“L’abbandono di cani, specialmente a ridosso dei mesi estivi – sottolinea Dosi -, è ancora, purtroppo una triste realtà. Solo nel 2015, secondo le associazioni animaliste, sono stati quasi 65 mila gli ingressi nei canili in tutto il territorio nazionale. Un dato che non esaurisce il numero potenziale di animali abbandonati. L’abbandono degli animali domestici è la prima causa del randagismo e le campagne di prevenzione e sensibilizzazione come questa mirano anche a ridurre una spesa ingente per la gestione del fenomeno che ogni anno incide in modo rilevante sui bilanci comunali”.
Prosegue il sindaco: “Gli animali rappresentano per la nostra esistenza un dono molto prezioso. Richiedono un grande impegno, ma sono anche capaci di riempire la nostra vita di amore e serenità. Abbandonarli, in particolare a ridosso delle vacanze estive, oltre che un reato sancito dal nostro codice penale, è un gesto odioso e ignobile. Secondo le norme attuali – conclude il primo cittadino -, sono proprio i sindaci a essere chiamati in prima linea nella lotta agli abbandoni e ai maltrattamenti degli animali. Una corretta informazione per i proprietari di animali, sul possesso responsabile e la scelta consapevole nella gestione di un animale domestico è perciò fondamentale”.
Per ciò che riguarda le corrette modalità di soccorso da seguire in caso di rinvenimento di cani e gatti in città e nelle frazioni, è il Servizio Tutela Animali del Comune di Piacenza a ricordare che, chi rinvenisse un cane errabondo e senza proprietario deve telefonare alla Centrale operativa della Polizia Municipale (al numero 0523-7171) o alle Forze dell’Ordine, onde attivare il conseguente intervento del Servizio di reperibilità del canile municipale. I cani recuperati saranno trasferiti presso il canile municipale e custoditi per il tempo necessario alla loro riconsegna ai proprietari o alla loro cessione ad eventuali richiedenti. Anche nel caso di cane o gatto ferito, occorre telefonare ai Vigili urbani (o alle Forze dell’Ordine). Altro discorso per i gatti: la normativa infatti tutela la libertà delle colonie feline. I gatti che vivono liberi sul territorio sono protetti, ed è fatto divieto a chiunque di maltrattarli o di allontanarli dal loro habitat. Le comunità di gatti randagi che socializzano tra loro sono gestiti da volontari, che censiscono, accudiscono, curano e intervengono per consentire la sterilizzazione e reinserire nel loro ambiente i gatti randagi. Il gattile è invece destinato solo ai piccoli felini, con comprovate abitudini domestiche, non inseribili in colonie feline. Presso l’ufficio Tutela Animali sono anche disponibili i moduli per l’autorizzazione all’alimentazione e alla cura dei gatti liberi. L’accesso dei vari volontari in zone di proprietà privata, è comunque sempre subordinato al consenso del proprietario.
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