FORLÌ – Domenica 25 febbraio alle 17.30 in scena al Testori un classico del teatro italiano diretto da Michele Sinisi: SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE DI LUIGI PIRANDELLO
Drammaturgia Francesco M. Asselta, Michele Sinisi
Regia Michele Sinisi
Con Stefano Braschi, Marco Cacciola, Gianni D’addario, Giulia Eugeni, Marisa Grimaldo, Stefania Medri, Donato Paternoster, Marco Ripoldi, Michele Sinisi, Adele Tirante
Scene Federico Biancalani
Assistente alle scene Elisa Zammarchi
Direzione Tecnica Ivan Pilogallo
Aiuto Regia In Scena Nicolò Valandro
Produzione Elsinor Centro Di Produzione Teatrale
Con il sostegno di Next Laboratorio Delle Idee & Festival Castel Dei Mondi Di Andria
Foto di Luca Del Pia
Quando lo spettacolo debuttò nel 1921, al Teatro Valle di Roma, la platea contestò la pièce al grido: “Manicomio! Manicomio!”. Il pubblico si trovò di fronte a qualcosa di completamente inedito, un assalto alla forma del teatro borghese, una non-storia in cui a essere messi sotto indagine non erano solo il meccanismo teatrale e la creazione artistica, ma lo stesso rapporto tra realtà e finzione.
Nel tempo, però, i Sei Personaggi sono passati da essere una pietra di scandalo a testo “classico”, da matinée per le scuole, un pezzo da museo della letteratura italiana.
Mettere in scena questo testo oggi significa muoversi in una mediasfera dove il confine tra vita privata, storytelling, informazione e manipolazione è sempre più labile. Senza contare che lo stesso concetto di “io” è profondamente mutato, moltiplicandosi e sfaccettandosi su tutti i nostri device e account social, in un’oscillazione continua tra realtà e rappresentazione.
A quasi cento anni di distanza, Sei personaggi in cerca d’autore è ancora l’opera che meglio indaga il nostro rapporto tra vita e arte, reale e virtuale. Tra incursioni meta teatrali, prove aperte e nuovi ospiti ogni sera, l’opera di Pirandello è l’occasione per confrontarsi con la grande domanda: che cosa rimane dell’arte nell’epoca della sua riproducibilità digitale?
Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello – il nome dell’autore in questo allestimento è diventato parte del titolo – è uno spettacolo matrioska, se così si può dire, in cui il piano meta-teatrale già presente nel testo viene portato all’estremo generando un cortocircuito dove attori, personaggi e pubblico convivono e si mescolano in un happening unico e irripetibile ogni sera.
Ad ogni replica, infatti, fra gli attori del cast irrompono sul palco altre persone/personaggi a sorpresa – protagonisti del panorama teatrale – che interpreteranno una scena dello spettacolo destinata poi ad essere riprodotta come in uno specchio riflesso all’infinito. In un gioco di rifrazioni che userà ogni mezzo tecnologico a disposizione per ricreare il qui e ora dello spettacolo.
ESTRATTI DALLA RASSEGNA STAMPA
Un Pirandello in jeans e leggins, con gli attori a tu per tu col pubblico come fosse un varietà, con il gioco surreale di un vero spettacolo di una compagnia ospite che si inserisce nello spettacolo a un certo punto, dirette Facebook e in generale tutto un clima da guitti…. non è solo una bizzarra messa in scena di un classico, ma un atto culturale.
A.Bandettini, La Repubblica.it
Dissolto l’eterno tranello/ritornello verità/finzione, in cui periodicamente ripiombano, Sinisi riconsegna i sei personaggi alla più radicale e vorace contemporaneità. Sono loro, del resto, storicamente, gli unici autorizzati a farsi e disfarsi del proprio peso drammatico, come del proprio involucro psicanalitico. Sinisi lo sa. Li sfrutta e non fa sconti. Con esuberanza e arroganza li martirizza. Li scompone e destruttura. Li inquina. Ma il bello è che il supplizio funziona. Il dispositivo marcia senza intoppi. Così alla fine, pur squassati nel vortice dell’ingombro virtuale, fra schermi youtube google telefonini playlist, e disorientati da altri ospiti inattesi, essi ritrovano, integra e intatta, la loro ambigua, dolorosa umanità. L’originario, indistruttibile imprinting pirandelliano.
Rizza, Il Manifesto
Sinisi consegna allo spettatore un oggetto complesso, prismatico, pronto a esplodere, nel quale la complessità e la partecipazione rappresentano l’innesco e l’obiettivo imprescindibili dell’esperienza.
