Modena

Statale 12, indispensabile la messa in sicurezza

L’ennesimo ribaltamento di un camion riporta all’ordine del giorno la sicurezza di una strada stretta ed in terrapieno che rischia di limitare l’impatto di nuovi investimenti come il nuovo ponte dell’Uccellino

MODENA – L’ennesimo incidente avvenuto martedì 10 gennaio sulla Statale 12, con il ribaltamento di un camion fra la rotonda del passo dell’Uccellino e la curva del Cantone di Bastiglia, con le immancabili ripercussioni sul traffico, ripropone il tema della sicurezza della circolazione nel tratto di questa importante arteria che si snoda su terrapieno praticamente sino a Mirandola. “Pensare che il più importante collegamento provinciale con la Bassa si snodi su una stretta strada che in oltre un secolo ha avuto opere di adeguamento irrisorie, sarebbe quasi comico, se non fosse tragico”, commenta Francesco Abate, presidente modenese degli associati Fita Cna.

“I veicoli devono essere continuamente revisionati, gli autisti si devono mantenere aggiornati per soddisfare le norme di sicurezza, ma le strade rimangono sempre le stesse. Ci pare francamente paradossale”.

Anche interventi come la rotatoria della Cnh, nel comune di Modena, o il nuovo ponte dell’Uccellino non potranno essere sfruttati al pieno delle loro potenzialità se la strada non sarà adeguata di conseguenza. “Le caratteristiche dell’economia modenese sono nate: una filiera diffusissima con la necessità di trasporti su gomma sicuri ed affidabili. È un dato oggettivo che la Statale non risponda a questi requisiti minimi, con costi in termini di sicurezza, ma anche sul piano economico, a causa dei più elevati tempi di percorrenza. Per questo, secondo l’Associazione, è necessario intervenire immediatamente, partendo proprio dal lungo rettilineo che dalla curva del Cantone porta a Modena, un tratto che dovrebbe essere allargato e messo in sicurezza con guardrail.

La sostenibilità stradale non la si misura solo sulla base dell’inquinamento che produce, ma anche dalla sicurezza che garantisce. In questo senso la vecchia Canaletto ci pare tutt’altro che sostenibile”, conclude Abate.

 

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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