CESENA – Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e sostegno all’occupazione. E ancora: housing sociale, inclusione, anziani non autosufficienti, disabilità e marginalità. Sono queste le macroaree, sul fronte dei servizi socio-sanitari, su cui l’Amministrazione comunale di Cesena sta lavorando, insieme all’Unione Valle Savio, per provare ad intercettare finanziamenti fino a 3,5 milioni di euro provenienti da fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) tramite la Regione Emilia-Romagna. Le proposte progettuali verranno definite entro la fine del mese di gennaio, e dovranno poi essere valutate dalla Regione in vista della pubblicazione dei bandi, che avverrà non oltre marzo. Successivamente (entro giugno) i progetti finanziati potranno essere attivati, per essere completati entro il 2026.
“Essere in grado di intercettare le risorse regionali e nazionali – commenta il Sindaco di Cesena e Presidente dell’Unione Enzo Lattuca – e fare rete sul territorio con lo scopo di ottenere quanti più finanziamenti è fondamentale. Per questa ragione a tre dei sette progetti afferenti all’area del sociale ci candideremo come Unione insieme alle vicine Unioni dei Comuni Rubicone e Mare e del Forlivese. È questo il caso dei progetti relativi all’autonomia degli anziani non autosufficienti, al rafforzamento dei servizi sociali domiciliari per garantire la dimissione anticipata assistita e prevenire l’ospedalizzazione, e alla prevenzione del fenomeno del burnout tra gli operatori dei Servizi sociali. Come Comune di Cesena invece cercheremo di ottenere finanziamenti su più fronti: dal sostegno alle capacità genitoriali alla prevenzione delle vulnerabilità delle famiglie e dei bambini, dalla costruzione di percorsi di autonomia per persone con disabilità alla lotta alla povertà estrema e housing first (per il contrasto alla grave marginalità sociale, basato sull’inserimento di persone senzatetto in singoli appartamenti indipendenti). Sono progettualità a cui stiamo lavorando già da tempo, e preziosa in questo senso è stata la collaborazione del tavolo welfare, di cui fa parte anche l’Ausl Romagna”.
Nel corso della pandemia si è toccata con mano l’importanza dei servizi sociosanitari a domicilio, anche come strumento per evitare una eccessiva pressione sugli ospedali. Per questa ragione tra le progettualità in via di definizione c’è anche il miglioramento della diffusione dei servizi sociali su tutto il territorio, al fine di favorire la de-istituzionalizzazione e il rientro a casa dei pazienti dimessi dagli ospedali. A questo si aggiunge la particolare attenzione rivolta alle famiglie anche attraverso il Programma di intervento per la prevenzione dell’Istituzionalizzazione (P.I.P.P.I.), che punta a favorire l’attivazione di azioni di supporto domiciliare rivolte ai genitori, con lo scopo di ridurre o evitare il rischio di allontanamento dei bambini e degli adolescenti dal proprio nucleo familiare.