PIACENZA – “Nella Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, che si celebra dal 19 al 27 novembre, anche il Comune di Piacenza aderisce a un messaggio di sostenibilità che riguarda ciascuno di noi: tutelare l’ecosistema significa, innanzitutto, proteggere il futuro di bambini e ragazzi, a partire dai piccoli gesti quotidiani di responsabilità e consapevolezza con cui possiamo contribuire a contenere il nostro impatto ambientale”. A sottolineare il valore simbolico ed educativo di questa campagna di sensibilizzazione – che si svolge in ambito internazionale da 13 anni ed è declinata, in Italia, sotto l’egida di un Comitato di cui fanno parte, tra gli altri, anche il Ministero della Transizione Ecologica, Legambiente e Anci, con il sostegno dei Consorzi di filiera del sistema CONAI – è l’assessora all’Ambiente Serena Groppelli.
Se, l’anno scorso, il filo conduttore era il tema dell’economia circolare, per il 2022 il focus è sui rifiuti del comparto tessile che, secondo i dati Onu, produrrebbe il 10% circa delle emissioni alteranti il clima, con particolare riferimento anche alle microfibre scaricate negli oceani, di cui si stima una quantità pari a mezzo milione di tonnellate ogni anno. “Una questione di fondamentale importanza – rimarca l’assessora Groppelli – ha a che vedere con il recupero e il riciclo degli indumenti dismessi: non dobbiamo mai dimenticare l’opportunità di dare una seconda vita agli abiti, soprattutto nel segno della solidarietà: dal guardaroba della Caritas alle raccolte stagionali di indumenti per l’infanzia dell’Emporio Solidale, sino alle recenti iniziative umanitarie attuate dal mondo del volontariato a sostegno delle popolazioni afghana e ucraina, sono tante le occasioni per trasformare il gesto di buttare qualcosa in una mano tesa per aiutare gli altri”.
Secondo le stime diffuse in occasione della Settimana europea, i cittadini UE consumano quasi 26 kg di prodotti tessili all’anno, smaltendone in media ben 11 kg dopo averli indossati, in media, non più di 7 o 8 volte. Inoltre, a livello mondiale, meno dell’1% degli indumenti viene riciclato come vestiario: degli abiti o tessuti gettati via, l’87% viene incenerito o finisce in discarica, mentre solo il 10% resta sul mercato come usato. “Il Parlamento europeo – evidenzia Serena Groppelli – ha posto il 2025 come termine entro il quale tutti gli Stati membri dovranno rendere possibile, nelle loro città, la raccolta differenziata dei rifiuti tessili. Nel frattempo, sta anche a noi cittadine e cittadini scegliere coscientemente, ricordando che questo significa non solo salvaguardare l’ambiente, ma anche avere a cuore, privilegiando la qualità, il rispetto per tutti i lavoratori del comparto tessile, per la loro professionalità e la tutela della sicurezza nel settore”.