Un elenco, questo dell’Inps, rispetto al quale il Comune di Piacenza (così come ogni altro Comune italiano) non ha alcuna voce in capitolo e non può fare altro che prenderne atto, e muoversi di conseguenza. “Ed è ciò che è stato fatto – riferisce l’assessora ai Servizi sociali Nicoletta Corvi -, perdipiù in tempi davvero stretti. Si tenga conto che, dopo i vari passaggi obbligati, il Comune ha ricevuto l’elenco ufficiale dei beneficiari piacentini il 18 luglio scorso. Già a partire dai giorni immediatamente successivi si è proceduto con l’invio delle 1127 raccomandate con ricevuta di ritorno agli aventi diritto, operazione che, dati i numeri, si è svolta in tranches e ha impegnato complessivamente circa una settimana. Un’operazione costata 5mila euro ma necessaria ad avere maggiori garanzie di riuscita dell’iniziativa governativa”.
Ad oggi, le ricevute firmate (ovvero le raccomandate che effettivamente hanno raggiunto i destinatari) sono 640, poco più della metà di quelle inviate. Ma non si esclude che nei prossimi giorni questo numero possa crescere.
Nella prima fase di questa operazione, il Comune di Piacenza ha passato al vaglio l’elenco ricevuto dall’Inps per verificare la correttezza degli indirizzi di residenza di ogni singolo avente diritto. Un elenco nominale che l’Istituto nazionale della Previdenza sociale ha redatto in base alle informazioni di cui è in possesso, direttamente o tramite banche dati. Informazioni che, di fatto, riguardando l’Isee (che non deve superare i 15mila euro), il nucleo famigliare (che deve essere di almeno 3 persone) ed eventuali altri contributi governativi come ad esempio il Reddito di cittadinanza (che non devono essere stati ricevuti da coloro che potranno beneficiare della social card).
Criteri stabiliti dal Governo, dunque, ed elenchi nominali stilati dall’Inps. E a Piacenza, purtroppo, sono rimaste escluse circa 3mila persone che potenzialmente potrebbero rientrare negli aventi diritto. Una circostanza, quest’ultima, che può aver generato incomprensioni o anche malcontento a livello locale, come risulta dall’interrogazione depositata dalla consigliera comunale Gloria Zanardi di Fratelli d’Italia, la quale ne ha dato anche notizia sui social network; e alla quale interrogazione, naturalmente, il Comune risponderà nei tempi stabiliti. Nel frattempo, tuttavia, ha ritenuto di dover fare chiarezza a beneficio degli interessati.
“Consapevoli dell’eventualità di mancati recapiti o modifiche di domicilio rispetto ai dati presenti in anagrafe e anche del fatto che molti cittadini aventi diritto rispetto ai criteri non rientrino nei 1127 beneficiari – conclude l’assessora Corvi – abbiamo attivato a partire dal 31 luglio i nostri uffici, e in particolare gli sportelli Informasociale e Informafamilgie e bambini, per fornire informazioni”. Agli uffici, tuttavia, non è possibile rivolgersi telefonicamente, per ovvi motivi di privacy, ma è necessario inviare una mail con il documento di identità in modo da escludere che a chiedere informazioni sensibili siano persone diverse da quelle che ne hanno effettivamente diritto.
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