

FERRARA – Non si sa mai cosa aspettarsi dallo slancio di Stefano Benni, che questa sera, sabato 17 settembre, testimonierà davanti a Ferrara il valore che ha per lui l’immaginazione e che ha avuto nel corso della sua corposa produzione letteraria. Sul palco della Sala Estense, alle 21.30, lo scrittore prenderà il largo festeggiando i 500 anni che ha compiuto l’Orlando furioso, per spingersi poi attraverso secoli di letteratura sino ai giorni nostri. È lampante che Cari mostri (Feltrinelli) e 10 teorie sull’estinzione dei dinosauri (e 25 animali fantastici), pubblicato insieme ad Altan per Gallucci, attingano da un immaginario comune di cui Ludovico Ariosto è stato il primo artefice. Lo slancio creativo del Lupo è da sempre un esempio di libertà intellettuale, che non intende rinunciare all’onestà come fondamento. Sarà stato questo a motivare l’artista Marcello Carrà, che ha pensato di omaggiarlo con un ippogrifo su misura. La creatura alata, rigorosamente in penna biro, difende simbolicamente un libro e china il capo di fronte a chi lo ha scritto.

Tuttavia l’intervento di Benni sarà solo il gran finale di un’intera giornata per avvicinare la città al capolavoro e contestualizzarne i contenuti. Ariosto pop, dal fantastico al fantasy, è il titolo scelto dall’Associazione Gruppo del Tasso, che spicca dalla vetrina della libreria Ibs+Libraccio, main sponsor, difeso da due dragoni Nici. Si comincia alle 10.30, in Biblioteca Ariostea, con una conferenza sul ruolo delle donne nel Furioso. A parlare saranno due autori d’eccezione: Silvana De Maria, star del fantasy italiano grazie alla trilogia di Hania (Salani), e T. R. Mielke, che ha riscritto il poema in tedesco, ma senza rime.

«In Germania il Furioso è poco conosciuto, perché è considerato troppo “pop” – sostiene Mielke – In molte città si staglia la statua di Orlando, Roland in origine, ma pochi ragazzi sanno di chi si tratti e quale sia stata la sua fortuna. Ariosto era un uomo di marketing, era attento al suo pubblico, perciò si rivolgeva alle donne. Andava a origliare cosa piacesse alle cortigiane e lo riportava nei versi, specie gli intrighi amorosi. Solo un italiano poteva scrivere un capolavoro del genere. Sapeva anche, però, che il pubblico femminile era più sensibili alla parola e più attento alla lettura. Motivo per cui anch’io ho deciso di rivolgermi a delle eroine e non a degli eroi».

L’autore tedesco presenterà una carriera tanto lunga quanto varia di stimoli. Se può vantare, difatti, di essere tra gli inventori dell’Ovetto Kinder, nell’85 vinse un premio nazionale per il miglior racconto di fantascienza, nel quale scriveva della caduta del Muro di Berlino. Durante la sua esposizione sarà intonato un canto medievale dal vivo per calarlo con la platea nell’atmosfera. «Bradamante è ancora una realtà attuale, non solo una finzione poetica – aggiunge la De Mari – Dietro la corazza si celano fragilità e coraggio, che la rendono una figura completa e complessa. Ella non si piega ai Saraceni, anzi, si oppone alla loro prepotenza sulle coste del Mediterraneo, segnando un confine ideologico tra le due civiltà».

Al contempo, a Palazzo della Racchetta, inaugura una mostra Lego a tema, che riproduce in scala gli scenari del mondo di Tolkien, Il Signore degli Anelli. Per l’occasione speciale Alessio Paparella, titolare di Brick Custom&Games, ha fatto costruire Piazza Ariostea in mattoncini, trasformando un luogo reale in uno fantastico. Nel piano nobile, dalle 16, toccherà allo scrittore Demetrio Battaglia dimostrare il suo valore con la serie I Taccuini del Ginepro. Ad affiancarlo, oltre all’illustratore che ha dato vita alle mappe dei romanzi, popolati da elfi, orchi e stregoni, ci sarà l’erborista Elisa Scattolin, che ai più temerari farà assaggiare vere e proprie pozioni nei panni di un’oscura speziale. Il pomeriggio a palazzo sarà anche il momento propizio per gli artisti Ludmilla Andreoli e Francesco Corli, che su tele giganti dipingeranno en plein air nella corte interna, a seconda della luce e delle ottave catturate.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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