Simona Bencini questa sera al Bravo Caffè di Bologna presenta il nuovo disco solista UNfinished

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Simona Bencini – Fabrizio Bosso – ph. Marco Piraccini

BOLOGNA – Ho spesso lasciato delle cose a metà nella mia vita, dall’università al corso di pianoforte, dal lavoro di bricolage al libro sul comodino. Questi brani erano chiusi in un mio file del computer dal 2011. La musica non dovrebbe mai stare rinchiusa, dovrebbe diventare patrimonio di tutti. Ho pensato che sarei potuta morire e nessuno avrebbe mai potuto ascoltare questa musica. L’ho fatto soprattutto per le mie figlie, per lasciare loro un altro pezzo di me.

Simona Bencini

Dopo l’uscita del singolo “MOONLIGHT ON MY MIND” feat. FABRIZIO BOSSO, disponibile sulle principali piattaforme digitali e in rotazione radiofonica, l’8 ottobre esce UNfinished”, il nuovo disco solista di SIMONA BENCINI.

UNfinished”, che arriva a 10 anni dall’uscita di “Spreading love” (Groovemaster, Egea 2011), primo album di jazz crossover con LMG4tet, rappresenta l’uscita di Simona dalla “comfort zone Dirotta su Cuba” e la volontà di riprendere in mano un lavoro iniziato anni fa, con la complicità del forzato lockdown dello scorso inverno.

Lo presenta venerdì 8 ottobre al Bravo Caffè di Bologna (Via Mascarella, 1 – per info e prenotazioni 051.266112/333 5973089/info@bravocaffe.it), accompagnata da Lmg 4tet. 

Un album di 8 brani inediti, dal mood sofisticato e jazzy, scritti da compositori italiani e suonati da alcuni fra i più quotati musicisti jazz in Italia, carissimi amici di Simona: da Antonio Faraò a Fabrizio Bosso, da Julien Oliver Mazzariello a Max De Aloe passando per Dario Rosciglione e Luca Alemanno.

Merita una menzione speciale il brano “NON SO SE TU”: Bruno De Filippi aveva fatto scrivere a Giorgio Calabrese, fra i più grandi autori di musica e trasmissioni televisive fra gli anni 60/70, un testo su un suo brano strumentale “April in Ny” perché gli sarebbe piaciuto che lo interpretasse una voce femminile. Nel 2003 Bruno scrisse una lettera a Simona e le spedì il brano chiedendole se avesse voluto cantarlo nel suo primo disco solista, ma la collaborazione non andò in porto perché Simona aveva preso altre direzioni.

“Dopo 17 anni finalmente ho deciso di inserire il brano in questo nuovo progetto, chiamando intorno a me un trio incredibile di musicisti: Antonio Faraò, pianista fuoriclasse apprezzatissimo anche da Herbie Hencock, Maxx Furian alla batteria e Marco Ricci al contrabbasso” commenta così Simona Bencini il brano.

“Unfinished” era un lavoro “incompiuto”, un progetto che avevo cominciato nel 2010 ma che si era poi interrotto a causa di varie vicissitudini poco dopo. Durante il periodo del primo lockdown, il senso di morte diffuso e di precarietà causato dalla pandemia ha sviluppato inevitabili reazioni, non sempre positive ovviamente, ma anche “costruttive”, dirette ad un miglioramento di sé e della propria vita – racconta Simona – C’è chi ha imparato a fare qualcosa di nuovo, chi ha deciso di rimettersi in forma, chi ha deciso che quella era l’occasione per cambiare lavoro e qualità della vita, chi ha deciso di rimettersi a studiare ecc. Ecco, io ho deciso di finire qualcosa che non avevo finito”.

Un album difficilmente etichettabile, sfaccettato, dove la Bencini ha fatto confluire tutti i mondi che ha frequentato nel corso di 25 anni di carriera: il funk, il soul, il jazz, lo swing, il pop. Tutto filtrato dal suo stile e dalla sua voce calda dal timbro inconfondibile carica di vissuto ed esperienza e dalla sua interpretazione che ha raggiunto ormai grande maturità e consapevolezza.

