Le “tavole vibranti” per studiare sui banchi gli effetti delle scosse

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regione emilia romagna logoConsegnati a sette scuole dell’Emilia-Romagna (Faenza, Ferrara, Mirandola, Parma, Rimini e due di Bologna) i modellini costruiti grazie alla collaborazione di Regione, Istituto “Aldini Valeriani-Sirani” e azienda “Bonfiglioli Riduttori”

BOLOGNA – Si chiama “tavola vibrante” ed è un modellino, largo circa mezzo metro e di altezza variabile, che permette di capire come reagisce una struttura alle scosse sismiche: qual è lo stato di sollecitazione a cui è sottoposta in caso di terremoto; se, come e di quanto oscilla in funzione delle sue caratteristiche e dell’intensità del moto.

Nasce da un’idea della Regione ed è stato realizzato grazie alla collaborazione di una scuola e di un’azienda bolognesi: l’Istituto di istruzione superiore “Aldini Valeriani-Sirani”, dove docenti e alunni dei dipartimenti di meccanica, automazione e grafica hanno materialmente creato le tavole, e la “Bonfiglioli Riduttori spa” di Calderara di Reno, che ha fornito gratuitamente motori elettrici con motoriduttori e inverter necessari per realizzarle.

Nel quarto anniversario della prima scossa del sisma del 2012 – dieci scuole, sette dell’Emilia-Romagna e tre della Toscana, possono contare su questo prezioso strumento didattico, con cui gli studenti riusciranno a studiare da vicino, nelle aule di laboratorio, il moto oscillatorio e gli effetti provocati sui modelli.
Sono l’”Aldini Valeriani-Sirani” e l’Istituto tecnico commerciale e per geometri “Crescenzi Pacinotti” di Bologna; l’Istituto tecnico statale indirizzo Cat “Alfredo Oriani” di Faenza (Ravenna); l’Istituto di istruzione superiore “N. Copernico-A. Carpeggiani” di Ferrara; l’Istituto superiore statale “Galileo Galilei” di Mirandola (Modena); l’Istituto tecnico tecnologico indirizzo Cat “Camillo Rondani” di Parma; l’Istituto tecnico tecnologico statale indirizzo Cat “O.Belluzzi-L. Da Vinci” di Rimini.
Tre le scuole toscane, tutte fiorentine: gli Istituti statali di istruzione superiore indirizzo Cat “Giorgio Vasari”, “Giotto Ulivi” e “Russell-Newton”.

Le tavole sono state consegnate a Bologna, nella sede delle Aldini Valeriani-Sirani, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo.

Questo, però, è solo l’inizio, perché molte altre scuole hanno già manifestato il proprio interesse ad aderire al progetto “Reduce-Conoscere e condividere per ridurre il rischio sismico”. Nato su iniziativa delle Regioni Emilia-Romagna e Toscana, è finalizzato alla realizzazione di percorsi didattici per diffondere la cultura del rischio sismico attraverso il coinvolgimento attivo di studenti e insegnanti, la realizzazione di mostre itineranti, l’uso delle tavole vibranti.
Un esempio di come istituzioni, imprese e scuole, insieme, possano lavorare efficacemente su progetti concreti, indirizzati principalmente ai giovani ma non solo. Perché l’obiettivo condiviso è quello di aumentare nei cittadini la conoscenza e la consapevolezza del rischio, favorendo anche l’adozione di comportamenti virtuosi in caso di calamità, a partire dai terremoti.
A capo del progetto c’è un gruppo di coordinamento – la Rete di istituzioni scolastiche per l’educazione sismica – di cui fanno parte, oltre ai dieci istituti aderenti, il Servizio geologico, sismico e dei suoli della Regione, l’Unione Comuni modenesi area nord e il Centro di educazione ambientale e alla sostenibilità “La Raganella”.

Come funziona la tavola vibrante
É un modellino che riproduce una struttura sottoposta, alla base, ad un’azione oscillatoria con frequenza variabile che simula il moto sismico. Sollecitato al piede attraverso un dispositivo elettromeccanico, consente di verificare sperimentalmente la relazione tra le caratteristiche dell’azione sismica indotta alla base della struttura e il comportamento dinamico della stessa (oscillazioni) in funzione delle sue caratteristiche (rigidezze, vincoli, dissipazioni); in sostanza, lo stato di sollecitazione alla quale è sottoposta in presenza di sisma. Ha forma di parallelepipedo in acciaio con dimensioni di ingombro alla base di 54×44 centimetri. /EC