Davanti a questo fenomeno le istituzioni non sono state a guardare, per fortuna mi sento di dire. All’interno della Strategia nazionale per le competenze digitali si è posto un importante obiettivo, quello di arrivare entro il 2026 con almeno il 70% della popolazione formata in merito. Sicuramente un traguardo importante, ma non impossibile da raggiungere. Guardando altri paesi dell’Unione Europea, come Finlandia o Danimarca, che su questo lavorano da anni, possiamo dire che è possibile. – prosegue Tomei Alessio, responsabile della promozione e della formazione all’interno del Coordinamento provinciale degli enti di servizio civile di Forlì Cesena – Il Servizio civile digitale rientra all’interno di questa strategia, che mira proprio a colmare il divario tra cittadini over 65 e la cosiddetta generazione Z, i nativi digitali.
I giovani sono al centro del progetto e viene chiesto loro di mettere al servizio della propria comunità le competenze che più padroneggiano per aiutare chi invece fa più fatica. Banalmente anche sono mandare una e-mail oppure richiedere la SPID, così come attivare il Fascicolo Sanitario Elettronico.
Notare la differenza generazionale è semplice. Guardate con quanta velocità un adolescente scrive sul cellulare rispetto un adulto, o come li chiamano loro, rispetto i boomer. C’è una differenza abissale, così come per loro è facile imparare da un tutorial su YouTube, che spesso sostituisce ore di pratica e sui libri. Stanno cambiano tante cose e chi meglio di loro può aiutare a colmare questo divario? Una volta questo avveniva a tavola, nello scambio generazionale tra nonni e nipoti. Ora che questo accade sempre meno, serve trovare valide alternative. Il servizio civile digitale è un primo, ma forse fondamentale, servizio che aiuta gli anziani a restare al passo e ai giovani insegna la condivisione e lo spirito di servizio di cui loro stessi hanno bisogno per crescere, nel lavoro ma soprattutto come persone.
Non sempre però emerge quanto sia fondamentale il ruolo dei volontari all’interno degli enti, e allo stesso tempo delle esigenze degli enti. Le testimonianze dei ragazzi parlano chiaro, le raccolgo da qualche anno e penso siano sempre interessanti. A diversi di loro questa esperienza cambia veramente la vita. Dal punto di vista degli enti però esistono non poche difficoltà, una su tutte, l’approvazione dei progetti, spesso bocciati solo per motivi di budget. – conclude Tomei – Occorre trovare una nuova dimensione universale al servizio civile e riprendo un po’ il pensiero di Laura Milani, presidente del Cnesc: serve trovare le risorse per raggiungere l’obiettivo di 100.000 operatori volontari all’anno, in tutta Italia. Il servizio civile digitale è nella sua fase sperimentale, speriamo dia i suoi frutti sul campo e possa essere una delle buone novità pronte a dare nuova vita all’interno del sistema di servizio civile.
La data ultima per presentare domanda è il 30 settembre, sono disponibili 12 posti all’interno del Comune di Forlì. È possibile presentare domanda sul sito del Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale: https://www.scelgoilserviziocivile.gov.it/presenta-la-domanda/la-piattaforma-dol/
Tutte le informazioni sul sito serviziocivilefc.it
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