A. Pocosgnich, Teatro&Critica
Un duplice dramma dell’inautenticità, dove fisiologicamente la forma travalicherà il contenuto: Sinisi crea un gioco di rifrazioni infinito, una centrifuga sovraccarica di elementi eterogenei che disintegrano lo spazio teatrale e scompongono le strutture drammatiche fino ad implodere. Il minimo comune denominatore fra le suggestioni proposte è lo sfondo mediale, la protesi tecnologica che, esattamente come nel lavoro di Sinisi, si infiltra nei modi più randomici nei meandri dell’esistenza, senza sovvertirla, ma totalizzandola al punto da non riuscire più a distinguere cosa sia reale o virtuale
Congionti, Birdmen Magazine
Qui si spezza il cordone ombelicale che lega la realtà, il verosimile teatrale, alla finzione. I due mondi si confondono: le parole d’ordine sono partecipazione a tutti i livelli. Attori, personaggi, ospiti e pubblico, uniti e in continuo movimento.
Francione, Il Cittadino di Lodi
Sinisi, dunque, si e ci pone una domanda tanto ovvia quanto determinante: se Pirandello è diventato egli stesso un personaggio in cerca d’autore, chi è, oggi, l’autore di Sei personaggi in cerca d’autore? E la risposta non può che essere questa: è ciascuno di noi. Più esattamente, possiamo e dobbiamo essere noi, quell’autore, se vogliamo sottrarre (o, almeno, tentare di sottrarre) il testo eponimo in parola alla museificazione indotta, per l’appunto, dall’infinità dei suoi allestimenti consumistici.
Fiore, Corriere del Mezzogiorno
Qui mi sentirei proprio di chiudere la riflessione ricordando la dimensione assoluta, direi apicale dei segni di Federico Biancalani nelle costruzioni sceniche di Michele Sinisi. Direi che Biancalani, in questo momento, rappresenta un segno artistico di assoluta novità e pregnanza nel panorama teatrale italiano. Uno dei pochi fautori di una scenografia dinamica, potremmo dire performativa, capace di sommare l’artigianalità in movimento con corde e carrucole a un simbolismo accrescitivo che gioca sull’elemento dimensionale. Tre anni fa furono gli spaghetti in Miseria e Nobiltà, l’anno scorso la zecca che portava la peste ne I promessi sposi. Quest’anno un’altra geniale trovata. Vale il biglietto già solo lui!
Francabandera, PaneAcquaCulture
MICHELE SINISI
Michele Sinisi (1976) attore e regista teatrale e cinematografico, Premio Della Critica 2016, finalista nel 2014 e nel 2008 e più volte segnalato per i Premi Ubu. Ha lavorato con Baracco, Binasco, Muscato, Cruciani.
È regista e attore di spettacoli come L’arte della commedia, Sequestro all’italiana, Le scarpe, Giulio Cesare che produce con la sua compagnia Teatro Minimo. Ha diretto le regie di La prima cena, Il sogno degli artigiani,Agamennone, Macbeth e Moby Dick. Anche autore oltre che interprete di spettacoli come Murgia – spettacolo GENERAZIONE SCENARIO 2003 – Li Mari Cunti, Ettore Carafa, Otello.
Dal 2015 firma per Elsinor le regie di Riccardo III, Amleto, Miseria&Nobiltà (vincitore del Premio ANCTI 2016), I Promessi Sposi, La Masseria delle Allodole, Cenacolo 12+1, Sei Personaggi in cerca d’Autore di Luigi Pirandello, Edipo Il Corpo Tragico, La Grande Abbuffata, Tradimenti e Cernobyl’ (spettacolo firmato dal drammaturgo Federico Bellini).
Per il cinema è interprete in: L’ultima sfida (2024), Il Grande Male (2023), Palazzina Laf (2023), L’amore non si sa (2021), Il bene mio(2018), Chi m’ha visto (2017), La casa delle donne (2003), PESCI O PUTTANE (2001).
INFORMAZIONI E BIGLIETTERIA
Inizio spettacolo Domenica ore 17.30
Biglietti: Intero € 16; Ridotto (under 14/over 65; cral; convenzioni) € 12; Ridottissimo (studenti universitari e superiori) € 10; Gruppi (min 10 persone) € 8
Prenotazioni allo 0543.722456 | progetti.teatrotestori@elsinor.net Prevendita su Vivaticket.
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