FERRARA – Sarà lo scrittore e docente di scrittura Giulio Mozzi a intervistare Simone Salomoni, autore di Operaprima (Alter Ego edizioni), mercoledì 3 luglio, alle 20.30, per la rassegna Grisù 451 Summer reading.
Dopo gli incontri tenuti nel mese di giugno, nel giardino estivo del consorzio di via Poledrelli 21, con le scrittrici Livia Sambrotta, Valentina Durante e Francesca G. Marone, il cartellone eventi prosegue ogni mercoledì fino al 31 luglio con altri autori di caratura nazionale.
Simone Salomoni, docente di scrittura a Bottega di narrazione, ma anche sceneggiatore, è al primo romanzo di cui anticipa: “retroattivamente, dico retroattivamente perché mentre l’ho scritto non me ne sono reso conto, posso dire che questo romanzo vuole tirare allo stremo, lacerare, i confini della cosiddetta autofiction: Operaprima non rispetta nessuna convenzione dell’autofiction, tenderei piuttosto a parlare di autofriction”.
Dialogherà con Simone Salomoni Giulio Mozzi, curatore della collana Fremen dell’editore Laurana, da cui ha lanciato casi letterari che poi hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti come Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi, finalista allo Strega 2023, e La casa delle orfane Bianche di Fiammetta Palpati, premiata recentemente al Campiello Opera prima.
Sinossi
Monghidoro, Appennino bolognese. Un pittore quarantenne è intento a preparare la mostra che dovrebbe lanciarne la carriera quando Marie Bertrand – avvocato e madre di Simone Salomoni – affitta per l’estate la porzione di casa adiacente alla sua. Marie e Simone subiscono una forte fascinazione per l’uomo, ma è soprattutto l’adolescente ad aprirsi con lui. Confessa gli abusi patiti in passato e un presente di autolesionismo e sessualità promiscua. Spalanca la profonda caverna del suo io permettendo al pittore di leggere i propri racconti.
L’artista si trova così costretto a scegliere fra la voglia di farsi cura per Simone – diventandone mentore e guida – e il bisogno di ritrovare il vigore sessuale e l’ispirazione perduti. “operaprima” gemma dal caos dove tutte le forme tendono a dissolversi, non presenta la consueta tensione al valore creativo dell’arte quanto più un disfacimento deciso a esigere una sintesi dolorosa tra fisicità e verbo, corpo e parola. Salomoni racconta una storia potente in cui l’opera d’arte e il suo creatore si fondono in un’intima e drammatica confessione.