Il documento approvato dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 29 settembre. “Urgente completare la discussione parlamentare e approvare la legge”
MODENA – L’introduzione di uno specifico reato di tortura nell’ordinamento italiano deve essere considerata della massima urgenza. Lo afferma l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Modena, nella seduta di giovedì 29 settembre, che invita l’Amministrazione a sollecitare il Parlamento, tramite i parlamentari modenesi, a “completare in tempi ragionevoli la discussione su un tema ormai maturo per una decisione e a porre fine, approvando una legge, a una situazione che oltre a mettere il nostro Paese in profondo imbarazzo sul piano internazionale, comporta la conseguenza inaccettabile della mancata punizione con pene adeguate di chi si rende responsabile di gravi violazioni dei diritti umani”.
L’ordine del giorno è stato approvato con il voto a favore di Per me Modena, Pd, Sel, Fas-Sinistra italiana e Movimento 5 stelle, e quello contrario di Forza Italia.
A presentare i contenuti del documento (sottoscritto anche da Marco Chincarini, Francesco Rocco di Fas-Si, Marco Cugusi di Sel, Paolo Trande del Pd, Andrea Galli di FI ed Elisabetta Scardozzi del M5s) è stato il primo firmatario Domenico Campana di Per me Modena che ha sottolineato come la Corte europea dei diritti umani abbia accertato una violazione della Convenzione europea dei diritti umani da parte dell’Italia “per le torture inflitte nel 2001 durante l’irruzione alla scuola Diaz”. Il consigliere ha evidenziato che anche altre sentenze “attribuiscono espressamente all’assenza di un reato di tortura l’impossibilità di sanzionare adeguatamente episodi descritti dagli stessi giudici come tortura”, ricordando infine che il Parlamento italiano discute da almeno cinque legislature di proposte per introdurre il reato di tortura e che “anche in questa legislatura il tema è in discussione ma c’è la fondata preoccupazione che nemmeno questa volta si riesca ad approvare l’introduzione di un reato specifico di tortura”.
Temi sottolineati nel dibattito da Marco Cugusi (Sel), Elisabetta Scardozzi (M5s), Federica Venturelli (Pd), mentre Giuseppe Pellacani di Forza Italia ha motivato il voto contrario affermando che “norme come questa vanno pensate con competenza e scritte bene, non strumentalizzate e ideologizzate. La norma proposta, e giustamente sospesa a luglio, è sbagliata perché non prevede né l’elemento della reiterazione delle violenze né l’elemento doloso nel perpetrarle e quindi rischia di depotenziare l’attività delle Forze dell’ordine offrendo uno strumento facile e agevole ai professionisti del disordine”.