Il progetto “Oltre il Museo” coinvolgerà i detenuti per far conoscere il patrimonio artistico
MODENA – Lettura, Teatro, Cucina, e ora laboratori dei Musei civici. A Modena l’attenzione nei confronti della realtà penitenziaria degli Istituti culturali comunali e di associazioni di volontariato e dell’ambito della Cultura e non solo, ha portato a realizzare numerosi e diversificati progetti dentro il carcere, con l’obiettivo di concorrere al coinvolgimento dei detenuti in attività di recupero e rieducazione, nella cornice di una interrelazione positiva tra carcere e società. Oltre alla promozione della lettura e della scrittura con le biblioteche comunali, a “Sognalib(e)ro” e alle esperienze di teatro in carcere, in particolare con il Teatro dei Venti, ai corsi di cucina con gli chef di “Modena a tavola”, il 2020 vede a Sant’Anna anche lo svolgimento di laboratori a cura dei Musei civici. In particolare, dopo l’esperienza natalizia (con focus sulla collezione di carte decorate del museo) legata all’arte del confezionare pacchetti e all’uso della creatività per personalizzare i propri auguri, i Musei e il laboratorio didattico Dida proporranno nuove iniziative nella casa circondariale per sensibilizzare verso il mondo dell’arte e dell’archeologia.
Il progetto “Oltre il museo”, nato dalla collaborazione tra Musei civici e Sant’Anna ha tra le finalità anche quella di far conoscere il patrimonio storico-artistico del territorio alle persone che stanno vivendo una situazione di reclusione. L’iniziativa coinvolgerà alcuni detenuti che, assieme al personale e ai collaboratori del museo, avranno modo di conoscere le opere e le collezioni dell’istituto e di approfondire – con attività laboratoriali – tecniche artistiche e artigianali sperimentando i processi che hanno portato alla realizzazione delle opere o dei manufatti presi in esame. febbraio sarà la volta di esperienze dedicate al patrimonio archeologico e in particolare a un laboratorio di modellazione dell’argilla per realizzare copie del vasellame ceramico delle Terramare, che verranno poi sottoposte a cottura nelle fornaci del Parco di Montale.
Nel corso dell’anno verranno poi definiti altri appuntamenti, condivisi con i detenuti coinvolti e scelti da loro in base all’interesse del gruppo.