“È un album che non segue mode, che non si allinea alle esigenze del music business, so benissimo che sono in assoluta controtendenza, ma non m’importa.  Sono canzoni senza tempo e senza età, come il ritratto della cover di Pier Toffoletti dove la mia immagine non è riconducibile ad un’età fisica, potrei avere 20 anni come 50. Le melodie e gli arrangiamenti sono ricercati, le atmosfere sono volutamente vintage” – conclude Simona.

“E  solo successivamente alla scelta del titolo “Unfinished” – continua la Bencini – ho notato che in realtà in questo album  si trovavano canzoni   accomunate   da una “storia incompiuta” – come la ballad  “Non so se tu”  scritta da Bruno De Filippi  e Giorgio Calabrese ben 20 anni fa  ma solo oggi,  dopo tanti anni dalla scomparsa purtroppo dei suoi compositori, è stata  da me  interpretata –  o da “vite incompiute”,  come nel brano “You are The music” dedicato ad Amy Whinehouse scomparsa a soli 27 anni, o nel brano “Angel’s lullabye” dove la vita del piccolo “angelo” finisce ancora prima di cominciare”.

Queste le 8 tracce dell’album, che permettono di scoprire Simona Bencini non solo in veste di interprete ed autrice, ma anche di produttrice e discografica con la sua etichetta Sherazade Sound:

MOONLIGHT ON MY MIND feat. Fabrizio Bosso (Greco, Bencini): brano scritto e arrangiato da Massimo Greco, una ballad dedicata alla figlia Eva Luna in cui, con infinita dolcezza, Simona, autrice del testo, racconta tutto l’amore per lei.

Attualmente in rotazione radiofonica, è il singolo che ha anticipato l’uscita del disco; il video, realizzato da Andrea Basile, è disponibile al link Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=RE6WvZ0DdyE

WHILE MY TIME IS RUNNING THROUGH e WONDROUS CHILD feat. Julien Oliver Mazzariello (Mauro Grossi): cover di due brani già editi scritti da Mauro Grossi, pianista e compositore jazz livornese, ispirati, sia musicalmente che da un punto di vista filosofico, al pensiero innovativo del compositore Eden Abhez.

A FLASH OF LIGHT feat. Julien Oliver Mazzariello (Pareti – Lombardi): ballad d’amore, con un’atmosfera degna di grandi orchestre e produzioni americane, scritta dal musicista contrabbassista toscano Raffaello Pareti e nel testo dalla cantante jazz Michela Lombardi.

YOU ARE THE MUSIC (Di Lenardo – Prunas): un rythm&blues dedicato alla grande artista e cantante Amy Whinehouse, prematuramente scomparsa a soli 28 anni.

ANGEL’S LULLABYE feat. LMG 4tet (Partipilo – Bencini): Intensa ballad suonata dalla formazione che accompagnerà Simona in tour con questo progetto, gli LMG 4tet: Mario Rosini, Mimmo Campanale, Gaetano Partipilo, Giorgio Vendola.

INTRO BRUNO: Questa intro è un tributo al grande artista e compositore Bruno De Filippi, un brevissimo estratto live del tema di “April in Ny”, titolo originale dallo standard composto da De Filippi scritto proprio durante un suo soggiorno a N.Y.

NON SO SE TU feat. Antonio Faraò (De Filippi – Calabrese): Lo standard “April in NY” dell’armonicista De Filippi con un testo inedito di Giorgio Calabrese che, dopo oltre 20 anni dalla sua composizione, viene interpretato dalla Bencini.

IT DON’T MEAN A THING feat. LMG4tet (Ellington, Mills): Unico standard della tradizione completamente riarrangiato presente nell’album.

La cover del disco è stata realizzata da Pier Toffoletti, artista friulano, che ha così commentato il suo lavoro: “Per la prima volta realizzo un’opera per la cover di un album, dal titolo “Unfinished”. Ho pensato che sarebbe stato nelle mie corde perchè i miei lavori presentano spesso parti incomplete, ma l’accenno che inserisco induce inconsapevolmente l’osservatore a vedere un’immagine compiuta, anche se non lo è. Mentre mi accingevo a lavorare sull’opera, Simona mi disse: ” Pier, metti come sottofondo alcuni miei brani e lasciati andare”. Così ho fatto. Il risultato è un ritratto particolare che esprime la più ampia dualità, con un occhio che scruta nell’ombra e l’altro che guarda la luce, dove si percepiscono le vibrazioni delle note grevi e l’energia di quelle più acute, insomma, Yin e Yang”.